SUPPLEMENTO SPECIALE N.260 DEL 20.06.2014
Relazione
Relazione
Il settore cinematografico e audiovisivo ha vissuto negli ultimissimi decenni un’importante evoluzione, sia in ambito nazionale sia a livello europeo. Al fianco del concetto prettamente culturale che veniva associato ai prodotti audiovisivi e alle modalità produttive ha cominciato, pian piano, ad affermarsi la convinzione che si potesse parlare a tutti gli effetti di industria.
Il cinema e l’audiovisivo sono pertanto un’industria, in quanto impiegano risorse umane, tecniche e finanziarie, realizzando beni immateriali e producendo valore. Malgrado la maggiore consapevolezza acquisita, quest’industria rimane però un’industria debole, per ragioni di natura economica e culturale. Una debolezza alimentata, spesso, dalle politiche statali.
Da una decina di anni a questa parte si sta assistendo però ad una maturazione dell’industria cinematografica e, più in generale, dell’audiovisivo. Il decreto legislativo n. 28 del 2004, nato per riordinare il sistema degli aiuti statali alla cinematografia, ha indubbiamente avuto un impatto positivo sulle dinamiche imprenditoriali del settore, contribuendo a renderlo più solido. Allo stesso tempo si è assistito ad una progressiva diminuzione degli aiuti statali diretti (FUS), il cui impatto è stato in parte compensato dai favorevoli effetti scaturiti dall’introduzione di nuovi sostegni indiretti, quali il tax credit interno ed esterno.
In questo quadro, a seguito della riforma del titolo V della Costituzione e della sentenza della Corte Costituzionale 285/05, alcune Regioni hanno cominciato ad adottare strumenti normativi e di supporto economico e finanziario a sostegno del settore cinematografico e audiovisivo, gestiti direttamente o indirettamente dalle Film Commission, che hanno consentito di raggiungere risultati importanti in termini economici e culturali.
Nel frattempo, la nostra Regione, che può contare una delle reti di sale cinematografiche più efficienti d’Italia, ha provveduto a dar seguito alle indicazioni ministeriali dotandosi di una legge che disciplina la diffusione dell’esercizio cinematografico a livello regionale (L.R. 12/2006). Nel corso degli ultimi due anni ha, inoltre, contribuito in maniera determinante a sostenere la digitalizzazione dei sistemi di proiezione delle sale stesse, aprendo la strada a nuove possibilità di diffusione dei prodotti culturali.
Per quanto riguarda gli altri aspetti della materia “cinema e audiovisivi” ha continuato a governare con gli strumenti previsti dalla L.R. 13/1999 “Norme in materia di spettacolo”. Una legge che, seppur efficace per la parte che concerne lo spettacolo dal vivo, presenta alcuni limiti per quel che riguarda il settore cinematografico e, più in generale, quello audiovisivo.
Pur non essendo paragonabile, in termini di addetti e fatturato, a quella del Lazio o della Lombardia, questa filiera produttiva ha una sua presenza importante in Emilia-Romagna, con eccellenze di tutto rispetto: circa 3800 addetti e 800 unità locali di imprese, come rilevato da una recente ricerca realizzata della Fondazione Rosselli. I due dati posizionano l’Emilia-Romagna al quarto posto nella graduatoria nazionale per numero di imprese, al quinto per numero di occupati e al sesto per valore aggiunto prodotto. Si tratta per lo più di piccole aziende, con un numero di addetti che è circa la metà della media nazionale.
Analizzando la distribuzione territoriale, si nota la presenza di un’aggregazione rilevante di imprese, per alcuni aspetti un vero e proprio distretto del multimediale, nella provincia di Bologna, che copre circa un terzo del tessuto imprenditoriale della regione. In questo quadro, la Fondazione Cineteca di Bologna costituisce un centro di eccellenza di rilievo internazionale, grazie alle molteplici e qualificate attività di promozione della cultura cinematografica e audiovisiva, di conservazione e restauro del patrimonio cinematografico. A Bologna hanno sede anche alcuni festival cinematografici di rilievo internazionale, come il Biografilm Festival ed il Future Film Festival.
