n.143 del 08.05.2020 (Parte Seconda)

Proposta di perimetrazione ai fini dell'istituzione di zone di protezione della fauna selvatica del territorio di Ravenna (articolo 19 della legge regionale 15 febbraio 2994, n. 8 recante "Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria"), in attuazione del Piano faunistico venatorio regionale 2018-2023

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Richiamate:

- la Legge 11 febbraio 1992, n. 157 recante “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” e successive modifiche e integrazioni e in particolare l’art. 10 della medesima a norma del quale l'intero territorio agro-silvo-pastorale è soggetto a pianificazione faunistico-venatoria finalizzata, per quanto attiene alle specie carnivore, alla conservazione delle effettive capacità riproduttive e al contenimento naturale di altre specie e per quanto riguarda le altre specie, al conseguimento della densità ottimale e alla sua conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio, nonché i seguenti commi del predetto articolo:

  • il comma 3 secondo cui il territorio agro-silvo- pastorale di ogni regione è destinato per una quota dal 20% al 30% a protezione della fauna selvatica e che nelle predette percentuali sono ricompresi i territori ove sia comunque vietata l'attività venatoria anche per effetto di altre leggi o disposizioni;
  • il comma 4 secondo il quale il territorio di protezione comprende, tra l’altro, le Oasi di protezione e le Zone di ripopolamento e cattura
  • i commi 7 e 10, secondo i quali, ai fini della pianificazione generale, compete rispettivamente alle Province la predisposizione dei relativi piani faunistico-venatori ed alle Regioni il coordinamento di detti piani, secondo criteri di omogeneità fissati dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, ora ISPRA;
  • il comma 8 secondo il quale i piani faunistico-venatori comprendono, tra l'altro, le oasi di protezione e le zone di ripopolamento e cattura;
  • il comma 9 il quale prevede che ogni zona vincolata dovrà essere indicata da tabelle perimetrali, secondo disposizioni impartire dalle Regioni, apposte a cura dell’ente, associazione o privato che sia preposto o incaricato alla gestione della singola zona;
  • i commi da 13 a 16 che disciplinano l'iter amministrativo per la determinazione del perimetro delle zone da vincolare;

- la Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8 recante “Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio dell’attività venatoria” e successive modifiche e integrazioni;

- la Legge Regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni” e ss.mm.ii., che disciplina e ripartisce le funzioni amministrative tra Regione, Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni nel quadro delle disposizioni della Legge 7 aprile 2014, n. 56 ed in particolare l'art. 40, che individua le funzioni della Regione, delle Province e della Città metropolitana di Bologna in materia di protezione della fauna selvatica ed esercizio dell'attività venatoria, stabilendo, fra l'altro, che la Regione esercita le funzioni di programmazione e pianificazione nonché tutte le funzioni amministrative in applicazione della normativa comunitaria, statale e regionale, con esclusione delle attività di vigilanza, di applicazione delle sanzioni amministrative e l'introito dei relativi proventi e le attività collegate all'attuazione dei piani di controllo della fauna selvatica, che restano confermati alle Province e alla Città metropolitana di Bologna;

Viste le seguenti proprie deliberazioni:

- n. 2185 del 21 dicembre 2015 con la quale si è provveduto, tra l'altro, ad istituire dal 1 gennaio 2016, presso la Direzione Generale Agricoltura, economia ittica, attività faunistico-venatorie, i Servizi Territoriali Agricoltura, caccia e pesca per ciascun ambito provinciale a fronte delle nuove funzioni di competenza regionale definite dagli artt. 36-43 della citata L.R. n. 13/2015;

- n. 2230 del 28 dicembre 2015 con la quale, tra l'altro, è stata fissata al 1 gennaio 2016 la decorrenza delle funzioni amministrative oggetto di riordino ai sensi dell'art. 68 della predetta L.R. n. 13/2015 tra le quali quelle relative al settore “Agricoltura, protezione della fauna selvatica, esercizio dell'attività venatoria, tutela della fauna ittica ed esercizio della pesca nelle acque interne, pesca marittima e maricoltura”;

