n.178 del 15.06.2016 periodico (Parte Seconda)

Oggetto n. 2645 - Risoluzione per impegnare la Giunta a rafforzare le azioni di comunicazione, promozione e sostegno nei confronti degli Enti locali circa le norme, le misure e gli strumenti a loro disposizione per prevenire, disincentivare e combattere le dipendenze da gioco d'azzardo patologico, intervenendo inoltre sulla L.R. 5/2013 al fine di recepire quanto stabilito in sede di Conferenza Unificata. A firma dei Consiglieri: Ravaioli, Marchetti Francesca, Iotti, Serri, Poli, Zoffoli, Bagnari, Prodi, Montalti, Caliandro, Soncini, Rontini, Zappaterra, Mumolo, Paruolo, Pruccoli

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

premesso che

negli ultimi anni, connotati dalla crisi economica internazionale, il fenomeno del gioco d’azzardo patologico (G.A.P.) ha assunto dimensioni preoccupanti andando a costituire una vera e propria piaga sociale per il nostro Paese e la nostra regione.

Nel 2015 sono stati 1.300 i soggetti con patologie collegate alla dipendenza dal gioco in carico ai circa 40 punti di accoglienza e trattamento regionali, afferenti ai Servizi dipendenze patologiche delle Aziende Usl e ai soggetti accreditati del Terzo settore, compresa la struttura dedicata esclusivamente al trattamento breve residenziale di giocatori, nell’ambito del progetto “Pluto”, attivo nel territorio dell’Ausl di Reggio Emilia.

Dal 2013 al 2014 è stato osservato un aumento di casi pari al 15%, ma se si prende in considerazione il periodo 2010-2014 l'incremento dell'utenza Sert per gioco d'azzardo è stato del 120%.

Evidenziato che

In Italia il giro economico collegato al gioco d’azzardo legalizzato corrisponde alla cifra di 85 miliardi di euro annui; cifra che dall’inizio della crisi ad oggi è aumentata di circa 6 milioni di euro.

Il gioco d’azzardo riguarda spesso persone con uno stato economico precario se non fortemente disagiato; si è inoltre registrato un sensibile aumento del fenomeno anche nella fascia adolescenziale e giovanile della popolazione, specie per ciò che riguarda il gioco on line.

A livello regionale il gioco illegale comporta una spesa media pro capite di oltre 1.800 euro l'anno, tra i soli individui maggiorenni. Il consumo di gioco d’azzardo in rapporto al PIL vede al primo posto Rimini con un 6 per cento, passando per il 5,62 per cento di Reggio Emilia e il 5 per cento di Modena, Parma e Ferrara. Solo le province di Forlì-Cesena, Bologna e Ravenna si attestano sotto il 4,50 per cento del PIL, cifra comunque importante.

Considerato che

La Regione Emilia-Romagna, con l’approvazione della legge regionale 4 luglio 2013 n. 5, si è dimostrata fortemente determinata nel cercare di contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico e le sue ricadute personali, familiari e sociali.

Le misure prescritte nella legge regionale si pongono come principale finalità quella di definire i principi generali e gli strumenti per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico in collaborazione con istituzioni scolastiche, Enti locali, Aziende sanitarie locali, Terzo settore ed associazioni.

Visto che

In attuazione della suddetta legge regionale, sono stati realizzati i previsti corsi di formazione obbligatori per i gestori di locali dedicati al gioco. Al 31/12/2015 sono stati realizzati 42 corsi che hanno coinvolto 800 gestori.

In data 23/3/2016 si è insediato ufficialmente l’Osservatorio regionale sul fenomeno del G.A.P., di cui fanno parte esperti in materia di politiche per la salute mentale e le dipendenze patologiche, di politiche sociali, di politiche per la sicurezza e polizia locale, di politiche per il commercio, nonché rappresentanti degli Enti locali suggeriti da Legautonomie - ANCI e dell’Ufficio scolastico regionale.

