n. 136 del 13.10.2010 periodico (Parte Seconda)

Approvazione programma attuativo previsto dall'intesa sugli interventi di conciliazione siglata in conferenza unificata il 29/04/2010.

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 

Visti:

- l’art. 19, comma 3, del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, che ha istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, al fine di promuovere le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità;

- il Decreto del Ministro per le Pari Opportunità del 12 maggio 2009, art. 1, lettera a), che destina parte delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità, fino a € 40.000.000,00, alla realizzazione di “un sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro” e che stabilisce che i “criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative nonché il monitoraggio degli interventi realizzati” siano definiti mediante specifica intesa ai sensi dell’art. 8 comma 6 della legge 131/2003;

- l’Intesa siglata in Conferenza unificata il 29 aprile 2010, sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative nonché il monitoraggio del sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di cui al Decreto del Ministro per le pari opportunità del 12 maggio 2009 inerente la ripartizione delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per l’anno 2009;

Considerato che l’Intesa sopra richiamata:

- all’art. 2, indica le seguenti finalità generali da perseguire da parte delle Regioni nell’ambito della propria autonomia legislativa e programmatoria

a) creazione o implementazione di nidi, nidi famiglia, servizi e interventi similari definiti nelle diverse realtà territoriali;

b) facilitazione per il rientro al lavoro di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale o per motivi comunque legati ad esigenze di conciliazione anche tramite percorsi formativi e di aggiornamento, acquisto di attrezzature hardware e pacchetti software, attivazione di collegamenti ADSL, ecc;

c) erogazione di incentivi all’acquisto di servizi di cura in forma di voucher/buono per i servizi offerti da strutture specializzate o in forma di “buono lavoro” per prestatori di servizio;

d) sostegno a modalità di prestazione di lavoro e tipologie contrattuali facilitanti come banca delle ore, telelavoro, part time, programmi locali dei tempi e degli orari, ecc.;

e) altri eventuali interventi innovativi e sperimentali proposti dalle Regioni, purché compatibili con le finalità dell’intesa stessa;

- all’art. 3, comma 8, prevede tra l’altro che alle Regioni sia affidata la predisposizione, in accordo con ANCI e UPI regionali, e la trasmissione del programma attuativo che ricomprenda almeno tre delle finalità specifiche di cui all’art. 2 per le Regioni con attribuzione di risorse superiori ad Euro 1.500.000,00;

- all’Allegato A – Ripartizione risorse, assegna alla Regione Emilia-Romagna Euro 3.009.123,00; 

Considerato inoltre che la conciliazione è argomento trasversale, e che dunque è si è proceduto alla concertazione delle azioni proposte in particolare con gli Assessori competenti in materia di politiche del lavoro e di pari opportunità; 

Dato atto che sul programma allegato alla presente deliberazione, parte integrante e sostanziale del presente atto deliberativo, è stato acquisito l’accordo di ANCI Emilia-Romagna e UPI Emilia-Romagna con note rispettivamente del 20/9/2010 ns. prot. PG.2010.0231503 e del 22/9/2010 ns. prot. PG.2010.0231627 e acquisite agli atti del Servizio competente; 

Richiamata la L.R. 26 novembre 2001, n. 43 recante “Testo Unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna” e succ. mod.; 

Richiamate le proprie deliberazioni:

- n. 1057 del 24/7/2006, n. 1663 del 27/11/2006, n. 1151 del 24/7/2007 e n. 1173 del 27/7/2009;

- n. 2416 del 29 dicembre 2008, “Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull’esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla Delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della Delibera 450/2007” e succ. mod; 

Dato atto del parere allegato;

Su proposta dell’Assessore Promozione delle politiche sociali e di integrazione per l’immigrazione, volontariato, associazionismo e terzo settore, Teresa Marzocchi

a voti unanimi e palesi

delibera: 

1) di approvare il programma attuativo dell’”Intesa sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative nonché il monitoraggio del sistema di interventi per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro di cui al decreto del Ministro per le pari opportunità del 12 maggio 2009 inerente la ripartizione delle risorse del Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità per l’anno 2009”, siglata in Conferenza Unificata il 29/4/2010, allegato parte integrante e sostanziale del presente atto; 

2) di pubblicare il presente atto nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna.

