n.340 del 20.11.2013 periodico (Parte Seconda)

Decreto di estinzione della Comunità Montana dell'Appennino Bolognese ai sensi dell'art. 32, comma 2, della L.R. n. 9/2013, in sostituzione del decreto del Presidente della Giunta regionale n. 76/2013

IL PRESIDENTE

(omissis)

decreta:

Art. 1

Estinzione della Comunità montana “Appennino bolognese”

1) La Comunità montana dell’Appennino bolognese è estinta per trasformazione in Unione di comuni montani denominata “Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese” composta dai Comuni di Castel di Casio, Castel d’Aiano, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Grizzana Morandi, Marzabotto, Monzuno, San Benedetto Val di Sambro e Vergato.

2) L’estinzione della Comunità montana avrà effetto dal 1° gennaio 2014.

3) L’insediamento degli organi dell’Unione deve avvenire tempestivamente e comunque non oltre la data di trasmissione all’Unione stessa della proposta di piano successorio predisposta dal Presidente della Comunità montana ai sensi dell’art. 11 della legge regionale n. 21/2012.

Art. 2

Effetti dell’estinzione

1) L’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese continua ad esercitare le funzioni ed i compiti delegati dalla legge regionale alla Comunità montana per tutti i Comuni montani precedentemente aderenti alla medesima Comunità montana ed è destinataria delle relative risorse; essa subentra altresì nel rapporto di lavoro con il personale assegnato all’esercizio di tali funzioni.

2) Allo stesso modo, tale Unione esercita le ulteriori competenze di tutela e promozione della montagna attribuite in attuazione delle disposizioni di cui all’art. 44, comma 2, della Costituzione e della normativa in favore dei territori montani.

Art. 3

Piano successorio

1) Entro venti giorni dalla pubblicazione del presente decreto, il Presidente della Comunità montana predispone un piano per la successione nei rapporti attivi e passivi e per il subentro dell’Unione, o di singoli Comuni, nelle specifiche funzioni riportate all’art. 11 della legge regionale n. 21/2012.

2) La proposta di piano successorio:

a) dispone che il riparto del patrimonio e delle risultanze contabili dell’ultimo bilancio di periodo, approvato dalla Comunità montana (tra cui il fondo di cassa ed i residui attivi) sia effettuato, di norma, per il 50% in proporzione alla popolazione residente alla data del 1 gennaio 2013, e per il residuo 50% in proporzione alla superficie territoriale, ovvero sulla base di diversi criteri di riparto stabiliti dallo stesso piano successorio;

b) individua le pratiche amministrative già avviate, in corso o protocollate, ivi comprese quelle relative al contenzioso pendente, gli enti che subentrano nelle stesse e gli eventuali rimborsi necessari;

c) dispone il subentro dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese alla Comunità montana con riguardo ai contributi già assegnati e/o concessi alla medesima a qualsiasi titolo dalla Regione - derivanti da risorse proprie, statali, o dall’Unione Europea; l’Unione subentrante si impegna a portare a termine i progetti finanziari, anche in collaborazione coi Comuni interessati non aderenti alla stessa, provvedendo ove occorra, all’aggiornamento degli atti di programmazione;

d) individua e programma gli interventi che devono essere realizzati sul territorio della preesistente Comunità montana, con riferimento sia agli interventi oggetto di contributi regionali assegnati ma ancora non programmati, che degli interventi finanziati direttamente dai Comuni con un contributo della Comunità montana;

e) effettua la ricognizione dei lavori in corso, delle opere e delle relative varianti, nonché dei relativi stati di avanzamento; individua quali forniture siano da acquisire e quali progetti, già redatti ed approvati, siano da appaltare a carico della gestione liquidatoria e quali a carico degli enti subentranti.

3) La proposta di piano successorio individua inoltre gli enti che subentrano nella titolarità, e, ove necessario, le quote di spettanza degli stessi, relativamente a:

a) diritto reali dei beni mobili ed immobili già di proprietà della soppressa Comunità montana previa ricognizione dello stato patrimoniale della Comunità montana e previa stima, ove necessaria, dei singoli beni;

b) mutui assunti dalla soppressa Comunità montana e oneri di ammortamento relativi con individuazione dei mutui oggetto di eventuale estinzione anticipata, di quelli oggetto di accollo o novazione soggettiva a carico degli enti che subentrano nell’immobile o nei lavori cui il mutuo è collegato; altri mutui a carico della Comunità montana soppressa e degli enti alla stessa subentranti;

c) rapporti tributari e fiscali di cui la preesistente Comunità montana sia risultata titolare alla data della soppressione;

d) quote di partecipazione societaria di cui la Comunità montana sia titolare alla data della soppressione;

e) altri rapporti convenzionali, contrattuali e giuridico patrimoniali di cui la preesistente Comunità montana sia titolare alla data della soppressione;

f) oneri e rapporti passivi di cui la preesistente Comunità montana sia risultata titolare alla data della soppressione;

g) attività e passività - ivi compresi, tra gli altri, i contributi ancora da liquidare a carico della Regione Emilia-Romagna - derivanti dall’esercizio delle gestioni associate dei Comuni, i beni e le risorse strumentali acquisiti per l’esercizio medesimo, le operazioni da compiere derivanti da eventuali previsioni statutarie, i contratti di lavoro a tempo determinato e di collaborazione coordinata e continuativa, stipulati in via esclusiva, e in corso, per l’esercizio di dette funzioni.