Benché esistano evidenti punti di forza – la presenza di imprese e professionisti di qualità, la presenza di qualificati attori pubblici, l’elevato numero di giovani creativi – la filiera della produzione audiovisiva, cinematografica e multimediale emiliano-romagnola evidenzia anche alcuni aspetti deficitari quali, ad esempio, la difficoltà nella distribuzione dei suoi prodotti di eccellenza, il problematico accesso dei giovani creativi al mondo del lavoro, la carenza nell’area economico-finanziaria che si traduce nell’incapacità di muoversi a livello nazionale ed internazionale. Dal confronto con questi attori è nata la consapevolezza dell’esigenza di dotarsi di un nuovo strumento normativo che sia in grado di dare maggiore impulso alle politiche regionali, permettendo di sviluppare nel modo più appropriato le potenzialità insite in questo settore. Il presente progetto di legge vuole quindi riordinare, in maniera organica, il settore cinematografico e audiovisivo, valorizzandone non solo l’aspetto culturale ma anche quello produttivo, turistico ed occupazionale.
Questo riordino diventa ancora più necessario se si considera che la Regione Emilia-Romagna, nell’ambito della sua strategia di specializzazione regionale 2014-2020, ha individuato, tra le sue priorità, quella di rafforzare i sistemi industriali ad alto potenziale di crescita, riconoscendo quello delle industrie culturali e creative uno dei driver di innovazione e di sviluppo più rilevanti. All’interno di questo, il settore audiovisivo presenta caratteristiche di specializzazione e competenza e quindi enormi potenzialità di crescita. Le opere cinematografiche e audiovisive sono in grado di fungere da volano per valorizzare il patrimonio storico, culturale, paesaggistico e socioeconomico dell’Emilia-Romagna, creando le condizioni per attrarre nuove risorse con ampie ricadute anche nel settore turistico.
Come ribadito dalla recente Comunicazione della Commissione Europea sulle opere cinematografiche e audiovisive (2013c 332), le opere audiovisive, e in particolare quelle cinematografiche, hanno un ruolo di primo piano nel delineare le identità territoriali. Se, da una parte, sono beni economici che offrono notevoli opportunità per creare ricchezza e occupazione, dall'altra, sono beni culturali che rispecchiano e modellano le nostre società. Oggi, grazie alle relazioni costruttive instaurate fra gli assessorati interessati dalla materia (Cultura, Attività produttive, Turismo e Formazione) e all’apertura del nuovo programma strutturale europeo 2014-2020, è possibile dar vita ad un sistema di politiche coordinate che abbiano un impatto concreto sul futuro del territorio e dei cittadini. L’istituzione di un fondo per il cinema e l’audiovisivo è un passo necessario per porre le basi concrete per declinare le forme di sostegno con cui stimolare le energie esistenti.
La necessità di presidiare la programmazione POR-FESR, attivando assi di intervento a sostegno delle infrastrutture immateriali è già stata condivisa nell’ambito della Conferenza Nazionale del Cinema, indetta dal ministro Massimo Bray, lo scorso mese di novembre. Ciò consentirebbe, inoltre, di aumentare la capacità progettuale delle imprese del territorio al fine di attrarre maggiori fondi da nuovi programmi europei come, ad esempio, Europa Creativa.
All’interno di questo disegno, e nell’ottica di valorizzare le risorse tecniche, umane e paesaggistiche del territorio, si rende necessario attribuire alla Regione le funzioni di Film Commission, con l’obiettivo di attirare e supportare le produzioni cinetelevisive sul territorio regionale. Questa soluzione si colloca nella direzione già auspicata dagli attori del sistema nazionale, concordi nella necessità di dare un riconoscimento adeguato e univoco alle Film Commission, nell’ottica di una ripartizione delle competenze decentrate in materia audiovisiva fra Stato e Regioni.