Per i prossimi mesi sono programmate attività formative sia a livello regionale che territoriale, rivolte al personale degli sportelli sociali, del servizio sociale professionale e dei centri per le famiglie operanti nei comuni, affinché acquisiscano maggiori strumenti di riconoscimento dei segni di patologia da G.A.P. nelle famiglie che si rivolgono ai servizi sociali, per un tempestivo invio ai servizi di cura.

Sottolineato che

La gestione del marchio “SlotfreE-R” è stata compiutamente delegata ai Comuni attraverso una modifica dell’art. 7 della legge regionale 5/2013, che prevede che sia il Comune dove ha sede l’esercizio commerciale a rilasciare il marchio e ad istituire un pubblico elenco degli esercizi in possesso di tale marchio.

Per il 2016 la Regione ha curato la prima ristampa delle vetrofanie (circa 3.000 copie) del marchio “SlotfreE-R” che vengono inviate su richiesta ai Comuni. Diversi Comuni hanno organizzato momenti di sensibilizzazione pubblica sul G.A.P., con la consegna contestuale delle vetrofanie, con il coinvolgimento delle associazioni “Giocatori Anonimi” e “Gamanon” (famigliari di giocatori), con le quali la Regione ha firmato un protocollo di collaborazione.

I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie previste dall’art. 6 della legge regionale 5/2013 in caso di inosservanza delle disposizioni che riguardano il personale e l’allestimento delle sale da gioco, sono destinati al finanziamento dei piani di zona di ambito distrettuale per le finalità di contrasto al G.A.P.

L’art. 4 della legge regionale 2/2015 ha consentito un più rigoroso controllo da parte delle amministrazioni comunali per il rilascio delle licenze per l’apertura di sale da gioco, in particolare sui processi di nuova costruzione o di recupero delle sale, di mutamento da qualunque destinazione d'uso a sala da gioco e per la raccolta di scommesse, con o senza opere edilizie, nonché del rilascio del certificato di conformità edilizia e di agibilità.

Preso atto che

Con modifica apportata alla norma regionale dalla successiva legge regionale 22/2015, si è inoltre previsto che la Regione realizzi funzioni di assistenza tecnica, giuridica, consulenziale e progettuale nei confronti degli Enti locali in merito alla disciplina e alle autorizzazioni relative alle sale giochi, con particolare riguardo agli orari di apertura, ai requisiti architettonici, strutturali, edilizi e dimensionali e all’ubicazione. Nel frattempo, si procederà ad una raccolta degli strumenti normativi adottati dai diversi comuni attraverso ordinanze e regolamenti sulle materie citate allo scopo di uniformare le normative comunali e di prevenire eventuali ricorsi. A differenza di quanto avvenuto in altre regioni, la modifica non ha però definito distanze specifiche delle sale da gioco da obiettivi sensibili quali, ad esempio, le scuole.

Entro l’estate 2016 è prevista l’approvazione del nuovo testo unico sulla legalità, che prevede interventi per la prevenzione dell’usura connessa al G.A.P., in collaborazione permanente con i centri antiusura e preclude la possibilità di concedere il patrocinio ad eventi che pubblicizzino il gioco d’azzardo.

La tematica del gioco d’azzardo è stata inserita nel “Piano Regionale della Prevenzione 2015-2018”, nello specifico nel “Setting scuola”, nella scheda “Fra rischio e piacere”. Nell’attuale anno scolastico, come previsto negli indicatori della scheda, ci sono tre istituti scolastici che sperimentano il progetto (uno nel territorio dell’Ausl di Ferrara, uno in quello dell’Ausl di Modena e il terzo nel territorio dell’Ausl di Reggio Emilia). Altri istituti stanno comunque sperimentando diverse progettualità su questo tema, in collaborazione con i professionisti sanitari e spesso in applicazione di delibere comunali che delineano piani di intervento e di contrasto al G.A.P. anche sul piano educativo e scolastico.

