n.130 del 16.05.2018 periodico (Parte Seconda)

Provvedimento di VIA relativo al progetto di riorganizzazione funzionale delle derivazioni irrigue nell'areale Val Trebbia in località Mirafiori, nei comuni di Rivergaro e Gazzola (PC) proposto dal Consorzio di Bonifica di Piacenza. Presa d'atto delle determinazioni della Conferenza di Servizi

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

(omissis)

delibera: 

a) la Valutazione di Impatto Ambientale positiva, ai sensi dell’art. 16 della LR 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, sul progetto per riorganizzazione funzionale delle derivazioni irrigue nell’areale Val Trebbia, nei Comuni di Rivergaro e Gazzola in Provincia di Piacenza proposto dal Consorzio di Bonifica di Piacenza, poiché il progetto in oggetto, secondo gli esiti dell’apposita Conferenza di Servizi conclusasi il giorno 18 luglio 2017, è realizzabile a condizione che siano rispettate le prescrizioni, indicate ai punti 1.C., 2.C. e 3.C. del Rapporto conclusivo della Conferenza di Servizi, che costituisce l’Allegato 1, di seguito sinteticamente riportate:

1. il Deflusso Minimo Vitale è fissato come segue:

  • per il periodo da maggio a settembre dovrà essere lasciata defluire una portata minima pari a 1.70 mc/s;
  • per il periodo da ottobre ad aprile dovrà essere lasciata defluire una portata minima pari a 2.44 mc/s; 

I valori sopra riportati sono valori di riferimento e potranno essere rivisti dalla Regione Emilia-Romagna, a fronte di specifici monitoraggi;

2. i valori di DMV sopra riportati, dovranno essere rilasciati anche nelle more della realizzazione delle opere oggetto della presente procedura: conseguentemente il prelievo attuato mediante le opere di cui al DM dei LLPP n. 7043/31 dovrà avvenire nel rispetto dei valori di DMV sopra riportati, riconfermando quanto stabilito dalla Determina della Regione Emilia-Romagna n. 8552 in data 26/6/2012 relativa alle "Modalità di misurazione e controllo dei deflussi idrici dal Fiume Trebbia per l'esercizio della derivazione in capo al Consorzio di Bonifica di Piacenza";

3. l’opera in progetto dovrà essere realizzata nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela delle acque, sicurezza idraulica, salvaguardia delle caratteristiche naturali dell’alveo e mantenimento della varietà e molteplicità delle biocenosi fluviali e riparie;

4. per quanto riguarda la nuova condotta di alimentazione posta a sinistra idrografica del Trebbia, dovrà essere prevista l’esecuzione di saggi di scavo ai sensi dell’art. 25, comma 8 del D. Lgs 163/2006, la cui localizzazione andrà preliminarmente concordata col Funzionario responsabile per la tutela archeologica del territorio in questione. Tali saggi andranno seguiti da archeologi di comprovata professionalità che opereranno sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza senza alcun onere verso la medesima;

FASE DI CANTIERE

5. Dovranno essere messe in atto tutte le misure di mitigazione ambientale in fase di cantiere previste dal progetto per minimizzare l’impatto ed in particolare:

  • dovranno essere predisposti sistemi di irrorazione fissi o mobili lungo gli stradelli di accesso ed i piazzali interni all’area di cantiere, atti alla riduzione del grado di emissione di polveri in fase di esecuzione lavori;
  • dovranno essere previste nel progetto esecutivo tutte le azioni necessarie affinché l’utilizzo della tecnica del jet grounding non determini potenziali effetti di inquinamento durante la fase di cantiere;
  • al fine di evitare fenomeni di inquinamento delle acque superficiali e del suolo durante le fasi di realizzazione si dovranno adottare tutte le misure necessarie a prevenire gli sversamenti accidentali (da macchinari e automezzi) di sostanze inquinanti;
  • (Comune di Gazzola) i lavori sulla galleria drenante essi dovranno essere effettuati applicando tutte le misure di mitigazioni previste nel progetto e soprattutto quelle previste nello studio d’incidenza. Inoltre, ultimati i lavori dovranno essere rimosse le opere provvisorie e di cantiere con la messa in pristino dell’alveo e delle aree golenali interessate; 