4) La proposta di piano successorio è trasmessa tempestivamente, e comunque in tempo utile per l’ultima seduta, al Consiglio della Comunità montana che ne prende atto. Contestualmente essa è trasmessa all’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese subentrante, per quanto di competenza, nonché ai Comuni di Porretta Terme, Granaglione, Camugnano e Lizzano in Belvedere che deliberano in merito alla sua approvazione entro e non oltre 10 giorni dal ricevimento della proposta stessa. Decorso inutilmente tale termine si applica l’art. 13, comma 3, della legge regionale n. 21/2012. Le delibere degli enti in merito all’approvazione del piano e la delibera di presa d’atto della Comunità montana devono essere trasmesse alla Regione entro il giorno successivo.

5) Il Consiglio comunitario, nell’ultima seduta utile prima dell’estinzione decorrente a far data dall'1/1/2014, procede altresì a:

a) indicare le operazioni che devono essere compiute per l’eventuale integrazione o modifica del piano di successione;

b) approvare il verbale di chiusura della gestione del-l’esercizio finanziario in corso;

c) verificare, tra i residui attivi quali siano le somme non riscosse a titolo di sanzione da iscrivere a ruolo;

d) trasmettere il piano per l’approvazione degli enti per quanto di competenza.

6) Le delibere di approvazione del piano successorio devono essere tempestivamente trasmesse al Presidente della Giunta. Il piano successorio è quindi approvato con decreto del Presidente della Giunta regionale che:

a) regola la successione anche nelle ipotesi sulle quali vi sia stata una mancata o parziale approvazione da parte degli enti;

b) costituisce titolo per le trascrizioni, le volture catastali ed ogni altro adempimento derivante dalla successione;

c) detta disposizioni per l’assegnazione, agli enti subentranti, delle risorse regionali già spettanti alla comunità montana estinta.

7) Nel caso in cui sia inutilmente decorso il termine di cui al comma 1 senza che sia stato predisposto il piano successorio, il presidente della Regione diffida il presidente della Comunità montana a provvedere entro i successivi dieci giorni, decorsi i quali, persistendo l'inadempimento, nomina un commissario ad acta che provvede a predisporre il piano entro i successivi venti giorni.

Art. 4

Personale

1) La Regione esplica il confronto con le organizzazioni sindacali ai sensi dell’art. 18, comma 3, della legge regionale n. 21/2012.

2) Nel rispetto dei criteri per l’assegnazione del personale definiti ai sensi del predetto art. 18, comma 3, la Comunità montana:

a) predispone il piano di successione relativo al personale, contenente l’individuazione del personale della Comunità montana, dipendente a tempo indeterminato e determinato, appartenente alla dirigenza e alle categorie del comparto regioni e autonomie locali, nonché il personale con altri contratti di lavoro o con rapporto di collaborazione coordinata e continuativa;

b) avvia la procedura di informazione ed esame congiunto del piano medesimo con le organizzazioni sindacali, ai sensi dell'art. 47, commi da 1 a 4, delle legge n. 428/1990.

3) Il piano contiene la ricognizione del personale da trasferire e la formulazione della proposta di dotazione organica provvisoria.

4) Il piano è approvato e reso efficace con decreto del Presidente della Giunta regionale.

5) Il trasferimento del personale opera senza soluzione di continuità a far data dal primo gennaio 2014 contestualmente alla soppressione della Comunità montana; il personale trasferito conserva i diritti, inerenti, il proprio rapporto di lavoro, maturati presso la Comunità montana, ai sensi del comma 1 dell'art. 2112 c.c.

Gli enti subentranti sono tenuti ad applicare i trattamenti economici e normativi previsti, oltre che dai contratti collettivi nazionali, dai contratti decentrati integrativi vigenti presso la Comunità montana, salvo che siano sostituiti da altri contratti collettivi decentrati applicati nell'ente subentrante.

I rapporti di lavoro subordinato a tempo determinato o autonomo in essere con la Comunità montana continuano con gli enti subentranti fino alla scadenza naturale del rispettivi contratti.

Art. 5

Somme da introitare da parte della Regione

1) Per le somme da introitare da parte della Regione Emilia-Romagna, gli accertamenti eventualmente già disposti dalla stessa a carico della Comunità montana dell’Appennino Bolognese sono posti a carico dell’Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese.

Art. 6

Pubblicazione

Il presente decreto viene pubblicato, per estratto, nel BURERT della Regione Emilia-Romagna.

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