Considerato che la modifica dell'assetto dell'esercizio delle funzioni in materia di protezione della fauna selvatica ed attività faunistico-venatorie di cui alla citata Legge Regionale n. 13/2015 e ss.mm.ii., ha imposto una revisione dell'intero articolato della citata Legge Regionale n. 8/1994;

Vista la Legge Regionale n. 1 del 26 febbraio 2016, “Modifiche alla Legge Regionale 15 febbraio 1994, n. 8 'Disposizioni per la protezione della fauna selvatica e per l'esercizio dell'attività venatoria” in attuazione della Legge Regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città Metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro unioni” e ss.mm.ii. e della Legge 11 febbraio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, con la quale si è proceduto ad una razionalizzazione della materia in relazione all’accentramento a livello regionale dell'esercizio di tali funzioni sopra esplicitato;

Visti, altresì, come modificati dalla predetta Legge Regionale n. 1/2016:

- l’art. 5 della sopracitata Legge Regionale n. 8/1994, recante “Piano faunistico-venatorio regionale”, il quale dispone:

  • al comma 1 che l'Assemblea legislativa, su proposta della Giunta, approva il piano faunistico-venatorio regionale di durata quinquennale elaborato con riferimento alla Carta delle vocazioni faunistiche, ai contenuti indicati dall'art. 10, comma 8, della legge statale, nonché alla legge 6 febbraio 2006, n. 66 (Adesione della Repubblica italiana all'Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell'Africa) e al piano territoriale regionale;
  • al comma 2, lett. d), che il piano faunistico-venatorio regionale riguarda, tra l’altro, la destinazione ad uso faunistico-venatorio del territorio agro-silvo-pastorale regionale e il limite minimo di superficie, comprendente anche le aree dei parchi regionali e nazionali, da destinare alle zone di protezione;

- l’art. 10 della Legge Regionale n. 8/1994, recante “Consultazione sugli atti della Regione”, il quale dispone al comma 2, che la Regione istituisce territorialmente Commissioni consultive espressione di tutte le Associazioni professionali agricole, venatorie e di protezione ambientale, riconosciute ed operanti sul territorio, nonché del coordinamento degli ATC e dell'ENCI;

- l’art. 19 della Legge Regionale n. 8/1994, recante “Zone di protezione della fauna selvatica”, che attribuisce alla Regione le competenze in merito, con esclusione delle attività di vigilanza assicurate dalle Province e dalla Città metropolitana di Bologna, e definisce le finalità di dette zone, stabilendo in particolare:

  • al comma 1 che le Oasi di protezione sono destinate alla conservazione degli habitat naturali, al rifugio, alla sosta ed alla produzione di specie selvatiche con particolare riferimento a quelle protette. Esse sono preferibilmente costituite lungo le rotte di migrazione della avifauna, nei terreni demaniali, secondo le esigenze di tutela individuate con il piano faunistico-venatorio regionale;
  • al comma 2 che le “Zone di ripopolamento e cattura (ZRC)” sono destinate ad affermare e incrementare la riproduzione delle specie selvatiche autoctone, a favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie, a determinare, mediante l’irradiamento naturale, il ripopolamento dei territori contigui, a consentire mediante la cattura di selvaggina stanziale immissioni integrative negli ATC o il reinserimento in altre zone di protezione;
  • al comma 4 che l’estensione di ogni zona di protezione deve essere rapportata al ciclo biologico della specie di preminente interesse gestionale ed alle esigenze di attuazione della pianificazione faunistico-venatoria, entro i limiti complessivi di superficie indicati nel sopracitato art. 10, comma 3, della Legge n. 157/1992;
  • ai commi 5 e 6, nel disciplinare l'iter amministrativo che la Regione deve svolgere per formalizzare la proposta di istituzione, rinnovo e modifica delle zone di protezione, che:

- la proposta di che trattasi sia notificata ai proprietari o conduttori dei fondi mediante deposito presso la sede dei Comuni territorialmente interessati, nonché mediante affissione di apposito manifesto nei Comuni e nelle frazioni o borgate interessati, su cui deve essere chiaramente specificata, a cura dei Comuni, la data di deposito. È altresì trasmesso alle organizzazioni professionali agricole provinciali e locali;