6. i cantieri di lavoro dovranno sempre svolgersi in condizioni idroclimatiche favorevoli; in tali condizioni, in relazione alle zone d’intervento, i lavori dovranno proseguire anche nel periodo autunno-invernale;

7. la deviazione del corso d’acqua, prevista per l’avvio dei lavori della FASE 1 e della FASE 2, andrà realizzata entro il mese di febbraio di ciascun anno; in caso di variazioni nella data di consegna dei lavori tali da portare alla realizzazione delle ture provvisionali durante i periodi di riproduzione della fauna Ittica indicati nello Studio di Incidenza (aprile-luglio), si procederà alla sospensione delle attività sino al 10 agosto;

8. per l’eventuale avvio dei lavori nel mese di marzo sarà necessario che una figura qualificata indicata dal Parco verifichi la nidificazione dell’Occhione nel greto del fiume Trebbia interessato dai lavori; in assenza di nidificazione accertata potrà essere effettuato l’inizio dei lavori e la deviazione del corso d’acqua da concludere in ogni caso entro il mese di marzo; in caso di nidificazione accertata si procederà alla sospensione delle attività con ripresa lavori dal 10 agosto;

9. le piste di accesso alle zone di lavoro dovranno sfruttare al massimo la viabilità principale e secondaria esistente;

10. è vietato di asportazione di materiale inerte dall’alveo e dalle aree limitrofe;

11. dovrà essere limitato il transito dei mezzi in alveo e sulle sponde;

12. le operazioni di rifornimento e manutenzione degli automezzi dovranno essere realizzati al di fuori dell’alveo nelle aree di cantiere appositamente attrezzate; le aree interessate da eventuali sversamenti involontari dovranno comunque essere sottoposte ad immediata bonifica;

13. dovrà essere mantenuta la pulizia dei luoghi di lavoro e dell’area dei cantieri fissi, anche mediante allestimento di sistemi atti ad impedire l’accesso agli estranei;

14. la difesa in gabbioni posta a protezione del manufatto di imbocco Traversa Mirafiori in sponda sinistra deve essere eseguita con tecniche di ingegneria naturalistica che ne migliori le prestazioni ambientali; il reperimento di talee di Salice (Salix spp) o di materiale legnoso fluitato avverrà all’interno dell’asta fluviale del corso d’acqua, in zone individuate dal Parco in accordo con l’Ente idraulico competente; sarà specificato il quantitativo da impiegare e le sue caratteristiche prestazionali;

15. prima di qualsiasi lavoro in alveo si dovrà provvedere all’allontanamento e alla protezione della fauna ittica e ad adottare opportune sistemazioni per limitare anche l’intorbidimento delle acque; nel caso di pozze residue non collegate al corso d’acqua, si dovrà provvedere al recupero e rilascio a valle dell’ittiofauna, valutando preventivamente la presenza di specie alloctone;

16. l’impostazione della tura e del canale di deviazione del corso d’acqua all’inizio della FASE 1 dei lavori, deve garantire il libero movimento dell’Ittiofauna da monte a valle e viceversa;

17. in Comune di Gazzola la strada d'accesso al manufatto di captazione dell'acqua dovrà essere dotata di cespugliazione per tutta la sua lunghezza sul lato verso il fiume. La cespugliazione dovrà essere disposta con impianto irregolare di essenze, eventualmente intervallati da cumuli di terreno di altezza media circa 0,80 m, a simulazione dell'andamento del piano campagna locale, anch'essi cespugliati;

18. al termine del cantiere nel Comune di Gazzola dovranno essere rimosse tutte le opere provvisionali e materiali di risulta, nonchè ripristinato lo stato dei luoghi, in particolare per quanto riguarda le carrarecce d'accesso e di manovra alle aree di lavoro: i tracciati di tali strade dovranno, pertanto, essere smantellati al fine di non darne percezione visiva; dovranno, inoltre, essere chiusi gli accessi prossimi all’alveo mediante fossi e cunette;