ALLEGATO 

Regione Emilia-Romagna: Programma attuativo ai sensi dell’art. 3, c. 8, lett. A) dell’intesa sui criteri di ripartizione delle risorse, le finalità, le modalità attuative nonchè il monitoraggio del sistema di interventi per> favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, sottoscritta nella seduta del 29 aprile 2010 della Conferenza Unificata<b>

Servizi e dirigenti competenti: 

  • Servizio Politiche familiari, infanzia e adolescenza (Capofila e referente intervento a.1) Conciliazione tramite sostegno a servizi educativi per la prima infanzia e intervento e.1) Progetti innovativi territoriali per l’armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro) ) Viale Aldo Moro, 21 - 40127 Bologna

tel. 051/5277498 - 7497; fax: 051/5277075¸

e-mail infanzia mailto: infanzia@regione.emilia-romagna.it;

- Dirigente: Maura Forni tel. 051/5277499; mailto: mauforni@regione.emilia-romagna.it;

  • Servizio lavoro (referente intervento b.1) Orientamento professionale rivolto a donne adulte con metodologia “Retravailler” )

Viale Aldo Moro, 38 - 40127 Bologna;

tel.: 051/5273864 – 3893; fax: 051/5273894; mailto: lavoro@regione.emilia-romagna.it

- Dirigente: Paola Cicognani tel. 051/5273893;

mailto: pcicognani@regione.emilia-romagna.it;

  • Servizio Segreteria e Affari Generali della Giunta. Affari Generali della Presidenza. Pari Opportunità segiunta@regione.emilia-romagna.it; Viale Aldo Moro, 52 - 40127 Bologna; tel.: 051/5275738 -5340; fax: 051 5275785; mailto:

- Dirigente: Antonella Busetto tel 051/5275491;

mailto: abusetto@regione.emilia-romagna.it

1. Breve descrizione degli elementi di contesto socio-economico connessi agli interventi

Al 1 gennaio 2010 la popolazione residente in Emilia-Romagna conta 4.395.606 individui, di cui 2.259.640 donne (51,4%). In Emilia-Romagna è inoltre ancora forte il peso della popolazione anziana, pur attenuatosi nell’ultimo decennio, particolarmente per la presenza di cittadini stranieri, che, al 1 gennaio 2010, raggiunge il 10,5% della popolazione residente (a fronte di un’incidenza nel 2000 pari al 3,2%).

Al 31 dicembre 2007 il tasso di occupazione (15-64 anni) in Emilia-Romagna risulta il più alto d’Italia (70,3%), anche per quanto riguarda l’occupazione femminile (pari al 62%). Il tasso di occupazione dei cittadini non comunitari (UE 27) nello stesso periodo è pari al 69,2% (86,9% uomini e 48% donne). Quaderni di statistica, Regione Emilia-Romagna 2009.

Per quanto riguarda la popolazione anziana residente in Emilia-Romagna all’1/1/2010 questa è pari a 985.692 persone (22,42%) di cui l’11,5% > 75 anni e il 7,0% > 80 anni. Fra gli obiettivi regionali strategici per la non autosufficienza vi è il sostegno alla domiciliarità e le nuove opportunità assistenziali alle famiglie e in particolare: l’assistenza domiciliare, i servizi a sostegno del programma individualizzato di vita e di cura, la regolarizzazione e la qualificazione del lavoro delle assistenti familiari, l’accoglienza temporanea e di sollievo e le dimissioni ospedaliere protette.

Dall’ultima indagine ISTAT sulla natalità risulta inoltre che tra il 1995 e il 2008, nelle regioni del Centro e del Nord si osservano incrementi della natalità compresi tra l’11% e il 30% mentre nelle regioni del Sud, al contrario, tra il 1995 e il 2008 si osserva una riduzione delle nascite compresa tra il 5% e il 21%. Un caso a parte è quello dell’Emilia-Romagna, regione che a metà degli anni novanta mostrava i livelli di fecondità in assoluto più bassi e che ora registra oltre il 50% di nati in più.

In questo quadro, caratterizzato da una contemporanea crescita della popolazione infantile e di quella anziana, è evidente che la conciliazione riveste un’importanza fondamentale nella vita delle persone e delle famiglie, in particolar modo per quelle monogenitoriali. L’Emilia-Romagna ha da sempre investito sui servizi per la prima infanzia ed è la Regione con il più alto livello di copertura pari al 29% circa (dato al 31/12/2009) fonte: Sistema Informativo Servizi Prima Infanzia E-R) a fronte di una media nazionale del 12,7 % circa (dato al 31/12/2008, fonte: ISTAT – Indagine sugli interventi e i servizi sociali dei Comuni singoli e o associati). [1]

La conciliazione, per sua natura, coinvolge politiche trasversali e integrate: per tale motivo gli interventi proposti sono frutto della concertazione tra i tre Assessorati maggiormente coinvolti (Promozione delle politiche sociali, Lavoro, Pari opportunità).