- avverso detto provvedimento i proprietari o conduttori interessati possono proporre opposizione motivata, secondo le modalità di cui all'art. 10, comma 14 della citata Legge n. 157/1992, entro settanta giorni dalla data di deposito. Decorso tale termine, ove non sia stata presentata opposizione motivata dei proprietari o conduttori costituenti almeno il quaranta per cento della superficie che si intende vincolare, la Regione provvede all'istituzione della zona di protezione. La Regione può destinare le zone non vincolate per l'opposizione dei proprietari o conduttori di fondi ad altro uso nell'ambito della pianificazione faunistico-venatoria del territorio;

  • al comma 9 che il vincolo di destinazione delle zone di protezione non può essere revocato se non al termine della stagione venatoria e previo recupero della fauna selvatica presente mediante la cattura ovvero l’allontanamento con mezzi ecologici;

- l’art. 22 della Legge Regionale n. 8/1994, recante “Zone di rifugio”, che dispone nello specifico quanto segue:

  • al comma 1 attribuisce alla Regione, anche su proposta degli ATC, la competenza in merito all'istituzione di “Zone di rifugio” ove, per la durata della stagione venatoria, è vietato l'esercizio della caccia e stabilisce che l'istituzione delle zone di rifugio avviene quando ricorra una delle seguenti condizioni:

- istituzione o rinnovo in corso di una zona di protezione nel limite di superficie prestabilito o impossibilità di realizzarla per opposizione motivata dei proprietari o conduttori;

- sia necessario provvedere, con urgenza, alla tutela di presenze faunistiche di rilievo;

  • ai commi 2 e 3, nel disciplinare l'iter amministrativo che la Regione deve svolgere per formalizzare l'istituzione delle zone di rifugio, stabilisce che il procedimento di che trattasi avviene in deroga alle procedure di cui ai commi 5 e 6 del soprarichiamato art. 19 della L.R. n. 8/1994. Pertanto, il provvedimento istitutivo indica il perimetro e l'estensione del territorio e stabilisce le forme con cui si promuove la collaborazione dei proprietari o conduttori dei fondi e le modalità straordinarie di tutela della fauna selvatica e delle attività agricole. Il provvedimento adottato viene reso noto mediante affissione di apposito manifesto presso i Comuni e le frazioni o borgate interessati;

- l’art. 24 della Legge Regionale n. 8/1994, il quale dispone che i confini delle zone di protezione della fauna selvatica sono delimitati con tabelle di colore giallo, recanti la specificazione in carattere nero dell’ambito di protezione;

Dato atto che con propria deliberazione n. 2369 del 21 dicembre 2016, in attuazione di quanto stabilito dal soprarichiamato art. 10, comma 2, della L.R. n. 8/1994, sono state istituite le Commissioni consultive territoriali in materia di protezione della fauna selvatica ed esercizio dell'attività venatoria per ogni Servizio Territoriale Agricoltura, caccia e pesca, nelle composizioni di cui all’Allegato 1 alla medesima deliberazione;

Richiamata la “Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-Romagna” di cui alla deliberazione del Consiglio regionale n. 1036/1998, così come modificata con deliberazioni dell’Assemblea Legislativa n. 122/2007 e n. 103/2013;

Dato inoltre atto che con riferimento alla citata Carta delle Vocazioni Faunistiche della Regione Emilia-Romagna è stato elaborato il “Piano faunistico-venatorio regionale dell’Emilia-Romagna 2018-2023, (Proposta della Giunta regionale in data 23 luglio 2018, n. 1200)” approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa n. 179 del 6 novembre 2018, di seguito PFVR 2018-2023, che in particolare:

- al punto 1.4.2 – parte prima - compie un’analisi degli istituti faunistici con finalità pubblica presenti nel territorio regionale, dedicando ad ogni tipologia un paragrafo descrittivo di estensione e distribuzione, riportando anche i dati gestionali, ove esistenti; da detta analisi risulta, tra l’altro, che:

- le Oasi:

a. sono normativamente finalizzate alla conservazione degli habitat naturali, al rifugio, alla sosta ed alla produzione di specie selvatiche con particolare riferimento a quelle protette;

b. sono caratterizzate dalla presenza dell’UTO 1 per il 53% circa del proprio territorio, dall’UTO 2 per il 33% e dall’UTO 3 per il 14% circa;

c. il contesto ambientale del 90% delle Oasi è definito da una sola UTO, mentre il restante 10% da due (UTO 1 e 2, oppure UTO 2 e 3);

d. dal punto di vista gestionale raramente sono soggette a gestione attiva delle popolazioni faunistiche, anche se alcune di esse, a livello regionale (Bologna, Modena, Ferrara e Modena), sono state interessate da catture di lepre e fagiano;

- le Zone di Ripopolamento e cattura (ZRC):

a. sono normativamente finalizzate all’incremento e alla riproduzione naturale delle specie selvatiche autoctone, a favorire la sosta e la riproduzione delle specie migratorie, a determinare, mediante l'irradiamento naturale, il ripopolamento dei territori contigui, a consentire la cattura delle specie cacciabili per immissioni integrative negli ATC o il reinserimento in altre zone di protezione;

b. sono caratterizzate dalla presenza di UTO 1 per l’85% circa del proprio territorio e dall’UTO 2 per il 13%; la presenza di UTO 3 è pari solo al 2%;

c. il contesto ambientale del 92% delle ZRC è definito da una sola UTO, mentre il restante 8% da due (UTO 1 e 2, oppure UTO 2 e 3);

d. sono uno strumento di forte gestione attiva, in particolare per quanto riguarda le finalità di ripopolamento mediante irradiamento naturale e la possibilità di cattura delle specie cacciabili per immissioni integrative negli ATC o il reinserimento in altre zone di protezione;

- al punto 3 - parte seconda - recante “PIANIFICAZIONE DELL’ASSETTO TERRITORIALE E PREVISIONI GESTIONALI”, stabilisce i seguenti macro-obiettivi di pianificazione rispetto agli istituti faunistici con finalità pubblica:

  • raggiungimento della compatibilità tra presenza ed abbondanza della fauna selvatica e le attività antropiche (comparto agro-forestale e viabilità);
  • organizzazione territoriale e la gestione dei diversi Istituti in funzione del raggiungimento dell’obiettivo di uniforme impostazione della gestione faunistico-venatoria regionale;
  • revisione degli istituti faunistici con finalità pubbliche anche allo scopo di verificarne la coerenza con le Unità Territoriali Omogenee (UTO) che suddividono il territorio regionale sulla base delle caratteristiche ambientali e di uso del suolo, rimodellandone inoltre i confini;

Atteso che la revisione degli istituti faunistici di che trattasi necessita di approfondite analisi tecniche anche sull’assetto esistente, come di seguito specificato:

- per quanto riguarda le Oasi occorre:

  • dare particolare attenzione ai casi di sovrapposizione di Oasi con Aree protette regionali, quali Parchi regionali e Riserve naturali, prevedendo la riperimetrazione nei casi di sovrapposizione parziale e la revoca del vincolo per quelle Oasi incluse totalmente;
  • salvaguardare situazioni faunistiche particolari e di elevato valore ambientale per quanto attiene l’istituzione di nuove Oasi sul territorio regionale avvalendosi, tra l’altro, dei seguenti criteri di base:

- in ragione della presenza stabile e dell’utilizzo per la sosta durante i movimenti migratori, delle specie contemplate all’art. 2 della Legge 157/1992 e/o nell’allegato I della direttiva 2009/147/CE; nonché negli allegati II, III, IV della Direttiva 92/43/CEE;

- vicinanza o contiguità con aree classificate di rilevante interesse ambientale (Parchi, Riserve, ecc.), limitatamente alla possibilità di individuare corridoi ecologici;

- prevedere vincoli esclusivamente per le Oasi nei Comprensori Faunistici 2 e 3, che dovranno essere di limitata estensione (massimo 150 ettari) e con un tasso di boscosità inferiore al 20% della SASP totale;

