n.217 del 30.07.2013 (Parte Seconda)

ORDINE DEL GIORNO - Oggetto n. 4279/1 - Ordine del giorno proposto dai consiglieri Monari, Sconciaforni, Naldi, Barbati, Grillini e Meo per impegnare la Giunta alla definizione tramite il Piano regionale integrato per la qualità dell'aria di obiettivi, strategie ed azioni attuativi delle normative comunitarie e necessari a tutelare la salute dei cittadini e dell'ambiente nel territorio emiliano-romagnolo.

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Vista

la deliberazione di Giunta regionale n. 949 dell'8 luglio 2013 "Documento preliminare al Piano regionale integrato per la qualità dell’aria" che rappresenta lo strumento di definizione delle scelte strategiche di area vasta con riferimento alla gestione della qualità dell’aria in linea con gli indirizzi comunitari e la normativa nazionale.

Considerato che

la Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa, stabilisce gli obiettivi di qualità dell’aria al fine di tutelare la salute umana e l’ambiente;

per raggiungere i suddetti obiettivi la Direttiva comunitaria considera fondamentale combattere alla fonte l’emissione di inquinanti nonché individuare e attuare le più efficaci misure di riduzione delle emissioni a livello comunitario, nazionale e locale;

la norma quadro nazionale in materia di qualità dell’aria è il D.Lgs. 155/2010 che recepisce la direttiva 2008/50/CE, regolamentando la gestione della qualità dell’aria per il biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, PM10, PM2.5, piombo, benzene, monossido di carbonio, ozono, arsenico, cadmio, mercurio, nickel e idrocarburi policiclici aromatici;

la norma nazionale stabilisce che nelle zone in cui i livelli degli inquinanti superano i valori limite, le Regioni devono adottare un Piano di qualità dell’aria che contenga le misure necessarie ad agire sulle principali sorgenti di emissione e le misure necessarie a preservare la migliore qualità dell’aria nelle restanti aree;

gli obiettivi posti dalla Direttiva 2008/50/CE sono poi riconfermati ed implementati dalle linee programmatiche del settimo Programma comunitario di azione in materia di ambiente in corso di definizione quale documento strategico di riferimento per la fissazione degli obiettivi prioritari da raggiungere fino al 2020 in materia di politica ambientale;

gli elementi principali del suddetto Programma sono già rinvenibili in una serie di atti e documenti dell’Unione Europea fra cui la Proposta di Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio sul Programma generale di azione dell’Unione in materia ambiente fino al 2020 "Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta" del 30 novembre 2012, la Risoluzione del Parlamento europeo del 20 aprile 2012 sulla revisione del sesto Programma di azione ambientale e la definizione delle priorità per il settimo Programma d’azione in materia di ambiente "Un ambiente migliore per una vita migliore", la Comunicazione "Iniziativa prioritaria della strategia Europa 2020 - Un'Europa efficiente sotto il profilo delle risorse" e la Comunicazione "Tabella di marcia verso un'Europa efficiente nell’impiego delle risorse" entrambi del 2011;

fra gli obiettivi prioritari contenuti nelle linee programmatiche del settimo Programma comunitario di azione ambientale, fondato sul principio "chi inquina paga", sul principio di precauzione e di azione preventiva e su quello di riduzione dell’inquinamento alla fonte, sono ribaditi gli obiettivi relativi all’inquinamento atmosferico, in particolare:

  • un significativo miglioramento della qualità dell’aria e una significativa riduzione dell’inquinamento acustico dando attuazione alle rispettive politiche dell’UE, in base alle più recenti esperienze scientifiche, e intraprendendo misure per affrontare i problemi alla radice;
  • un’ulteriore riduzione delle emissioni in atmosfera attraverso l’applicazione della Direttiva sulle emissioni industriali (DIR 2010/75/UE) e delle emissioni dai trasporti aumentando la mobilità sostenibile nella UE;

nel settimo Programma comunitario di azione ambientale viene inoltre evidenziato che una larga parte della popolazione dell’UE è tuttora esposta a livelli d’inquinamento atmosferico ed acustico che superano i valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, in particolare all’interno degli agglomerati urbani, e che è pertanto necessario adottare una strategia di sviluppo urbano incentrata sulla sostenibilità ambientale;

nel documento "Metodi ed obiettivi per un uso efficace dei Fondi Comunitari 2014-2020" predisposto dal Ministro per la Coesione territoriale del 27 dicembre 2012 viene individuato tra le altre l’opzione strategica di focalizzare le politiche di sostenibilità ambientale nelle aree urbane dell’Unione Europea in cui è concentrata la maggior parte della popolazione ai fini di una loro massima efficacia.

Dato atto che

la Corte di Giustizia Europea, con sentenza del 19 dicembre 2012, ha condannato lo Stato italiano e, fra le altre, la Regione Emilia-Romagna, per il superamento dei valori limite di PM10, registrato in numerose zone e agglomerati, negli anni 2006 e 2007;

per questioni di ordine processuale la Corte non si è pronunciata in merito alle situazioni di superamento successive al 2007 ma la Commissione ha già attivato la procedura interlocutoria EU Pilot 4915/13/ENVI, sulla base della quale lo Stato italiano e, fra le altre, la Regione Emilia-Romagna sono tenuti a fornire i dati relativi alle azioni e ai piani adottati per far fronte ai superamenti dal 2005 al 2011.

Considerato inoltre che

le Linee Guida sulla qualità dell’aria elaborate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e la letteratura scientifica evidenziano che l’inquinamento atmosferico ha un significativo impatto sulla salute dei cittadini e sull’ambiente e che riducendo i livelli di inquinamento atmosferico si registrerebbe una diminuzione dell’incidenza delle malattie dovute a infezioni respiratorie, delle malattie cardiache e dei tumori al polmone.