19. il prelievo e la movimentazioni dell’inerte necessario alla formazione delle opere provvisionali dovrà essere eseguito avendo cura di prelevare il materiale da aree di deposito alluvionale nell’ambito dell’alveo stesso, di non formare buche e di livellare e sagomare tali depositi in modo tale da garantire beneficio idraulico alla sezione d’alveo;

20. le aree e le modalità di prelievo dovranno essere concordate immediatamente prima dell’inizio dei lavori, sia nella prima fase (cantiere sponda sinistra) che nella seconda fase (cantiere sponda destra) previa comunicazione, con sufficiente anticipo, della data di effettivo inizio delle attività, onde poter predisporre, da parte dell'AIPO, debito sopralluogo congiunto;

21. per quanto riguarda le opere provvisionali dovrà essere predisposto, prima dell’inizio dei lavori e trasmesso ad AIPO per le valutazioni di competenza, un opportuno elaborato che consenta di localizzare plano - altimetricamente le opere medesime, corredato da computi delle quantità di inerti, compreso le modalità di rimozione delle opere ed indicazione delle sistemazioni finali. In particolare dovranno essere messi in evidenza:

  • ubicazione delle aree per lo stoccaggio dei materiali necessari all’esecuzione del Jet-grouting e le modalità di smaltimento dei reflui delle iniezioni;
  • ubicazione di eventuali guadi, indicando quote e dimensioni delle opere;
  • ubicazione di eventuali ture ed argini provvisionali di deviazione delle acque;

22. nulla osta all’uso del materiale naturale presente in area di cantiere, necessario per la ricostruzione della galleria e degli speroni impostati sulla platea in c.a., per ritombamenti, per realizzazione di gabbioni, avendo cura di rispettare, per quanto possibile, la successione stratigrafica originaria, e fermo restando che un utilizzo al di fuori del demanio necessita di apposita concessione; la difesa spondale in gabbioni, la cui realizzazione è prevista su area demaniale e con materiale reperito in loco, non è soggetta al pagamento del canone demaniale, previsto per l'asportazione e la commercializzazione del materiale litoide ai sensi della LR 7/2004;

23. per quanto riguarda la pezzatura del materiale lapideo da utilizzare per la realizzazione di opere di difesa spondale si indica che la pezzatura idonea a garantire maggiore stabilità delle opere di difesa nel tratto in oggetto è di 1200 – 2000 kg;

24. per quanto riguarda il basamento delle gabbionate, progettualmente previsto in conci di cls, al fine di garantire una maggiore flessibilità dell’intera opera di difesa, va utilizzata una base in massi di pietrame 800 – 1000 kg con materasso in rete metallica;

25. il pietrame da utilizzare per la realizzazione di opere di difesa spondale, per il basamento delle gabbionate e per la scala di risalita, dovrà provenire dai bacini idrografici dei torrenti appenninici emilani;

26. AIPO dovrà avere accesso alle aree di cantiere durante l’intero periodo di durata dei lavori. A tal fine dovranno essere comunicate le date di inizio e fine lavori ad AIPO;

27. nel caso di concomitanza fra l’esecuzione dei lavori in oggetto e l’esecuzione di altri lavori nella medesima zona, il Consorzio di Bonifica è tenuto a concordare tutte le misure necessarie affinché lo svolgimento dei lavori proceda in condizioni di sicurezza;

28. la difesa spondale anche se realizzata su area demaniale rimarrà nelle disponibilità e custodia del Consorzio che ne dovrà curare funzionalità e manutenzione; qualora venisse demolita i materiali rimarranno di proprietà del demanio e non potranno essere asportati se non a titolo oneroso;

29. il proponente o la Ditta esecutrice dei lavori, qualora appositamente incaricata in tal senso dal Consorzio di Bonifica, dovrà predisporre un apposito documento finalizzato a definire le zone e le modalità di caratterizzazione del materiale scavato, così da verificarne l’idoneità al riutilizzo previsto. Tale documento che dovrà descrivere, attraverso opportune modalità (rappresentazioni di sezioni e stratigrafie, documentazione fotografica, analisi chimiche granulometriche), le caratteristiche del materiale di scavo proveniente dalle diverse zone in cui è previsto lo svolgimento di tale attività e dovrà essere valutato dall’Arpae di Piacenza che, eventualmente, potrà richiedere approfondimenti, analisi, verifiche in sito e quant’altro occorra per verificare l’idoneità delle operazioni previste;