- individuare quali obiettivi del prossimo quinquennio l’effettuazione di indagini mirate a definire la composizione faunistica delle diverse Oasi e di piani di monitoraggio per determinare gli effetti del vincolo di protezione;

- per quanto riguarda le ZRC occorre:

  • valutare la vocazione ambientale per le due specie oggetto non solo di tutela ma anche di gestione attiva all’interno di questi istituti, cioè quasi esclusivamente lepre e fagiano, tenuto conto che il Comprensorio faunistico C1 è considerato il comparto preferenziale ad ospitare ZRC finalizzate all’incremento di lepre e fagiano a scopo sia di cattura sia di irradiamento e che nel Comprensorio faunistico C2 si osserva un progressivo decremento dell’idoneità per il fagiano, e la presenza di aree a medio-alta vocazionalità per la lepre, fattore che raccomanda di prevedere ZRC di ridotte dimensioni (massimo 400 ettari) finalizzate unicamente all’irradiamento, con un tasso interno di boscosità inferiore al 20% della SASP totale;
  • privilegiare la costituzione di ZRC di estensione non superiore ai 700 ettari, dislocate sul territorio in modo tale da creare una rete di zone di protezione che permetta un efficace scambio di individui tra meta-popolazioni e massimizzi il fenomeno dell’irradiamento, senza escludere la possibilità di mantenere in essere alcune ZRC a gestione “tradizionale”, garantendo la possibilità di ricorrere alle catture nel caso le condizioni lo consentano;
  • prevedere programmi poliennale di gestione nei quali siano fissati gli obiettivi generali e le azioni gestionali di dettaglio e che, in particolare, contemplino: interventi di prevenzione, mitigazione e risarcimento dei danni, miglioramento e ripristino ambientale, monitoraggio demografico della fauna selvatica presente, operazioni di cattura, interventi di immissione di capi di selvaggina e piani di controllo della fauna;

Richiamate le proprie deliberazioni n. 1456 del 12 settembre 2016, n. 391 del 19 marzo 2018 e n. 1321 del 2 agosto 2018, con le quali erano state rinnovate alcune Zone di ripopolamento e cattura nel territorio della Provincia di Ravenna;

Richiamate altresì le deliberazioni di Giunta provinciale di Ravenna nn. 3204, 3205, 3206 e 3207 del 23 ottobre 2015, nell'ambito del progetto complessivo di gestione faunistico-venatoria dei territori afferenti al Demanio Regionale, previamente approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 118 del 16 febbraio 2015 a seguito di ricognizione dell'elenco delle particelle facenti parte del patrimonio forestale regionale del territorio delle Province di Parma, Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna, approvata con la deliberazione n. 1368 del 30 settembre 2013, su parere favorevole ISPRA che accertò la validità tecnica ed il valore ambientale e faunistico delle aree in esame;

Preso atto che:

- il Servizio Territoriale Agricoltura Caccia e Pesca di Ravenna, a seguito dell’approvazione del Piano Faunistico 2018-2023, con note trattenute agli atti del Servizio Protocollo NP/2019/30671 del 7 novembre 2019 e Protocollo NP/2019/30900 dell’11 novembre 2019 ha comunicato la conclusione della fase istruttoria relativa all’istituzione delle Zone di Ripopolamento e Cattura (ZRC) e delle Oasi di protezione del territorio di Ravenna proponendo una revisione complessiva degli istituti di protezione su tutto il territorio provinciale descritta nei punti che seguono:

- istituzione delle Oasi di protezione denominate “Cardello” e “Pietramora – Torre Ceparano”;

- istituzione delle Zone di Ripopolamento e cattura (ZRC) denominate:

  • in ATC RA01, “Anerina”, “Bagnacavallo”, “Bagnarolo”, “Baricello”, “Belricetto 1”, “Belricetto 2”, “Boncellino”, “Bonegaio”, “Budrio”, “Ca' Bettola”, “Canale dei Molini”, “Cocchi”, “Coroncina”, “Ex cava fornace Violani”, “Filo”, “Fiume Santerno”, “Fruttagel”, “Fusignano”, “Glorie di Bagnacavallo”, “Golfari”, “Lavezzola”, “Lugo”, “Massalombarda”, “Mondaniga”, “Morsiani”, “Naviglio”, “Passo della Regina”, “Pieve Masiera”, “Ponte Pianta”, “Quarantola”, “Rossetta”, “San Lorenzo”, “San Patrizio”, “San Severo”, “Sant'Agata Stazione”, “Spazzate”, “Stuoie”, “Taglio Corelli”, “Tamerici”, “Torchi”, “Traversara”, “Trebeghino”, “Valle Serrata”, “Valletta”, “Villa Pianta”, “Villa Prati”, “Villa San Martino1”, “Voltana”, “Zagonara”, “Zeppa;
  • in ATC RA02, “Ammonite”, “Azienda Libertà e Lavoro”, “Ca' Ridolfi”, “Camerlona”, “Campolongo”, “Carraie”, “Casemurate Vivaio”, “Castiglione”, “Centro Iperbarico-Circondario 2 e 4”, “Chiesuola”, “Chiusa San Marco”, “Circondario S.P. Vincoli”, “Circondario 1”, “Circondario 2”, “Conventello”, “Filetto”, “Fiume Ronco”, “Fiume Savio”, “Gambellara”, “Godo”, “La Cavallina”, “La Spreta”, “Manzone”, “Monaldina”, “Montaletto 1”, “Montaletto 2”, “Osteria”, “Piangipane 2”, “Pisignano”, “Pisignano Aeroporto”, “Porcilaia”, “Ragone”, “Raspona”, “Ravenna”, “Russi”, “San Bartolo”, “San Giacomo”, “San Marco”, “San Michele”, “San Pietro in Campiano 1”, “San Romualdo”, “San Zaccaria”, “Sant'Alberto”, “Santerno 1”, “Santerno 2”, “Santo Stefano”, “Savarna”, “Standiana”, “Villanova 1”, “Villanova 2”, “Zona Mezzano”;
  • in ATC RA03, “A14”, “Borello”, “Borgo Tulliero”, “Boruso”, “Bosco Serra”, “Brisighella 1”, “Brisighella 2”, “Bucaccia Castello”, “Bucci-Zardi”, “Campiano-Fiume Senio”, “Cantrigo”, “Casola Valsenio”, “Corleto”, “Fossolo”, “Galisterna”, “Granarolo”, “Il Poggio Riolo”, “Marzeno”, “Monte Romano”, “Orto Bertoni”, “Pergola”, “Pieve Cesato”, “Prada (Faenza)”, “Reda”, “San Biagio”, “San Giovannino”, “Serra Barrosche”, “Serraglio Contessa”, “Solarolo”, “Toranello”, “Tramonti San Cassiano”, “Via Canovetta”, “Villa Gessi”;

- conferma delle aree di protezione istituite nell’ambito del piano di destinazione faunistico-venatoria dei terreni del demanio regionale della provincia di Ravenna, di seguito specificate:

  • Oasi di protezione denominate “Alto Senio 1”, “Alto Senio 2”, “Alto Senio 3” e “Sintria-Alto Lamone”;

- con nota PG/2020/154284 del 21 febbraio 2020 il predetto Servizio Territoriale di Ravenna convocava la Commissione Consultiva Territoriale di cui al comma 2 dell’art. 10 della L.R. n. 8/1994 per la presentazione e l’illustrazione della predetta proposta;

- a seguito delle misure di contrasto e contenimento al diffondersi del virus COVID-19, la sopramenzionata convocazione veniva annullata e stante l’urgenza per la ridefinizione della zone di protezione del territorio di competenza, il Servizio Territoriale trasmetteva la predetta proposta, con nota PG/2020/206080 del 9 marzo 2020, a tutti i componenti della Commissione consultiva territoriale con richiesta di espressione di parere entro il 13 marzo 2020 ovvero di silenzio in caso di approvazione;

- con nota NP/2020/19506 del 25 marzo 2020 il Servizio Territoriale trasmetteva al Servizio Attività faunistico-venatorie e pesca il verbale NP/2020/19485 relativo al risultato favorevole della consultazione avvenuto con modalità coerenti e rispettose delle misure di contrasto e contenimento al diffondersi del virus COVID-19 disposte dalle autorità nazionali e regionali;