L’emendamento approvato nel dicembre 2015 al bilancio regionale, che consente di destinare 150 mila euro per le azioni di promozione e sostegno degli esercenti che dismettono le attività di gioco d’azzardo, va nella direzione di assistere coloro che, pure rinunciando a una fonte di sicuro introito economico, decidono di promuovere la cultura “no slot”.

Tali risorse costituiranno un fondo che verrà erogato ai Comuni attraverso un bando per agevolare le azioni degli esercenti slot free, in particolare, a favore dei titolari di attività che rimuovano gli impianti di slot machine e/o videolottery, attraverso un contributo a titolo di credito d’imposta, da fare valere come compensazione dei tributi comunali quali TARI, TASI, IMU.

Rilevato inoltre che

Il decreto Balduzzi (decreto legge 158/2012, convertito nella legge 189/2012) aveva previsto una progressiva ricollocazione delle sale con gli apparecchi da gioco che risultano territorialmente prossimi a istituti scolastici primari e secondari, strutture sanitarie ed ospedaliere, luoghi di culto”. In assenza del decreto attuativo, diverse Regioni e numerosi Comuni hanno disciplinato la materia prevedendo una distanza minima da suddetti “luoghi sensibili”.

In base alla più recente giurisprudenza, numerose sentenze di TAR e Consiglio di Stato (si veda sentenza TAR Friuli-Venezia Giulia n. 392 del 2015 e quella del Consiglio di Stato n. 5251 del 2014) hanno respinto i ricorsi presentati da titolari di esercizi commerciali sul tema delle distanze delle sale da gioco da luoghi sensibili, facendo riferimento alla competenza espressamente attribuita loro dalle leggi regionali e giustificando i limiti alla libera iniziativa privata attraverso il riferimento a ragioni imperative di interesse nazionale.

Tuttavia, dalla lettura della sentenza n. 579 del 2016 del Consiglio di Stato, in merito al ricorso presentato dal Comune di Bologna per la revisione della sentenza del TAR, che aveva dichiarato illegittimo il Regolamento comunale nella parte in cui prevede una distanza minima di 1.000 metri delle sale da gioco dalle scuole, emerge la necessità che le amministrazioni comunali agiscano nell’ambito di una norma legislativa, la cui potestà viene riconosciuta in capo alle Regioni, che definisca le distanze minime.

Reso infine noto che

La legge di stabilità per il 2016, all’art. 1, comma 936, al fine di definire criteri e principi uniformi sul territorio nazionale indica nella Conferenza Unificata la sede deputata a definire le caratteristiche dei punti di vendita ove si raccoglie gioco pubblico, nonché i criteri per la loro distribuzione e concentrazione territoriale.

Il termine fissato per l’intesa era il 30 aprile, ma la discussione sull'intesa, calendarizzata solo il 5 maggio scorso, è stata nuovamente rinviata su richiesta delle Regioni, al fine di vagliare attentamente il quadro legislativo già esistente per trarne il miglior risultato possibile.

Si impegna la Giunta

a rafforzare le azioni di comunicazione, promozione e sostegno nei confronti degli Enti locali, rispetto alle norme adottate, alle misure messe in essere e agli strumenti di cui tali Enti possono usufruire per prevenire, disincentivare e combattere le dipendenze da gioco d’azzardo patologico;

ad intervenire rapidamente sulla legge regionale 5/2013, disciplinando in particolare la materia relativa alle distanze delle sale slot dai luoghi sensibili, in coerenza con quanto stabilito in sede di Conferenza Unificata, esprimendo fin da quella sede la necessità di disciplinare tale materia;

a dare immediata attivazione a quanto previsto dall’art. 7 bis, comma 3, delle legge regionale 5/2013.

Approvata a maggioranza dalla Commissione IV Politiche per la Salute e Politiche Sociali nella seduta del 23 maggio 2016.

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