FASE DI ESERCIZIO

30. il prelievo dalla Traversa Mirafiori e dal Rivo Villano dovrà avvenire per una portata massima pari a 6000 l/s e per un volume totale massimo pari 30.905.443 mc/a per uso irriguo così mediamente ripartito in 13.500.000 mc/a in sinistra idrografica e in 17.405.433 mc/a in destra idrografica. Detti 6.000 l/s sono comprensivi anche della portata derivata dal Rivo Villano. Il quantitativo medio complessivamente derivato potrà quindi essere così ripartito fra i tre punti di presa:

  • Rivo Villano: 600 l/s
  • Rivo Destra: 3.240 l/s
  • Rivo Sinistra: 2.160 l/s;

31. il proponente dovrà provvedere a sue cura e spese all’installazione in prossimità delle opere di presa di idonei dispositivi per la misurazione delle portate e dei volumi d'acqua pubblica derivati, in corrispondenza dei punti di prelievo e di quelle lasciate defluire in alveo ed assicurarne il corretto funzionamento per tutta la durata della concessione. Tali strumenti dovranno permettere, oltre alla misurazione delle portate transitanti in alveo, il rilievo dei dati necessitanti in osservanza a quanto stabilito dal DM MIPAAF 31 luglio 2015, nonché delle informazioni necessitanti all'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici in atto nel Distretto Idrografico del Fiume Po. Il progetto relativo all'installazione di tali strumenti dovrà essere predisposto dal Consorzio sulla base delle specifiche che verranno impartite dalla Regione Emilia-Romagna ed a questa presentata per l'approvazione. I dati registrati dovranno essere resi consultabili in tempi brevi agli enti istituzionali interessati;

32. per quanto riguarda l’opera di presa del Rivo Villano, qualora per l'attivazione della stessa siano necessarie movimentazioni in alveo, il proponente è tenuto a richiedere preventiva autorizzazione idraulica ad AIPO e agli altri Enti territorialmente competenti, e a realizzarla in conformità alle prescrizioni fornite dagli stessi;

33. ai sensi dell’art. 35 del R.R. 41/2001, prima dell’entrata in funzione delle opere di presa oggetto della presente procedura di VIA, il proponente dovrà presentare ad Arpae e ad AIPO, per l’approvazione, il progetto di dismissione e disattivazione delle opere di presa ubicate in località Cà Buschi e La Caminata;

34. per quanto riguarda gli edifici storici di Cà Buschi e La Caminata che ospitano le attuali paratoie di presa, dopo il completamento dei lavori di ristrutturazione del traversante, esse dovranno essere disattivate meccanicamente, pur conservandone ai fini storici l’integrità fisica secondo quanto prescritto dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici;

35. il proponente è tenuto a mettere in atto gli interventi tesi al risparmio ed all’uso razionale della risorsa utilizzata. In particolare, nell’esercizio del prelievo, il concessionario è tenuto a perseguire gli obiettivi previsti nel Piano di Conservazione della Risorsa 2014 (predisposto dal Consorzio ai sensi dell’art. 68 delle Norme del P.T.A. regionale). Per valutarne lo stato d'attuazione il Consorzio dovrà predisporre apposita relazione triennale che ne illustri l'attuazione, la descrizione tecnica delle misure intraprese, costi sostenuti e finanziamenti utilizzati e valuti l’efficacia delle misure attuate; tale relazione dovrà essere trasmessa al competente Servizio Regionale in materia di Risorsa Idrica;

36. il prolungamento della condotta di adduzione in sponda sinistra dovrà essere limitato ad alcune decine di metri all’interno del Canale Rivo Comune di Sinistra, fermo restando che l’esistente opera di presa che alimenta detto Rivo deve essere chiusa ed interrotto l’afflusso di acqua dal Fiume Trebbia. L’immissione della condotta all’interno del canale dovrà essere realizzata con apposita opera di dissipazione. Inoltre, verrà monitorato e valutato dall’ Ente Gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia Occidentale l’apporto solido nel Rivo Comuni di Sinistra al fine di individuare la necessità di eventuali interventi. Si ritiene necessario che le opere di manutenzione al Rivo sopracitato siano effettuate in accordo con l’Ente Gestioni Parchi.