Dato atto che le suddette Oasi e ZRC proposte dal Servizio Territoriale Agricoltura Caccia e Pesca di Ravenna per la maggior parte costituiscono una conferma o modifica di ambiti protetti, individuati nella precedente pianificazione provinciale, alcuni con valenze ambientali e faunistiche coincidenti con siti di interesse comunitario per i quali si prospettano norme di tutela;

Rilevato che, in ottemperanza ai disposti di cui all'art. 19, comma 4, della L.R. n. 8/1994 ed in attuazione dei macro-obiettivi di pianificazione sopra indicati, è necessario mantenere costante la percentuale di aree protette, al fine di garantire una distribuzione omogenea su scala regionale del territorio tutelato; pertanto la percentuale minima prevista dalla legge nazionale dovrà essere rispettata in ogni Unità Territoriale Provinciale;

Verificata la coerenza della proposta d’istituzione degli istituti faunistici con finalità pubblica pervenuta dal Servizio Territoriale Agricoltura, caccia e pesca di Ravenna alle indicazioni espresse in materia dal vigente PFVRER 2018-2023;

Ritenuto, pertanto, di procedere:

- alla proposta di perimetrazione per l'istituzione delle Oasi di protezione e delle Zone di Ripopolamento e Cattura nel territorio di Ravenna, come rappresentate negli allegati 1 e 2 presente atto, quali parti integranti e sostanziali del medesimo;

- alla conferma delle aree di protezione istituite nell’ambito del piano di destinazione faunistico-venatoria dei terreni del demanio regionale della provincia di Ravenna, come rappresentate nell’allegato 3 al presente atto, quale parte integrante e sostanziale del medesimo;

Rilevato che tutte le aree non ricomprese nel presente atto sono da intendersi non più soggette agli istituti di protezione di cui all’art. 19 della Legge Regionale n. 8/1994;

Dato atto che con la costituzione delle zone protette l'Ente persegue l'interesse pubblico di tutela della fauna selvatica;

Ritenuto infine di dare mandato al Responsabile del Servizio Attività faunistico-venatorie e pesca di provvedere alla pubblicazione sulle pagine web del Portale Agricoltura, Caccia e Pesca della cartografia di cui ai predetti Allegati 1, 2 e 3 elaborata in formato “shapefile”;

Ritenuto, altresì, anche alla luce della L.R. n. 13/2015 e dei provvedimenti di riordino sopra richiamati, di demandare al Responsabile del Servizio Territoriale Agricoltura, caccia e pesca di Ravenna lo svolgimento delle fasi di notifica e di istruttoria prevista dal citato art. 19, commi 5 e 6, della L.R. n. 8/1994, in merito alle proposte di istituzione delle zone protette;

Dato atto inoltre che l’art. 19 della L.R. n. 8/1994, non stabilisce la durata del vincolo di destinazione delle zone di protezione mentre, al comma 9 dello stesso articolo, stabilisce che possano essere revocate esclusivamente al termine della stagione venatoria e previo recupero della fauna selvatica presente mediante la cattura ovvero l'allontanamento con mezzi ecologici;

Ritenuto al riguardo opportuno determinare una scadenza dei suddetti istituti faunistici e dell’

Visto il Decreto Legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” e successive modifiche;

Richiamata la propria la deliberazione n. 83 del 21 gennaio 2020, recante “Approvazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione e della trasparenza 2020-2022”, ed in particolare l'allegato D, recante la nuova “Direttiva di indirizzi interpretativi per l’applicazione degli obblighi di pubblicazione previsti dal D.lgs. n. 33 del 2013 Attuazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione 2020-2022”;

Vista la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 “Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna” e ss.mm.i., ed in particolare l’art. 37, comma 4;

Richiamate infine le proprie deliberazioni:

- n. 2416 del 29 dicembre 2008 recante “Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull’esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della delibera 450/2007" e successive modifiche ed integrazioni, per quanto applicabile;

- n. 468 del 10 aprile 2017 recante “Il sistema dei controlli interni nella Regione Emilia-Romagna”;