L’idea che è alla base della presente proposta di legge consiste nel cercare di riordinare gli indirizzi e le azioni a favore del settore, creando nuovi strumenti atti a creare opportunità imprenditoriali per la crescita ed il consolidamento di tutta la filiera del cinema e dell’audiovisivo.
Il testo è composto da 17 articoli, suddivisi in tre capi: il primo (art. 1 e 2) indica i principi e le finalità della legge; il secondo (dall’art. 3 all’12) delinea le modalità degli interventi. Il terzo (dall’art. 13 al 17) contiene le disposizioni finali, fra le quali anche quelle finanziarie.
Art. 1
Definisce l’oggetto della legge. La Regione promuove, sostiene e valorizza le attività cinematografiche ed audiovisive, riconoscendole come importante strumento per la crescita culturale, sociale ed economica.
Art. 2
Sono individuati i principi e le finalità per promuovere e sviluppare il settore cinematografico e audiovisivo regionale, lungo tutta la filiera produttiva. Il fine è quello di rispondere alle esigenze dei cittadini, valorizzando il territorio con particolare riferimento allo sviluppo culturale, alla produzione e diffusione cinematografica e audiovisiva e allo sviluppo del sistema degli esercizi cinematografici.
Art. 3
E’ dedicato alle attività di promozione e sviluppo di nuove competenze tecniche e professionali, nonché alla qualificazione e al rafforzamento delle competenze già in essere, necessarie all’inserimento qualificato nel mercato settoriale del cinema e dell’audiovisivo.
Art. 4
Al fine di promuovere l’attività cinematografica e audiovisiva la Regione promuove e sostiene:
a) eventi in grado di accrescere e qualificare la conoscenza e la capacità critica da parte del pubblico; b) attività di ricerca, catalogazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio cinematografico e audiovisivo;
c) progetti di alfabetizzazione;
d) opere cinematografiche di particolare interesse culturale.
Art. 5
Sono individuate le azioni che la Regione mette in campo per promuovere le nuove industrie ad alto contenuto tecnologico e culturale, con particolare attenzione allo sviluppo dell’imprenditorialità lungo tutta la filiera produttiva, alla ricerca e all’innovazione tecnologica, nonché all’attrazione di investimenti produttivi per l’insediamento di imprese e l’offerta di nuove opportunità occupazionali e professionali.
Art. 6
Riconosce all’esercizio cinematografico l’importante ruolo di luogo di aggregazione sociale e culturale.
Art. 7
La Regione riconosce la convenzione quale strumento per gestire alcune attività, nel rispetto degli obiettivi del programma triennale.
Art. 8
Al fine di creare le condizioni per attrarre le produzioni cinematografiche e audiovisive in Emilia-Romagna, la Regione esercita le attività di Film Commission. Tali attività, inoltre, sono volte a promuovere operazioni di marketing territoriale e di promozione delle professionalità del settore, presenti nel territorio regionale.
Art. 9
Con lo scopo di partecipare al coordinamento delle attività di Film Commission a livello nazionale, la Regione Emilia-Romagna è autorizzata ad aderire ad un’Associazione avente particolari caratteristiche.
Art. 10
Viene istituito il Fondo regionale per l’audiovisivo al fine di sostenere e promuovere la produzione cinematografica e audiovisiva in Emilia-Romagna, riconoscendo tale attività quale fattore strategico per la valorizzazione economica delle risorse imprenditoriali, professionali, culturali e ambientali della regione.
Art. 11
Vengono individuate le tipologie di intervento regionale che prevedono il concorso della Regione alle spese correnti e di investimento di soggetti pubblici e privati che operano nel settore cinematografico e audiovisivo.
Art. 12
Declina le modalità di programmazione degli interventi regionali. Attraverso un programma triennale vengono stabilite priorità e strategie.
Art. 13
Clausola valutativa.
Art. 14
Vengono indicate le modifiche da apportare alla legge regionale n. 13 del 1999.
Art. 15
Vengono indicate le modifiche da apportare alla legge regionale n. 12 del 2003.
Art. 16
Norme transitorie.
Art. 17
Norme di copertura finanziaria della legge.