ACQUE

37. entro 6 mesi dalla data di approvazione della presente procedura, dovrà essere presentato al Servizio Tutela e Risanamento Acqua, Aria ed Agenti Fisici della Regione Emilia-Romagna per approvazione, apposito piano di monitoraggio relativo sia agli impatti che l’intervento in progetto e l’esercizio del prelievo induce sull’ecosistema fluviale, sia relativamente alla funzionalità del dispositivo di rimonta della fauna ittica. Tale monitoraggio dovrà prevedere una fase ante operam, in operam e post operam e verrà valutato congiuntamente con l’Ente Parco, il Servizio attività faunistico-venatorie e pesca della Regione, ARPAE Sezione Provinciale di Piacenza. Il Programma di Monitoraggio dovrà includere:

  • l’analisi dei determinanti sulla base dei quali definire la portata ecologica
  • l’analisi delle ripercussioni ecologiche sugli habitat e specie di interesse comunitario presenti nelle zone di intervento e in un tratto significativo di alveo posto a valle dell’opera di presa; tale rilievo dovrà prevedere almeno un quinquennio di attività e dovrà riguardare habitat e specie di interesse comunitario target, con l’applicazione di metodologie di monitoraggio validate;
  • dare evidenza della funzionalità della scala di risalita di progetto e del canale provvisorio di deviazione da realizzare all’inizio della FASE 1 dei lavori, effettuando il controllo dei parametri idraulici e dell’effettivo passaggio dell’ittiofauna attraverso tali manufatti; la verifica funzionale trarrà spunto dall’applicazione discrezionale di protocolli sperimentali riconosciuti e ritenuti efficaci nel contesto ambientale di riferimento; il controllo dei parametri idraulici deve contemplare la misurazione della velocità della corrente, del tirante idrico e della portata defluente in diverse condizioni idrologiche, mentre l’effettivo passaggio dell’ittiofauna può essere realizzato in via indiretta analizzando la popolazione ittica (mediante cattura con elettrostorditori o reti) in più tratti a monte dei manufatti in modo da poter valutare le modifiche apportate alla sua composizione e struttura, con particolare riferimento alle specie con comportamento migratorio più spiccato; oppure, ove necesario, con tecniche dirette più sofisticate quali la cattura/marcatura con coloranti/rilascio/ricattura o l’utilizzo di microchip elettronici applicati ai singoli individui;

38. al fine di verificare l’invarianza del livello della falda idrica sotterranea in relazione all’intervento proposto, dovranno essere installati appositi piezometri, concordandone la localizzazione e tipologia con la Regione Emilia-Romagna, Servizio competente in materia di risorsa idrica;

ECOSISTEMA – FLORA E FAUNA

39. il proponente dovrà redigere una proposta di Disciplinare di Manutenzione dell’opera da sottoporre all’approvazione del Parco, nel quale siano evidenziati per ciascuna delle attività e/o interventi ordinari e straordinari previsti, il relativo periodo di esecuzione e le misure di mitigazione e compensazione necessarie;

40. deve essere verificata la possibilità di parziale entrata in funzione dell’opera di presa per la derivazione del Rivo comune di Sinistra, al termine dei lavori del primo anno; 

41. dal momento della consegna dei lavori dovranno essere messi in atto, in tutti gli incili attivi compresi nella concessione di derivazione, quegli accorgimenti/opere/attività atti ad impedire la perdita diretta di Ittiofauna verso i canali irrigui Rio Comune di Sinistra (tenendo conto del possibile affrancamento dalle opere provvisionali a partire dall’inizio del secondo anno dei lavori), Rio Comune di Destra e Rio Villano. Le opere, realizzate anche a titolo sperimentale, dovranno permanere attive sino alla completa entrata in funzione della traversa. Per il Rio Villano tale mitigazione è da considerarsi come misura permanente in mancanza di una riorganizzazione funzionale della relativa opera di presa;