Inoltre gli interventi di conciliazione, per essere efficaci, devono riferirsi al reale e specifico contesto sociale ed economico di vita delle famiglie: per questo si è optato per richiedere agli Enti locali la sperimentazione di interventi innovativi, in attuazione del principio di sussidiarietà verticale. 

2. Contesto legislativo e programmatorio di riferimento per l’attuazione degli interventi proposti per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro

 La Regione Emilia-Romagna, in riferimento alla famiglia, ha sviluppato una serie di politiche che si caratterizzano per una pluralità di interventi di sostegno alle funzioni familiari e genitoriali. La Regione sostiene la dimensione familiare in diversi documenti normativi, a partire dal nuovo Statuto regionale che all’art. 9 “riconosce e valorizza la funzione delle formazioni sociali e lo specifico ruolo sociale proprio della famiglia, promuovendo le condizioni per il suo efficace svolgimento”.

Con riferimento alla normativa di settore si ricordano provvedimenti generali, quali la legge regionale n. 27/89, che ha istituito i Centri per le famiglie, la legge regionale n. 2/03 che, all’art. 9, “sostiene il ruolo essenziale delle famiglie nella formazione e cura delle persone e nella promozione della coesione sociale, valorizza i compiti che la famiglie svolgono sia nella vita quotidiana, sia nei momenti di difficoltà e disagio legati all’assunzione di responsabilità di cura”, la legge regionale 14/08, in materia di politiche per le giovani generazioni, che riconosce e valorizza il ruolo delle famiglie e ne prevede il costante>sostegno anche tramite la rivisitazione dei compiti dei Centri per le famiglie. La stessa legge (come gi&#224; precedentemente la direttiva in materia di affidamento familiare e accoglienza in comunit&#224; DGR 84607), focalizza poi l’attenzione sulle famiglie di origine, raccomandando e spesso disponendo il sostegno alle famiglie in difficoltà, a quelle affidatarie ed adottive, in un’ottica di comunità solidale, che valorizza le capacità di chi chiede aiuto e sostiene l’azione di chi lo presta.

La L.R. 14/08 riserva particolare attenzione ai servizi per adolescenti, volti alla valorizzazione del tempo extrascolastico dei ragazzi e, allo stesso tempo, rappresentano un importante strumento di conciliazione per le famiglie.

La conciliazione dei tempi di vita e di quelli di lavoro passa anche attraverso i servizi alla persona, in particolare, dato il quadro statistico sopra riportato, i servizi all’infanzia e quelli alle persone anziane o comunque non autosufficienti, come riconosciuto dal vigente piano sociale e sanitario 2008/10 che, all’interno delle politiche dedicate alle famiglie ed alle responsabilità genitoriali, pone particolare attenzione sia alla qualificazione ed estensione della rete dei servizi dedicati alle famiglie, che alle politiche per la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro.

Da segnalare infine che dal 2007, la Regione ha regolamentato una serie di servizi per le persone anziane previsti dalla L.R. 3 febbraio 1994, n. 5 e ha istituito nel 2007 il Fondo regionale per la non autosufficienza che, accanto all’omologo Fondo nazionale finanzia, oltre ai servizi residenziali in ambito socio-sanitario, azioni dedicate all’assistenza domiciliare per anziani e disabili, per un importo pari a 86 milioni di Euro per l’anno 2010.

La rete dei servizi dedicati all´infanzia in età 0-3 anni (di cui alla L.R. 10 gennaio 2000, n.1 e ss.mm., e DCR 646/05) costituisce nella nostra regione una risorsa in grado di sostenere lo sviluppo e l´accompagnamento alla crescita dei bambini e delle bambine e, al tempo stesso, consente di facilitare la conciliazione dei tempi di lavoro, di cura e di vita delle famiglie dinanzi alle trasformazioni che hanno interessato la nostra società e che hanno inciso nell´organizzazione familiare facendo emergere nuovi stili di vita e nuovi bisogni.

