n.217 del 18.07.2016 (Parte Seconda)

Oggetto n. 2928 - Ordine del giorno n. 4 collegato all’oggetto 2407 Proposta recante: "Approvazione del piano forestale regionale 2014-2020 ai sensi del D.Lgs. 227/2001 e della L.R. 20/2000. Proposta all'Assemblea legislativa". A firma dei Consiglieri: Pettazzoni, Sabattini, Cardinali, Torri, Fabbri, Zappaterra, Boschini, Lori, Serri, Calvano

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

le Amministrazioni regionali e locali rivestono un ruolo centrale nel promuovere politiche ambientali, rilasciando autorizzazioni che contestualizzano in chiave regionale le azioni contenute nei dispositivi legislativi nazionali, ma anche monitorando le performance ambientali (Rapporti Ocse sulle performance ambientali, 2013);

le moderne politiche di difesa ambientale contemplano la possibilità per i cittadini di poter accedere ad informazioni (creando le opportune facilitazioni in tal senso), partecipare ai processi decisionali, anche in materia ambientale. L’Italia è stata anche tra le prime nazioni europee a ratificare le convenzioni internazionali per il rafforzamento di una “democrazia” ambientale (Convenzione UNECE di Aarhus, 2001);

le politiche forestali sul territorio nazionale hanno contribuito (e potrebbero continuare a farlo in futuro) alla prevenzione e alla limitazione del dissesto idrogeologico, anche in una regione come l’Emilia-Romagna, soggetta in varie zone a tale rischio (Linee guida per la valutazione del dissesto idrogeologico e la sua mitigazione, attraverso misure e interventi in campo agricolo e forestale; Ministero dell’Ambiente della tutela del Territorio e del mare, Ministero per le Politiche Agricole, alimentari e forestali, AGEA, ISPRA, Rete Rurale nazionale, n. 85, 2013);

l’utilizzo del suolo, la valorizzazione delle risorse agricole e forestali sono al centro del dibattito politico nazionale e internazionale. Lo stesso Ministero delle Politiche Agricole, alimentari e forestali si è posto l’obiettivo di “ricostruire un’immagine nazionale del territorio rurale”, delle sue componenti socio-economiche, ambientali, individuando indicatori a vasto spettro tematico, che siano funzionali in tal senso (M. Munafò e M. Marchetti, a cura, 2015);

tra le risorse forestali della regione Emilia-Romagna, un posto di primo piano dovrebbe essere rappresentato dallo “storico” Bosco della Panfilia (area già sottoposta a tutele, secondo il PTCP, Piano Territoriale di Coordinamento Paesistico), formatosi circa tre secoli fa, in stretta correlazione con le vicende idrogeologiche del fiume Reno. Trattasi, infatti, di 81 ettari di estensione boschiva, che sorgono in un’ampia ansa golenale del corso d’acqua, soggetta a periodici allagamenti durante le fasi di piena del fiume.

Precisato che

il Bosco della Panfilia rappresenta oggi uno dei più importanti esempi di foresta presente sul territorio ferrarese, composto di una vegetazione di origine alluvionale, un tempo molto più esteso, racchiude al suo interno specie assai diversificate di piante, come:

- la Farnia;

- il Frassino;

- il Pioppo bianco;

- l’Olmo;

- l’Acero campestre;

- il Salice bianco;

- il Gelso bianco;

- la Sanguinella;

- il Prugnolo;

- il Nocciolo;

- il Biancospino;

- il Sambuco e così via.

Quest’area verde incontaminata costituisce un’oasi naturalistica dall’importante valenza, anche in termini di fauna selvatica. La quale è costituita da specie quali:

- lo storno;

- la volpe;

- il tasso;

- il ghiro;

- la talpa;

- l’istrice;

- il riccio;

- il capriolo (tornato a popolare il bosco negli ultimi anni).