42. prima di qualsiasi attività di taglio della vegetazione (a valere per piante vive e/o morte) dovranno essere svolti sopralluoghi congiunti con il Parco per individuare le tipologie di piante da rilasciare o eliminare; in ogni caso il taglio di vegetazione viva dovrà ricadere nel periodo di riposo vegetativo;

43. prevedere un Piano di emergenza in caso di rottura del sistema oleodinamico delle gallerie filtranti, con conseguente sversamento in acqua di fluidi oleosi oppure adottare fluidi ecocompatibili e/o biodegradabili;

44. per quanto riguarda la nuova condotta interrata il manufatto di spinta dovrà essere collocato al di fuori dell’habitat prioritario H6210;

45. nel caso di motivate ragioni tecniche che impediscono lo spostamento del manufatto di spinta all’esterno dell’habitat prioritario H6210, occorrerà procedere innanzitutto all’individuazione dell’effettiva presenza dell’Habitat nell’area di lavoro e prevedere relative misure di compensazione; tutta l’area di lavoro (2200 mq) e le piste d’accesso dovranno comunque essere sottoposte a ripristino ambientale mediante apposito progetto che preveda anche la semina di fiorume raccolto nel medesimo habitat presente in aree adiacenti, e la successiva gestione al fine di contenere i fattori di minaccia specifici dell’habitat come sopra esposti;

46. i lavori di realizzazione della nuova condotta nell’area A3 dovranno tener conto del rischio incendio, con previsione di stazionamento di apposito presidio antincendio;

47. dovrà essere verificata l’opportunità di inserire una vasca di decantazione delle acque relativamente alla nuova condotta interrata al fine di limitare le operazioni di spurgo e lavaggio della condotta stessa; l’eventuale vasca andrà collocata al di fuori dell’habitat prioritario H6210;

TERRE E ROCCE DA SCAVO – RIFIUTI

48. il materiale derivante dalle opere di demolizione della traversa e della galleria drenante potrà essere recuperato in sito, per la ricostruzione delle stesse strutture e per il ritombamento del canale esistente in sponda destra, solo nel caso lo stesso materiale sia costituito esclusivamente da ciotoli aventi caratteristiche analoghe con quelli presenti nel medesimo sito. Qualora il materiale sia costituito da manufatti di laterizio, calcestruzzo e/o similare dovrà essere gestito come rifiuto ed avviato a recupero/smaltimento in impianti autorizzati. Preliminarmente alle operazioni di riutilizzo dovrà essere data informazione all’Arpae di Piacenza, con opportuno anticipo, per consentire la verifica delle caratteristiche del materiale derivante dalle citate demolizioni;

PAESAGGIO

49. a lavori ultimati dovrà essere trasmessa copia della documentazione di fine lavori su tutti gli interventi eseguiti alla Soprintendenza stessa, comprendente della documentazione fotografica ante operam, in corso d’opera e finale con didascalie esplicative (le foto dovranno essere numerate e con punti di scatto indicati in apposita planimentria) e relazione finale sull’intervento eseguito;

50. la vigilanza in fase esecutiva delle opere autorizzate dal punto di vista paesistico dovranno essere effettuate dal Comune di Rivergaro e dal Comune di Gazzola per le parti di progetto di rispettiva competenza e sempre gli stessi Comuni di Rivergaro e Gazzola sono competenti per i controlli sulla liceità paesaggistica e urbanistica – edilizia dell’assetto precostituito delle opere, come da rispettive autorizzazioni paesaggistiche;

51. il Consorzio dovrà provvedere il prima possibile ad avviare le procedure di verifica della sussistenza dell’interesse artistico, storico, archeologico ed etnoantropologico dell’opera in oggetto ai sensi dell’art. 12 del D Lgs 42/2004;

52. la nuova condotta di alimentazione prevista dalla località Groppazzolo in sponda sinistra dovrà essere interrata per tutto il tracciato, anche nel tratto finale, dove a seguito della realizzazione mediante scavo a cielo aperto dovrà essere eseguito un adeguato ripristino morfologico e naturalistico dei luoghi;

53. i nuovi manufatti emergenti dal terreno (stazione di spinta in loc. Mulino Vecchio e manufatto di restituzione) dovranno essere visivamente mitigati;