Nel 2004 la Regione ha approvato (Dgr 1228/04), nell’ambito dei finanziamenti del Fondo nazionale per le politiche sociali, un bando (300.000,00 Euro), per il finanziamento di azioni ed interventi di armonizzazione dei tempi da parte dei Comuni singoli o associati. Si è trattato di una prima sperimentazione, nella quale sono state finanziate azioni e interventi già in atto, e non i progetti. Da quell’esperienza è emersa la grande varietà degli interventi conciliativi e la necessità di un loro forte radicamento sul territorio.   

3. Finalità generali che si intendono perseguire

Realizzare da subito interventi di conciliazione, anche per valutare come essi si possano utilmente attivare in tempi di crisi economica. Come previsto dall’Intesa, rafforzare la disponibilità di servizi e interventi per la conciliazione tra vita e lavoro, al fine di realizzare un sistema territoriale. 

4. Finalità specifiche

  1. creazione o implementazione di nidi, servizi integrativi, educatrici familiari, educatrici domiciliari e altri servizi sperimentali;
  2. facilitazione per il rientro al lavoro di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale o per motivi comunque legati ad esigenze di conciliazione;
  3. altri interventi innovativi e sperimentali proposti dagli Enti locali, compatibili con le finalità dell’Intesa e il quadro normativo regionale.

5. Descrizione degli interventi

Finalità a) creazione o implementazione di nidi, servizi integrativi, educatrici familiari, educatrici domiciliari e altri servizi sperimentali

Intervento a.1) Conciliazione tramite sostegno a servizi educativi per la prima infanzia

Contenuti: Sostenere la creazione o implementazione di una pluralità di offerte educative rappresentate anche da differenti tipologie di servizi, all’interno del sistema regionale dei servizi per la prima infanzia previsti dalla L.R. 1/2000 e successive modifiche e DCR 646/05.

Articolazione operativa: i finanziamenti saranno attribuiti tramite le Province a soggetti pubblici e privati, così come previsto dalla normativa regionale.

Attori pubblici e privati coinvolti: Province, Comuni, soggetti pubblici e privati. 

Aree territoriali interessate: tutto il territorio regionale. 

Risultati attesi: ampliamento, differenziazione e qualificazione della rete dei servizi educativi per la prima infanzia, anche al fine di supportare i bisogni delle famiglie di conciliare impegni di cura genitoriale e impegni professionali. 

Trasferibilità e sostenibilità: con questo intervento la Regione intende incrementare la pluralità di offerte educative rappresentate anche da differenti tipologie di servizi orientate a modelli organizzativi flessibili ed a specifici progetti pedagogici (nidi d’infanzia, servizi integrativi, educatrici familiari, educatrici domiciliari ed altri servizi sperimentali).

Finalità b) Facilitazione per il rientro al lavoro di lavoratrici che abbiano usufruito di congedo parentale o per motivi comunque legati ad esigenze di conciliazione  

Intervento b. 1) Orientamento professionale rivolto a donne adulte con metodologia “Retravailler”  

Contenuti: ricostruzione dell’esperienza professionale pregressa; valorizzazione delle competenze, anche acquisite in contesti informali o non formali; individuazione delle risorse e delle criticità personali; esplorazione delle aspettative, dei desideri, delle aspirazioni; analisi del piano di realtà e delle compatibilità; costruzione di un piano di re-inserimento professionale; tecniche di ricerca attiva del lavoro. 

Articolazione operativa: cinque moduli formativi di venti ore per ogni intervento

Per ciascuna delle nove Province dell’Emilia-Romagna è prevista la realizzazione di due interventi 

Attori pubblici e privati coinvolti: Centri per l’impiego, agenzie private per il lavoro, rappresentanti di parti sociali, imprenditori/trici, professioniste, esperti del mercato del lavoro locale. 

Aree territoriali interessate: tutte le province dell’Emilia-Romagna. 

Risultati attesi: Potenziamento dell’autostima delle partecipanti, aumento della capacità di ricerca attiva del lavoro, inserimento occupazionale delle partecipanti. 

Trasferibilità e sostenibilità: I singoli percorsi orientativi possono essere occasione di contemporanea formazione alla metodica di operatori/trici che svolgano la loro attività presso i Centri per l’Impiego delle diverse province, dunque l’attività può essere trasferita sui territori e diventare metodica che arricchisce le competenze professionali che ogni singola provincia mette a disposizione della ri-collocazione delle persone, con particolare attenzione al genere. Nelle annualità successive possono essere le stesse province con risorse proprie a riproporre le attività per promuovere azioni tese a migliorare i tassi di occupazione delle donne.   

