n.62 del 13.03.2013 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3568 - Risoluzione proposta dal consigliere Defranceschi per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte a stabilire criteri scientifici circa le attività svolte nei delfinari, tutelando la dignità degli animali, aumentando i controlli relativi alle norme vigenti in materia di benessere animale, sostenendo inoltre il divieto di importazione dei cetacei

Premesso che

sul territorio nazionale esistono 6 strutture che mantengono delfini in cattività, tutti della specie Tursiope (Tursiops truncatus); due di queste strutture si trovano nel territorio della Regione Emilia-Romagna, specificatamente, il delfinario di Rimini e il parco Oltremare di Riccione;

con il progredire degli studi di neurologia e neurofisiologia, appare sempre più evidente che i delfini - per sviluppo intellettivo, coscienza di sé, caratteristiche sociali ed ecologiche - sono assolutamente fra le specie animali la cui cattività pone serie questioni etiche e morali. Tali questioni stanno crescendo in maniera sempre più decisa anche nell'opinione pubblica, non più disponibile ad accettare il confinamento di questi animali nemmeno per scopi educativi; scopi che sono comunque largamente disattesi.

Considerato che

le Regioni, nell’esercizio delle proprie competenze in materia di tutela della salute umana ed animale ai sensi del modificato art. 117 della Costituzione ed alla luce della legge 20 luglio 2004 n. 189 (Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate), intervengono a disciplinare le modalità di corretta convivenza tra le persone e gli animali, nel rispetto delle esigenze sanitarie, ambientali e di benessere degli animali;

la Regione Emilia-Romagna ha adottato la legge n. 5 del 2005 in cui ha individuato specifiche responsabilità e doveri di chi si occupa o convive con un animale: a tutti gli effetti è ritenuto responsabile della sua salute e del suo benessere e deve provvedere alla sua idonea sistemazione, fornendogli adeguate cure ed attenzioni, tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici ed etologici secondo l´età, il sesso, la specie e la razza (art. 3 della legge);

l'Italia è una delle pochissime nazioni a livello europeo ad avere una specifica norma nazionale relativa al mantenimento in cattività di delfini (Tursiopi): il DM 496/2001. Tale normativa prevede, tra l'altro, che il mantenimento di esemplari appartenenti alla specie Tursiops truncatus è permesso solo nel caso in cui siano garantiti particolari programmi di educazione e ricerca.

Rilevato che

un recente rapporto pubblicato dalla Whale and Dolphin Conservation society ("EU ZOO INQUIRY 2011. DOLPHINARIA. A review of the keeping of whales and dolphins in captivity in the European Union and EC Directive 1999/22, relating to the keeping of wild animals in zoos" disponibile all'indirizzo http://tinyurl.com/9a4l32o) ha analizzato la rispondenza dei delfinari europei alla Direttiva CE 1999/22, prendendo in considerazione, per l'Italia, i delfinari di Roma, Fasano, Rimini e Riccione. Il report conclude, riguardo alle strutture italiane: "La normativa italiana, se correttamente applicata, avrebbe fornito ai visitatori dei delfinari italiani uno dei più alti livelli educativi tra i delfinari europei. Tuttavia, la nostra analisi dei volantini, degli spettacoli e dei pannelli informativi sulle specie, forniti nei quattro delfinari visitati in Italia durante l'inchiesta, suggeriscono una mancanza di applicazione delle norme. Nessun delfinario mostra pannelli informativi sui delfini e, sebbene tre forniscano volantini al pubblico in visita, nessuno di questi volantini fornisce informazioni sulle caratteristiche biologiche, la distribuzione naturale, lo stato di conservazione o le minacce che devono fronteggiare i cetacei in natura. Nei tre spettacoli analizzati, il tempo medio speso per dare messaggi educativi al pubblico era meno di quattro minuti, pari a una media del 14% del tempo totale dello show. I dati raccolti da questi spettacoli suggeriscono che questi non hanno uno scopo prevalentemente didattico";

i delfinari erano e restano strutture a carattere prettamente commerciale, in cui le finalità didattiche, educative e dirette alla conservazione delle specie rimangono secondarie e subordinate, appunto, all'aspetto commerciale (vedi, ad esempio, http://naturalresources.house.gov/uploadedfiles/marinotestimony04.27.10.pdf );

resta difficile operare controlli adeguati all'interno di queste strutture, e soprattutto conoscere e valutare come e a che livello siano soddisfatte le necessità di cure e controlli veterinari, arricchimento ambientale, esigenze sociali e comportamentali. In effetti, le recenti morti di due delfini presso il Parco Oltremare (rispettivamente il 31 maggio e il 3 luglio scorsi) non solo hanno suscitato una forte reazione dell'opinione pubblica, ma ne è scaturita un'indagine della Procura di Rimini, per "uccisione di animale" (art. 544 bis del Codice Penale). 

Valutato che

il "mercato" dei delfinari non si auto-sostiene, in quanto le morti di delfini in cattività superano le nascite; ciò significa che basterebbe vietare le importazioni di nuovi animali per, di fatto, sancire, sebbene con tempi lunghi, la fine naturale di queste strutture. In tal senso ha suscitato grandi reazioni positive la legge recentemente approvata in Svizzera che vieta l'importazione di cetacei nel territorio nazionale; a tale scopo si è purtroppo rivelata insufficiente l'iscrizione dei cetacei in Allegato A della Convenzione di Washington (Cites);

all'interno dell'Unione Europea, sono ormai circa il 50% le nazioni che non hanno più strutture con delfini in cattività: Estonia, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Austria, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria, Inghilterra e Cipro. In quest'ultimo paese, così come in Slovenia e in Croazia, è vietato per legge mantenere Cetacei in cattività.

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

impegna la Giunta e l’assessore competente

ad attivarsi affinché vengano stabiliti criteri di natura scientifica per valutare e misurare la quantità e la qualità delle attività educative e di ricerca svolte all'interno dei delfinari, come definite dal DM 496/2001;

ad attivarsi affinché vengano proibite, all'interno dei delfinari, tutte le attività in cui viene lesa la dignità degli animali coinvolti, per esempio con comportamenti e atteggiamenti non riscontrabili in natura;

ad incentivare i controlli degli organi preposti, sia nel numero che nella qualità degli stessi, affinché sia verificato il rispetto di tutti i criteri stabiliti dal DM 496/2001 e le normative nazionali relative al benessere animale;

ad attivarsi in sede di conferenza Stato-Regioni affinché anche il nostro Paese segua l'esempio degli altri paesi europei, dove almeno l'importazione di cetacei è stata vietata.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 27 febbraio 2013

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