- n. 1059 del 3 luglio 2018 recante “Approvazione degli incarichi dirigenziali rinnovati e conferiti nell'ambito delle Direzioni Generali, Agenzie e Istituti e nomina del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT), del Responsabile dell'Anagrafe per la stazione appaltante (RASA) e del Responsabile della protezione dei dati (DPO)”;

Viste altresì le circolari del Capo di Gabinetto del Presidente della Giunta regionale PG/2017/0660476 del 13 ottobre 2017 e PG/2017/0779385 del 21 dicembre 2017 relative ad indicazioni procedurali per rendere operativo il sistema dei controlli interni predisposte in attuazione della propria deliberazione n. 468/2017;

Attestata la regolarità dell’istruttoria e dell’assenza di conflitti di interesse da parte del Responsabile del procedimento;

Dato atto dei pareri allegati;

Su proposta dell'Assessore all'Agricoltura e Agroalimentare, Caccia e Pesca, Alessio Mammi;

A voti unanimi e palesi

delibera:

1) di richiamare le considerazioni formulate in premessa, le quali costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto;

2) di approvare, in attuazione del Piano faunistico-venatorio regionale dell’Emilia-Romagna 2018-2023, la proposta di perimetrazione per l'istituzione delle Oasi di protezione e delle Zone di Ripopolamento e Cattura nel territorio di Ravenna, descritte e rappresentate negli allegati 1 e 2 della presente deliberazione del quale costituiscono parte integrante e sostanziale;

3) di confermare le Oasi di protezione istituite nell’ambito del piano di destinazione faunistico-venatoria dei terreni del demanio regionale già approvato con propria deliberazione n. 1368 del 30 settembre 2013, denominate “Alto Senio 1”, “Alto Senio 2”, “Alto Senio 3” e “Sintria-Alto Lamone” e rappresentate nell’Allegato 3 della presente deliberazione del quale costituisce parte integrante e sostanziale;

4) di dare mandato al Responsabile del Servizio Attività faunistico-venatorie e pesca di provvedere alla pubblicazione sulle pagine web del Portale Agricoltura, Caccia e Pesca della cartografia di cui ai predetti Allegati 1, 2 e 3 elaborata in formato “shapefile”;

5) di demandare al Responsabile del Servizio Territoriale Agricoltura, caccia e pesca di Ravenna lo svolgimento delle fasi di notifica e di istruttoria previste dal citato art. 19, commi 5 e 6, della L.R. n. 8/1994, in merito alle proposte di perimetrazione per l’istituzione delle zone protette di cui al precedente punto 2);

6) di stabilire che al termine delle fasi di notifica e di istruttoria di cui al precedente punto 5) il Servizio Territoriale Agricoltura, caccia e pesca di Ravenna, entro i successivi 10 giorni, dovrà comunicare al Servizio Attività faunistico-venatorie e pesca, al fine di procedere all'adozione dell'atto finale di istituzione delle zone protette di che trattasi, quanto segue:

  • i modi e i tempi dell’avvenuta pubblicizzazione del presente atto presso i Comuni e le frazioni o borgate interessati;
  • la percentuale delle opposizioni motivate a loro pervenute;

7) di definire, altresì, che il vincolo di protezione delle zone indicate ai precedenti punti 2) e 3) sia corrispondente a quello del Piano faunistico-venatorio regionale 2018-2023, approvato con deliberazione dell’Assemblea Legislativa 6 novembre 2018, n. 179, ovvero fino al termine della stagione venatoria 2023/2024;

8) di dare atto che tutte le aree non ricomprese nella presente deliberazione sono da intendersi non più soggette agli istituti di protezione di cui all’art. 19 della Legge Regionale n. 8/1994;

9) di dare atto, che per quanto previsto in materia di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni, si provvederà ai sensi delle disposizioni normative e amministrative richiamate in parte narrativa;

10) di disporre infine la pubblicazione in forma integrale della presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna Telematico, dando atto che il Servizio Attività faunistico-venatorie e pesca provvederà a darne la più ampia diffusione anche sul sito internet E-R Agricoltura e Pesca.

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