Richiamate

la Risoluzione dell’Assemblea legislativa regionale n. 3988 del 3 giugno 2013 concernente "Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea" che segnala la necessità che il prossimo quadro finanziario pluriennale (QFP) preveda adeguati stanziamenti di risorse per garantire la concreta attuabilità delle politiche ambientali e invita la Giunta regionale, in fase di negoziazione sulla programmazione nazionale e nella successiva fase di definizione dei programmi operativi regionali relativi al prossimo ciclo di programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020, ad affiancare all’approccio trasversale la previsione di adeguati finanziamenti mirati sull’ambiente, la cui programmazione dovrebbe far capo al settore specifico, unica modalità questa che consente di contemperare realmente le istanze di sviluppo e quelle di sostenibilità;

la Deliberazione di Giunta regionale n. 980 del 15 luglio 2013, che definisce le priorità ambientali per la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 e stabilisce che nell’ambito dei Programmi Operativi che la Regione sta predisponendo siano rispettate dette priorità dandovi specifica evidenza e attuazione attraverso il settore ambientale.

Considerato che

con Deliberazione di Giunta regionale n. 344/2011, la Regione ha approvato le cartografie relative alle aree di superamento su base comunale di particolato atmosferico (PM10) e biossido di azoto (NO2) rilevando che al conseguimento degli obiettivi di qualità dell’aria ambiente contribuiscono anche gli strumenti di pianificazione regionale settoriale, in particolare nei settori dei trasporti, energia, industria, agricoltura, edilizia ed urbanistica;

in attuazione della richiamata DGR 344/2011 è necessario che il piano regionale declini gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria e conseguentemente di riduzione delle emissioni inquinanti tenendo conto del diverso contributo delle attività antropiche e della loro distribuzione sul territorio regionale.

Considerato inoltre che

l’efficace attuazione degli obiettivi del piano e delle normative di cui il piano è espressione richiede che gli indirizzi, le direttive e le prescrizioni in esso contenute siano recepiti nella pianificazione sotto ordinata ed attuati, fra l’altro, attraverso le autorizzazioni agli impianti ed alle attività, gli accordi di programma, le ordinanze e i regolamenti comunali, e che a tal fine occorre rafforzare il ruolo di governo delle funzioni pubbliche spettanti a Regione e sistema delle Autonomie locali.

Considerato altresì

che la Legge Regionale n. 3 del 20 aprile 2012 stabilisce che il Piano di azione ambientale per lo sviluppo sostenibile coordina i piani in materia di aria, acqua, suolo, biodiversità, clima, rifiuti e definisce gli obiettivi strategici da raggiungere che dovranno essere recepiti dalla pianificazione territoriale generale e settoriale, in uno scenario complessivo di politiche integrate per la sostenibilità;

che le strategie adottate nell’ambito del Piano regionale integrato per la qualità dell’aria saranno ricomprese anche nell’ambito del Piano di azione ambientale, che ha tra i propri compiti quello di attuare la strategia di sviluppo sostenibile.

Impegna la Giunta regionale

1) a dare piena attuazione alla normativa comunitaria con particolare riferimento al raggiungimento dei valori limite e dei valori obiettivo di qualità dell’aria, delineando un modello di gestione basato sull’integrazione settoriale e tra i livelli di governo del territorio;

2) a perseguire in linea con le indicazioni comunitarie gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera necessarie al rispetto dei valori limite di qualità dell’aria tenendo conto del diverso contributo delle attività antropiche e della loro distribuzione sul territorio regionale;

3) ad individuare, a tal fine, misure per la riduzione delle emissioni in tutti i settori che contribuiscono all’inquinamento atmosferico, ovvero:

  • Le città, la pianificazione e l’utilizzo del territorio;
  • Energia;
  • Trasporti e mobilità;
  • Agricoltura;
  • Attività produttive;
  •  "Acquisti verdi" nelle Pubbliche Amministrazioni;

4) ad implementare le misure afferenti ai diversi ambiti tematici attraverso modelli di sviluppo sostenibile fondati sulle seguenti strategie generali:

  • limitare la dispersione insediativa urbana e minimizzare il consumo di nuovo territorio;
  • promuovere il miglioramento dei servizi al cittadino e l’utilizzo delle ICT perseguendo modelli di smart city;
  • incrementare gli spazi verdi, urbani e peri-urbani;
  • promuovere forme di mobilità sostenibile delle persone e delle merci;
  • promuovere il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili non emissive;
  • promuovere il miglioramento tecnologico attraverso la diffusione delle migliori tecniche disponibili;
  • estendere la dinamica del "saldo zero", già adottata per la localizzazione degli impianti a biomassa;
  • - diffondere una cultura dello sviluppo sostenibile attraverso iniziative di comunicazione e sensibilizzazione;

5) a raggiungere gli obiettivi di miglioramento della qualità dell’aria anche attraverso la programmazione delle risorse regionali, nazionali e comunitarie, incluse le risorse collegate al Quadro Strategico Comune 2014-2020 e, segnatamente, del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), del Fondo Sociale Europeo (FSE), del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP), del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR), individuando nei programmi operativi che la Regione sta predisponendo adeguate misure di intervento per il risanamento atmosferico, dandovi specifica evidenza ed attuazione attraverso il settore ambientale, ed assicurando la coerenza generale dei programmi con gli obiettivi di risanamento della qualità dell’aria;

6) a rispettare le previsioni del Piano regionale integrato per la qualità dell’aria nell’ambito degli altri strumenti di pianificazione, con particolare riferimento alle criticità evidenziate e tenuto conto delle connessioni tra inquinamento atmosferico e rischio sanitario.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 24 luglio 2013

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