54. l’eventuale uso di massi per il consolidamento dell’alveo e zone spondali, potrà essere ammesso solo tramite pietre di colore assimilabile ai cromatismi predominanti dell’alveo fluviale del fiume Trebbia, evitando l’uso di pietre di colore bianco o rosa o altre cromie estranee a luoghi;

COMPENSAZIONI

55. deve essere presentato all’Ente Parco un progetto per la realizzazione di interventi di miglioramento e ripristino ambientale localizzati all’interno del SIC/ZPS (IT4010016), “Basso Trebbia” basato sull’applicazione di criteri riguardanti la valorizzazione dei servizi ecosistemici forniti dalle superfici degli habitat comunitari interessati, dal numero e varietà di specie di interesse comunitario coinvolte, e dal volume idrico derivato dal corso d’acqua;

56. al fine del calcolo della compensazione per l’incidenza sul SIC e ZPS interessato dai lavori, sono considerati i seguenti parametri:

  • nell’area posta a ridosso della traversa: le superfici da contabilizzare sono 62.000 m2 per la fase di realizzazione dell’opera e 3.700 m2 in fase di manutenzione.
  • nell’area per la realizzazione della nuova condotta interrata: le superfici da contabilizzare sono i 2200 m2 dell’area di cantiere e la superficie effettivamente interessata in caso di intervento di manutenzione;
  • nell’area per la realizzazione della nuova condotta di restituzione: le superfici da contabilizzare sono i 7500 m2 dell’area di cantiere, aggiungendo quella delle nuove piste di servizio e la superficie effettivamente interessata in caso di intervento di manutenzione.
  • il quantitativo di acqua ad uso irriguo derivata è di 30.905.443 m3/anno

Per i lavori di manutenzione, le mitigazioni e compensazioni da effettuarsi devono considerare tutta la superficie effettivamente interessata a livello annuo;

57. non dovrà essere eseguito il ripristino ambientale di 780 mq previsto in corrispondenza del ritombamento della testata del canale di alimentazione in quanto si ritiene che l’area sarà comunque oggetto di una più o meno intensa rinaturalizzazione spontanea e influenzata dalle divagazioni del corso d’acqua così da non rendere necessario alcun intervento;

b) di dare atto che la verifica di ottemperanza delle prescrizioni sopra riportate già inserite negli atti allegati alla presente delibera spetta alle stesse autorità che hanno rilasciato tali atti;

c) di dare atto che la presente procedura di VIA si è conclusa ai sensi della LR 9/99, in quanto il Dlgs 104/17 che ha modificato il D.Lgs 152/06 in materia di VIA è entrato in vigore per i progetti presentati antecedentemente il 16/5/2017;

d) di dare atto che ARPAE ha espresso le proprie determinazioni in sede di Conferenza di Servizi e ha firmato il Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 della presente delibera;

e) di dare atto che ARPAE, tenuto conto di quanto espresso in sede di Conferenza di Servizi conclusiva, ha rilasciato la concessione di derivazione di acque pubbliche per il progetto con determina del Dirigente dell’Area Coordinamento Rilascio Concessione di ARPAE n. DET-AMB-2018-1490 del 26/3/2018 (inviata alla Regione Emilia-Romagna con nota prot. PGDG 4571/2018 del 27/3/2018 e acquisita al PG/2018/0217285 del 28/3/2018); tale concessione costituisce l’ Allegato 2 ed è parte integrante e sostanziale della presente delibera;

f) di dare atto che l’Autorità di Bacino del Po, non ha partecipato alla seduta conclusiva della Conferenza di Servizi, ma ha rilasciato il proprio con atto prot. 4320 del 24/6/2015, acquisito dalla Regione Emilia-Romagna al PG.2015.459134 del 29/6/2015, il parere vincolante al rilascio della Concessione è stato fatto proprio dalla Conferenza di Servizi conclusiva; tale parere costituisce l’ Allegato 3 ed è parte integrante e sostanziale della presente delibera;

g) di dare atto che l’Ente Gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia Occidentale ha espresso le proprie determinazioni in merito alla Valutazione di Incidenza e di Nulla Osta in sede di Conferenza di Servizi conclusiva e ha firmato il Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 della presente delibera; tenuto conto di quanto espresso in sede di Conferenza di Servizi conclusiva, ha rilasciato il nulla osta e la Valutazione di incidenza con propria determinazione n. 525 del 25/7/2017 (acquisita al PG.2017.549998 del 27/7/2017) che costituisce l’ Allegato 4, parte integrante e sostanziale della presente delibera;