Finalità e) Altri interventi innovativi e sperimentali proposti dagli Enti locali, compatibili con le finalità dell’Intesa e il quadro normativo regionale  

Interventi e.1) Progetti innovativi territoriali per l’armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro   

Contenuti

Alla luce degli specifici bisogni e risorse territoriali i Comuni, nell’ambito della propria realtà distrettuale, progettano attività ed azioni dedicate all’armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro delle famiglie, anche attraverso interventi inseriti in accordi locali tra enti pubblici e organizzazioni sindacali e imprenditoriali, fra questi ad esempio:

- sostegno a interventi per l’accoglienza prolungata presso i servizi educativi e le scuole e organizzazione di attività nei tempi pomeridiani extra scuola;

- azioni e interventi per il sostegno alla genitorialità nel periodo di astensione facoltativa dal lavoro (esempio: primo anno in famiglia);

- altri interventi territoriali conciliativi, in sintonia con lo spirito dell’Intesa.

La sperimentazione di attività innovative deve avvenire nel rispetto della normativa regionale riguardante i Servizi per la prima infanzia e le giovani generazioni 

Articolazione operativa

I finanziamenti per la realizzazione degli interventi verranno ripartiti a livello distrettuale e saranno programmati localmente nell’ambito della Programmazione territoriale anno 2011. 

Attori pubblici e privati coinvolti

pubblici:

- le Associazioni di Comuni e i Comuni capofila degli ambiti distrettuali. 

privati:

- le associazioni e i soggetti del terzo settore coinvolti nella realizzazione degli interventi di armonizzazione, eventuali organizzazioni e imprese interessate.

Aree territoriali interessate

Tutto il territorio regionale. 

Risultati attesi

Differenziare, implementare e qualificare la rete degli interventi dedicati alle famiglie con figli, con particolare riguardo al sostegno della continuità occupazionale, così da consentire alle famiglie di conciliare impegni di cura genitoriale e impegni professionali. 

Trasferibilità e sostenibilità

Le esperienze realizzate permetteranno alle famiglie, ai datori di lavoro e ai soggetti istituzionali coinvolti di sperimentare nuove modalità di armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro e nuove forme di sostegno alla genitorialità. Il possibile coinvolgimento dei rappresentanti delle categorie datoriali potrebbe portare ad esperienze di maggior flessibilizzazione e personalizzazione dell’orario di lavoro, trasferibili anche in altre realtà produttive. 

6. Interventi già programmati o in corso di attuazione a livello regionale per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e loro connessione con gli interventi proposti (art. 3 c.2)  

Voucher nidi

Erogazione di incentivi all’acquisto di servizi in forma di voucher per il servizio nido d’infanzia  

L’intervento, del quale si dà atto per completezza, riguarda il progetto “Voucher conciliativi” promosso dalla Regione Emilia-Romagna a partire dall’anno scolastico 2009/2010, dopo essere stato attuato in modo sperimentale per i comuni di Bologna e Modena nell’anno scolastico 2008/2009. 

Con tale progetto la Regione ha inteso supportare i bisogni di conciliazione tra impegni di carattere professionale e carichi di cura parentale espressi da lavoratrici e/ o lavoratori che abbiano bambini in età tra zero e tre anni da inserire in servizi educativi, al fine di sostenerne l’accesso, la permanenza nel mercato del lavoro e la progressione di carriera.

In concreto il progetto si è sostanziato nell’erogazione di assegni di servizio (voucher) alle famiglie residenti o domiciliate nel territorio della Regione Emilia-Romagna per l’inserimento dei propri figli in servizi educativi privati autorizzati, a condizione che entrambi i genitori o uno solo, in caso di famiglie mono genitoriali, siano risultati occupati e che il nucleo familiare abbia dichiarato un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) in corso di validità non superiore a € 35.000,00.

La finalità del voucher è di favorire l’accesso ai servizi dei nidi d’infanzia riducendo la spesa di frequenza a carico delle famiglie.

La copertura finanziaria è stata assicurata da risorse della programmazione 2007/2013 del Fondo sociale europeo (FSE), integrate da contributi comunali. Il valore massimo di ogni voucher finanziato dal FSE è stato pari a € 250,00 al mese, a cui si è sommato il contributo comunale per una quota percentuale non inferiore al 25% del costo complessivo del progetto.