L’elevato numero di specie presenti nell’area boschiva è ribadito dal PRG di Sant’Agostino, il quale riferisce di un’area sottoposta a una forma di protezione e gestione, quale “Riserva Naturale Speciale”; da attuare attraverso un percorso di concertazione intercomunale (F. Bronzini, P. N. Imbesi, M. A. Bedini et. al., 2004);

il Bosco della Panfilia costituisce un pregio per il territorio, fondamentale per mantenere la biodiversità, per la riduzione (in un’ottica sistemica, assieme agli altri parchi e boschi del territorio) di anidride carbonica nell’atmosfera; caratterizzandosi per un elemento altresì sistemico nel processo di depurazione delle acque e di creazione di un “habitat” anche per i prodotti del sottobosco, per la proliferazione di funghi e tartufi, tipicamente diffusi su questo territorio, in particolare prima dei cambiamenti apportati dall’agricoltura del Novecento.

Considerato che

il recente provvedimento di “Riordino Istituzionale” prevede già che ai Comuni e alle Unioni dei Comuni vengano delegate funzioni nella gestione della forestazione, vincolo geologico, tutela dei castagneti e similari. Va, tuttavia, tenuta in considerazione la difficoltà - anche per via della riduzione delle risorse degli enti locali - da parte dei suddetti Enti, nella gestione del verde, come per l’abbattimento (ove richiesto) delle alberature;

nel territorio ferrarese si stanno registrando, in questi ultimi anni, diverse forme di collaborazione e partecipazione dal basso dei cittadini, impegnati in progetti di tutela ambientale-ittico-faunistica, in sinergia con le istituzioni. Nel bondenese, alle Guardie ecologiche e ittiche volontarie saranno presto assegnati alcuni tratti di canali presenti sul territorio comunale, che verranno presidiati per evitare l’abbandono di rifiuti (anche chimici e ingombranti), ad alto impatto;

nell’alto ferrarese, una realtà come l’area di foce del Panaro (già configurata nel PRG di Bondeno, in attesa della definitiva attuazione del PSC, come area da destinare a Parco), oggetto di rinnovato interesse soprattutto a partire dagli anni Novanta, è considerata a tutti gli effetti una risorsa ormai imprescindibile. In questa realtà, un’associazione di volontari ha proceduto alla piantumazione di alcune specie arboree, che hanno ricostituito, in un lembo di alcuni ettari di territorio, la macchia originaria antecedente agli anni Quaranta del Novecento, quando le coltivazioni intensive (in particolare i cereali) hanno modificato l’habitat naturale del tartufo, un tempo elemento pregiato del territorio, di cui si ritrovano tracce in alcuni documenti degli Estensi, ed oggi tornato elemento centrale di alcuni centri dell’alto ferrarese, che si possono fregiare del loro inserimento nell’Associazione Italiana delle Città del Tartufo sviluppando anche un indotto economico, basato sulla filiera del pregiato tubero.

Impegna la Giunta regionale

a promuovere un tavolo di confronto al fine di fornire politiche di valorizzazione e tutela dell’attuale ecosistema del Bosco della Panfilia attraverso logiche di sussidiarietà orizzontale;

Le finalità del confronto dovranno essere volte a:

- stipulare apposite convenzioni tra l’Unione dei Comuni dell’alto ferrarese ed associazioni in collaborazione con Polizia provinciale e Polizie locali;

- prevenire fenomeni di bracconaggio e degrado ambientale;

- valutare interventi manutentivi a sentieri, dotazioni e strutture presenti all’interno del bosco;

- favorire processi partecipativi che coinvolgano i cittadini e creino momenti di socializzazione delle “buone pratiche” messe in campo, anche rivolte a scuole e istituzioni educative;

- promuovere politiche ambientali e di valorizzazione delle potenzialità attrattive ed economiche del Bosco della Panfilia.

A dotare la proprietà regionale di un Piano di gestione forestale per l’attuazione delle azioni di valorizzazione e conservazione del sito in attuazione.

Approvato all’unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 12 luglio 2016

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