h) di dare atto che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza ha inviato il proprio parere in merito alla tutela architettonica e paesaggistica con propria nota prot. 6415 del 14/7/2017 (acquisita dalla Regione Emilia-Romagna al PG. 2017.523716 del 14/7/2017) che costituisce l’ Allegato 5 parte integrante e sostanziale della presente delibera; la stessa Soprintendenza ha espresso con nota prot. n. 42 del 12/07/2016, il proprio nulla osta archeologico, che costituisce l’ Allegato 6, parte integrante e sostanziale della presente delibera; tali pareri sono stati fatti propri dalla Conferenza di Servizi;

i) di dare atto che il Comune di Rivergaro ha inviato l’autorizzazione paesaggistica con propria nota prot. 6982 del 7/9/2016 (acquisita dalla Regione Emilia-Romagna al PG. 2016.603796 del 8/9/2017) che costituisce l’ Allegato 7 parte integrante e sostanziale della presente delibera; tale autorizzazione è stata fatta propria dalla Conferenza di Servizi e la Conferenza ha fatto propri i relativi contenuti;

j) di dare atto che il Comune di Gazzola non ha partecipato alla riunione conclusiva della Conferenza di Servizi e non ha firmato il Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 della presente delibera;

k) di dare atto che AIPO ha partecipato all’istruttoria e alla stesura del Rapporto Ambientale contribuendo alle valutazioni sul progetto e alle prescrizioni; non ha, però, inviato un proprio parere e non ha firmato il Rapporto Ambientale della seduta conclusiva della Conferenza di Servizi; trova applicazione il disposto dell’art. 14-ter, comma 7, della Legge 7 agosto 1990, n. 241;

l) di dare atto che la Provincia di Piacenza non ha partecipato alla riunione conclusiva della Conferenza di Servizi e non ha firmato il Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1 della presente delibera;

m) di dare atto che l’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile - Servizi Area Affluenti Po non ha partecipato alla riunione conclusiva della Conferenza di Servizi e non ha firmato il Rapporto Ambientale che costituisce l’Allegato 1; il proponente dovrà richiedere l’autorizzazione sismica presentando il progetto esecutivo e gli elaborati previsti dalla normativa vigente al Servizio competente;

n) di trasmettere, ai sensi dell’art. 16, comma 4, della LR 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, copia della presente deliberazione al proponente Consorzio di Bonifica di Piacenza;

o) di trasmettere, ai sensi dell’art. 16, comma 4, della LR 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, per opportuna conoscenza e per gli adempimenti di rispettiva competenza, copia della presente deliberazione alla Provincia di Piacenza, al Comune di Gazzola, al Comune di Rivergaro, all’ARPAE Direzione Tecnica Area Coordinamento Rilascio Concessioni, all’ARPAE SAC di Piacenza, all’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale, all’Agenzia Interregionale del Fiume Po (AIPO), all’ Autorità di Distretto Idrografico del Fiume Po, alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Parma e Piacenza, all’Agenzia Regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile - Servizio Area Affluenti Po;

p) di stabilire, ai sensi dell’art. 17, comma 10, della LR n.9/99, che il progetto dovrà essere realizzato entro 5 anni dalla pubblicazione del provvedimento di Valutazione di Impatto Ambientale; trascorso tale periodo, salvo proroga temporale concessa per la realizzazione del medesimo progetto con le stesse prescrizioni, su istanza del proponente, dalla Regione Emilia – Romagna mediante atto dirigenziale, la presente procedura di VIA deve essere reiterata;

q) di pubblicare per estratto nel Bollettino Ufficiale, ai sensi dell’art. 16, comma 3, della LR 18 maggio 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni, la presente deliberazione;

r) di pubblicare integralmente sul sito web della Regione Emilia-Romagna, ai sensi dell’art. 20, comma 7 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, come modificato dal D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, il presente provvedimento di valutazione di impatto ambientale.

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