Il primo anno di intervento è stato attivato mediante l’emanazione nel gennaio 2009 di un bando rivolto ai 38 Comuni capo distretto per le politiche socio-sanitarie, cioè i soggetti designati a ricevere e gestire i finanziamenti regionali. Sono state presentate 21 candidature, tutte validate. Successivamente, sulla base delle graduatorie delle famiglie assegnatarie dei voucher formulate dai comuni, sono state impegnate risorse di FSE pari a € 1.094.253,34 di FSE corrispondenti a 4.828 voucher da erogare a 500 famiglie assegnatarie.

Nel mese di ottobre 2009 si è dato poi corso al secondo anno di attuazione dell’intervento mediante la pubblicazione del secondo bando per la presentazione delle candidature riferite all’anno scolastico 2010/2011 da parte dei Comuni capo distretto.

Sono pervenute 22 candidature. Il numero totale dei voucher richiesti ha comportato la previsione di un finanziamento a carico del FSE pari a € 3.695.431,89. Sono attualmente in corso da parte dei comuni le procedure per la formulazione delle graduatorie delle famiglie assegnatarie dei voucher, che devono essere inviate alla Regione entro settembre.

L’impegno di spesa relativo al numero effettivo di voucher da erogare sarà assunto sulla base di tali graduatorie. 

Fondo regionale per la non autosufficienza (FRNA)  

Con le DGR 509/2007 e 1206/07 la regione Emilia-Romagna ha avviato il Fondo Regionale per la Non autosufficienza, definendo le linee di sviluppo per il triennio 2007-2009 e le priorità di intervento. Obiettivi strategici per il triennio sono oltre all’accoglienza residenziale in ambito socio sanitario, lo sviluppo degli interventi a sostegno della domiciliarità e di nuove opportunità assistenziali e sostegno delle famiglie.

Per quanto riguarda l’anno 2010 Il Fondo regionale per la non autosufficienza (FRNA), finanziato con risorse aggiuntive proprie della Regione, assicura lo sviluppo di interventi a sostegno del mantenimento a domicilio delle persone non autosufficienti, per un totale di € 86 milioni per la realizzazione di:

- Assegni di cura;

- Accoglienza temporanea di sollievo;

- Servizi a sostegno del programma individualizzato di vita e di cura (trasporti, pasti, ecc);

- Servizi consulenza e sostegno economico per l’adattamento domestico;

- Emersione e qualificazione del lavoro di cura delle assistenti famigliari;

- Programmi di sostegno delle reti sociali e di prevenzione soggetti fragili;

- Potenziamento accesso alle prestazioni/servizi e percorso presa in carico. 

7. Modalità di divulgazione degli interventi

Le attività e le azioni oggetto del presente programma, così come le successive fasi di realizzazione verranno diffuse tramite Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna Telematico, siti tematici regionali, provinciali e comunali, stampa locale e altre forme di diffusione più specifiche, a seconda delle diverse realtà locali. 

8. Descrizione delle modalità attuative degli interventi proposti

In considerazione della volontà di realizzare un sistema territoriale il più integrato possibile le azioni saranno oggetto di programmazioni territoriali quali: la programmazione annuale del piano di zona e le programmazioni provinciali dei servizi dedicati all’infanzia e alle famiglie. 

9. Contenuti data e modalità di attestazione dell’accordo con ANCI e UPI regionali

Il contenuto del presente programma è stato integralmente approvato ANCI Emilia-Romagna e UPI Emilia-Romagna con note rispettivamente del 20/09/2010 ns. prot. PG.2010.0231503 e DEL 22/09/2010 ns. prot. PG.2010.0231627 e acquisite agli atti del Servizio competente. 

10. Azioni di monitoraggio del programma

Oltre alla collaborazione al monitoraggio già previsto dell’Intesa (art.5 c.2 lettera c) si prevedono attività di monitoraggio così come definito nell’ambito della programmazione di cui al punto 8. 

11. Procedure aiuti di Stato

In riferimento al rispetto delle norme regolamentari in materia di concorrenza e aiuti di Stato, in tutte le successive fasi programmatorie i soggetti attuatori verranno richiamati all’obbligo relativo. 

[1] Fonti: Osservatorio Infanzia e Adolescenza – Regione Emilia-Romagna; Servizio Controllo Strategico e Statistica; Istat.

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