n.163 del 14.06.2017 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 4611 - Risoluzione sull’istituzione di un sistema di difesa civica nazionale. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Prodi, Ravaioli, Mumolo, Lori, Serri

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

numerosi e ineludibili sono i documenti internazionali che negli ultimi vent’anni, a contrappeso dei poteri statuali esecutivi e a tutela dei diritti legittimi delle persone, hanno autorevolmente motivato l’attivazione di istituti nazionali di Difesa Civica;

in particolare, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e dalla Carta di Nizza sui diritti fondamentali dell’UE, sono discese le risoluzioni ONU 48/134 e 327/2011, nonché la Risoluzione 1959/2013 dell’Assemblea del Consiglio d’Europa, a raccomandare la presenza in ogni Stato di un’Autorità autonoma e indipendente (c.d. Ombudsman) avente funzione di tutela dei diritti di cittadinanza delle persone, rispetto a mancanze o discriminazioni da parte delle Pubbliche Amministrazioni.

Rilevato che

l’Italia rimane l’unico Paese, all’interno dell’Unione Europea, a non essersi ancora dotato di una Difesa Civica nazionale, nonostante la presenza di un Ombudsman nazionale sia parametro di democraticità e requisito per l’adesione all’UE, e nonostante il Coordinamento nazionale dei Difensori civici regionali ne abbia da tempo sottolineato la necessità a fronte di una crescita dei bisogni di tutela delle persone nel campo dei diritti umani, sociali e di salute in coerenza con i principi della Carta Costituzionale;

il Coordinamento dei Difensori civici Regionali e delle Province Autonome, in particolare con la propria Carta di Ancona del 2013, ha evidenziato come la istituzione di altre figure autonome nazionali di Garanzia, quali il Garante dei Detenuti e dei Minori già previsti a livello di Regioni, abbia confuso il quadro di tutele che i cittadini e le cittadine hanno a disposizione e lasciato nell’ombra gli istituti di Difesa Civica a livello territoriale, inducendo ad un ricorso giuridisdizionale eccessivo da parte della cittadinanza contro atti della P.A. e, al tempo stesso, non realizzando i risparmi sulla spesa pubblica auspicati e perseguiti.

Considerato che

molti Stati europei ed extraeuropei hanno affidato all’ Ombudsman/Difensore Civico mandato generale di tutela nei confronti di tutte le P.A., individuandolo fra l’altro come organismo di garanzia per l’attuazione del Protocollo Opzionale per la Prevenzione della Tortura (OPCAT);

il regolamento UE n. 2016/1624 del 14 settembre 2016 ha introdotto un diritto di denuncia delle violazioni dei diritti fondamentali nell’ambito delle operazioni dell’agenzia europea Frontex, con obbligo per ogni Stato membro di individuare la relativa Autorità di garanzia, e le istituzioni preposte ai diritti dei migranti hanno già espresso il loro parere a favore dell’Ombudsman;

anche nel campo della salute si evidenzia una nuova disposizione normativa, la L. 24/2017, che accresce le competenze del Difensore Civico regionale affidandogli la tutela dei cittadini nei confronti dei professionisti sanitari.

Evidenziato che

le situazioni giuridiche dei Difensori Civici sono disomogenee sui territori sia per strumenti che per strutture operative, di conseguenza difformi nel Paese sono il grado di conoscenza dei cittadini rispetto a questo Istituto, le performance rese e l’efficacia degli interventi di suasion esercitati sulla P.A.

Impegna la Giunta

ad attivarsi nelle sedi nazionali competenti per far sì che il Parlamento Italiano recependo le raccomandazioni e risoluzioni richiamate, in linea con i principi della Carte europee, istituisca finalmente un sistema di Difesa Civica nazionale sul modello dell’Ombudsman, che rafforzi la riconoscibilità dell’istituto e le garanzie per i cittadini e le persone;

a inserire nella valutazione e discussione sul tema, la possibilità di istituire a livello nazionale un coordinamento degli Istituti di Garanzia a tutela dei diritti di cittadinanza nei confronti della Pubblica Amministrazione al fine di integrare nel modo più funzionale ed efficace le risorse umane e strumentali, nonché i processi di gestione integrata del sistema per l’effettiva esigibilità dei diritti.

Approvata all’unanimità dalla Commissione per la parità e per i diritti delle persone nella seduta del 10 maggio 2017

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