n.17 del 25.01.2017 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2393 - Risoluzione per impegnare la Giunta, in collaborazione con i Comuni ed i gestori delle mense, ad avviare sperimentazioni locali volte alla graduale sostituzione del pesce proveniente da paesi esteri con quello delle acque emiliano-romagnole, informando inoltre le famiglie in ordine all’importanza del sostegno delle produzioni locali di qualità. A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Montalti, Bagnari, Zoffoli, Lori, Campedelli, Rossi Nadia, Caliandro, Sabattini, Mori, Poli, Cardinali, Molinari, Rontini

Premesso che

Nelle mense scolastiche dell'Emilia-Romagna viene servito e poi consumato il Pangasio, pesce osseo di acqua dolce che cresce in Vietnam nelle acque del fiume Mekong.

Sul mercato europeo si presenta sotto forma di filetti privi di spine, di peso variabile dai 120 ai 250 grammi, venduti sfusi o in buste.

In media 100 gr di prodotto decongelato forniscono 80 - 90 chilocalorie, valore abbastanza basso, dovuto anche all’alto contenuto di acqua (80-85 g/100 g).

Rilevato che

Sebbene le normative vigenti nei luoghi di produzione facciano del Pangasio un prodotto molto controllato, che rispetta appieno gli standard richiesti per il commercio ed il consumo, è quantomeno singolare che si serva prodotto estero nelle mense scolastiche di una regione che vede nella pesca uno dei settori in grado di esprimere un conclamato ed eccellente livello qualitativo.

Considerato che

Servire pesce locale è un’azione indispensabile per sviluppare il potenziale di un campo così significativo come quello della pesca, per meglio conoscere e apprezzare i prodotti locali, per sostenere il settore sia a livello economico che di visibilità. Senza trascurare l’assoluta certezza dei controlli sanitari effettuati sui prodotti ittici locali.

Impegna la Giunta

ad avviare, in collaborazione con i comuni e dei gestori delle mense, sperimentazioni locali che perseguano la graduale sostituzione del pesce proveniente da paesi esteri con quello delle acque emiliano romagnole, accompagnando tale scelta con adeguata informazione alle famiglie, al fine di sottolineare l’importanza del sostegno alle produzioni locali di qualità;

a sostenere ed incoraggiare, presso le scuole e gli istituti di formazione, nell’ambito della sfera di propria competenza, progetti didattici legati all’educazione alimentare, intesa come conoscenza dei prodotti, delle etichette, della provenienza degli alimenti, della pericolosità del cibo e delle bevande con scarso apporto nutrizionale, del corretto consumo, del contrasto allo spreco, dello stile attivo, nonché dell’importanza dei prodotti tipici, biologici, a “chilometro zero” e “chilometro utile”, per accrescere negli studenti il senso di responsabilità sociale, verso la propria salute e l’ambiente, nonché il rispetto della biodiversità, in quanto conoscenze imprescindibili;

ad adottare iniziative per incentivare, nei bandi di gara per gli appalti pubblici di servizi e forniture di prodotti destinati alla ristorazione collettiva, l’utilizzo dei prodotti agroalimentari ecologici, provenienti, ove possibile, da filiera corta a “chilometro utile”.

Approvata all’unanimità dalla Commissione II Politiche economiche nella seduta del 19 dicembre 2016.

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