n.197 del 17.07.2013 periodico (Parte Seconda)

Risoluzione - Oggetto n. 4156 - Risoluzione proposta dai consiglieri Mori, Meo, Pariani, Donini, Casadei, Serri, Manfredini, Bazzoni, Grillini, Defranceschi, Malaguti, Luciano Vecchi, Piva, Noè, Monari e Alessandrini per impegnare la Giunta a valutare, nei casi di "femminicidio" avvenuti sul territorio regionale, la costituzione di parte civile a fianco delle vittime nei processi

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

ad oggi sono 67 i femminicidi in Italia dall’inizio dell’anno, tra questi 5 in Emilia-Romagna; inoltre sono almeno 50 i casi di tentati femminicidi, tra cui 6 in regione;

tale drammatico bollettino dimostra che, nel Paese e nella nostra regione, non accenna a diminuire il gravissimo fenomeno sociale della violenza di genere, sia nei suoi aspetti persistenti di violenza psicologica od economica, sia in quelli fisici che arrivano ai casi più estremi.

Considerato in particolare che

risale a giovedì 6 giugno 2013 la fiaccolata cittadina che a Rubiera (RE) ha voluto ricordare Tiziana, una giovane donna mamma da 11 mesi, uccisa dal compagno la notte del 20 aprile 2012 che, reo confesso, è stato poi scarcerato per “decorrenza dei termini di custodia cautelare”;

tale errore procedurale ha provocato nell’opinione pubblica sconcerto e indignazione, che si sono sommati al dolore dei familiari ed amici e hanno ispirato il Comitato “Uniti per Titti”, con l’obiettivo di promuovere iniziative di sensibilizzazione e proposte di riforma penale per evitare simili aberrazioni.

Sottolineata

l’indubbia rilevanza sociale dei “femminicidi” perpetrati, tale da meritare un pieno coinvolgimento delle istituzioni nell’attivazione di politiche di prevenzione e contrasto, oltre che di assistenza alle vittime;

la sempre più profonda presa di coscienza dell’opinione pubblica italiana sul fenomeno, testimoniata anche dal percorso di ratifica della Convenzione di Istanbul in via di completamento in Parlamento.

Sottolineata infine

la necessità che la Regione Emilia-Romagna e le istituzioni locali, in taluni casi di particolare impatto per le proprie comunità e il sentire comune, esercitino un ruolo forte di sostegno, vicinanza e garanzia dei diritti costituzionali.

Impegna la Giunta regionale

a valutare nei casi di “femminicidio” avvenuti sul territorio regionale la costituzione di parte civile a fianco delle vittime nei processi;

a intensificare tutte le azioni di prevenzione e coordinamento rispetto alla violenza di genere, compresa l’eventuale individuazione di strumenti che rafforzino la tutela legale per le donne minacciate, a integrazione della rete di servizi socio-sanitari dedicati alle donne e garantiti dal sistema di welfare regionale. 

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 18 giugno 2013

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