n.21 del 01.02.2012 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE Oggetto n. 2156 - Risoluzione proposta dai consiglieri Carini, Monari, Marani, Mumolo, Fiammenghi, Cevenini, Piva, Montanari, Zoffoli, Costi, Vecchi Luciano, Barbieri, Casadei, Ferrari, Mazzotti, Pariani, Pagani, Alessandrini e Mori per invitare la Giunta a pubblicizzare in ogni sede tutti gli strumenti messi in atto per la lotta alle mafie, accelerando il processo di adesione ai protocolli di legalità

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

l’Emilia-Romagna è una terra economicamente florida e dotata di importanti infrastrutture territoriali, elementi che ne fanno ottimo terreno per gli affari delle mafie e della criminalità organizzata;

il rapporto della DIA sui dati 2010 evidenzia drammaticamente come la penetrazione mafiosa non sia solo fenomeno relegato al Sud del Paese ma riguardi anche le Regioni del Nord, dove si concentrano il riciclaggio e l’investimento del denaro sporco.

Sottolineato che

nel primo semestre del 2010 l’Emilia-Romagna risulta al quarto posto tra le regioni del centro-nord per reati di estorsione: 106 i casi documentati, inferiori solo a Lombardia (301), Piemonte (186) e Toscana (134). Statistiche simili per quanto riguarda l’usura, con 9 casi segnalati in regione contro i 18 del Veneto e gli 11 della Lombardia;

quanto al numero di segnalazioni bancarie su possibili infiltrazioni mafiose, la Regione è risultata quinta, con un aumento nel 2010 del 121% rispetto all’anno precedente. Dato ancora più preoccupante se si considera che Bologna, Modena, Reggio Emilia e Rimini sono tra le prime 15 province italiane per numero assoluto di segnalazioni sospette e che la stessa provincia di Rimini balza al sesto posto in Italia in rapporto agli sportelli bancari presenti sul territorio.

Evidenziato che

di fronte al quadro descritto l’Istituzione regionale si è attivata in modo deciso, sia attraverso iniziative legislative quali la L.R. 11/2010 “Disposizioni per la promozione della legalità e della semplificazione nel settore edile e delle costruzioni a committenza pubblica e privata” e la L.R. 3/2011 “Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile”, sia attraverso la richiesta dell’istituzione di una Agenzia della DIA sul proprio territorio e con la creazione di un Osservatorio con compiti di monitoraggio e segnalazione alle Autorità competenti;

a settembre scorso si è chiuso il bando con cui la Regione ha erogato 1 mln Euro ad Associazionismo, Volontariato ed Enti locali per progetti di prevenzione dell’infiltrazione della criminalità mafiosa in Emilia-Romagna e di rafforzamento della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

Rilevato che

fra le azioni concrete messe in campo dalla Regione va annoverato il Protocollo d’Intesa fra la RER e le 9 Prefetture della Regione ed il sostegno ad analoghe iniziative sui territori;

tali iniziative, coinvolgendo Istituzioni e soggetti operanti sui territori, mirano a creare una rete che - pur nel rispetto della competenza esclusiva statale in materia - riesca a garantire un monitoraggio costante e capillare del territorio.

Preso atto che

l’adesione delle Istituzioni si è dimostrata in alcuni casi piuttosto contenuta, come ad esempio in Provincia di Piacenza - peraltro solo ieri tornata alle cronache per il sequestro di due aziende in odore di mafia - dove solo 7 comuni su 48 hanno aderito ai protocolli di legalità con la Prefettura per la trasmissione dei dati relativi agli appalti e forniture di lavori pubblici sottosoglia (250.000 €) ed anche aziende pubbliche controllate dalla Regione come l’Asl non hanno aderito.

Invita la Giunta

a pubblicizzare in ogni sede e con ogni strumento ritenuti opportuni l’esistenza di tutti gli strumenti messi in atto per la lotta alle mafie, accelerando il processo di adesione di tutte le Aziende della Regione e sollecitando l’adesione generalizzata agli stessi - ed in particolare i Protocolli di Legalità - da parte di tutti gli attori territoriali, a partire dalle Istituzioni e dalle Aziende pubbliche.

Approvata all’unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 17 gennaio 2012

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