n.320 del 26.10.2016 (Parte Prima)

Oggetto n. 3409 - Risoluzione sulla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, Piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi - COM(2016) 377 final del 7 giugno 2016. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell’articolo 24, comma 3 della legge n. 234 del 2012

La I Commissione “Bilancio, Affari generali ed istituzionali”

dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Visto l’articolo 38, comma 4, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa e la legge regionale 28 luglio 2008, n. 16, in particolare gli articoli 3, 4 e 6;

visto l’articolo 24, comma 3, della legge 24 dicembre 2012 n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea);

vista la Risoluzione dell’Assemblea legislativa n. 2616 del 19 maggio 2016 recante “Sessione europea 2016 - Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea", in particolare le lettere y), z), aa), gg);

vista la lettera della Presidente dell’Assemblea legislativa (prot. n. 36632 del 27 luglio 2016);

vistala Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, Piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi - COM(2016)377 final del 7 giugno 2016;

vistala legge regionale 24 marzo 2004, n. 5 (Norme per l'integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati. Modifiche alle leggi regionali 21 febbraio 1990, n. 14 e 12 marzo 2003, n. 2);

visto il parere reso dalla IV Commissione Politiche per la salute e politiche sociali nella seduta del 10 ottobre 2016 (prot. n.46560 del 10/10/2016).

Consideratoche la Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni, Piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi - COM(2016)377 final del 7 giugno 2016 fa parte degli atti segnalati nell’ambito della Sessione europea 2016, sui quali l’Assemblea legislativa e la Giunta regionale si sono impegnate a valutare, al momento dell’effettiva presentazione, l’opportunità di inviare osservazioni al Governo ai sensi della legge n. 234 del 2012, articolo 24, comma 3, per gli aspetti di competenza regionale, oltre all’eventuale esame della sussidiarietà delle proposte legislative da parte dell’Assemblea ai sensi dell’articolo 25 delle stessa legge;

consideratal’importanza di rafforzare il dialogo tra i livelli parlamentari anche sugli aspetti di merito delle proposte e delle iniziative presentate dalla Commissione europea nel contesto del dialogo politico tra Parlamenti nazionali e Istituzioni dell’Unione europea e considerato che l’articolo 9 della legge 234 del 2012, disciplinando la partecipazione delle Camere al dialogo politico, nel comma 2, prevede espressamente che: “I documenti (delle Camere) tengono conto di eventuali osservazioni e proposte formulate dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dell’articolo 24, comma 3, e dalle assemblee e dai consigli regionali e delle province autonome ai sensi dell’articolo 25”.

Consideratoche con la presente Comunicazione la Commissione europea intende definire le priorità e gli strumenti politici per l’attuazione di azioni concrete finalizzate a rafforzare ulteriormente le politiche di integrazione nell'UE, attraverso il sostegno concreto alle iniziative di integrazione degli Stati membri e che il piano d’azione fa parte delle azioni annunciate nell’Agenda europea sulla migrazione e nella Comunicazione del 6 aprile 2016 Riformare il sistema europeo comune di asilo e potenziare le vie legali di accesso all'Europa;

consideratoche il Piano d’azione illustra come si dovrebbe articolare concretamente a livello politico, operativo e finanziario il sostegno che l’UE intende offrire agli Stati membri che sono in prima linea nella gestione dei processi di immigrazione e integrazione e che l'integrazione degli immigrati rappresenta una priorità politica per l’Unione europea che deve essere perseguita non solo nelle diverse politiche, ma anche a diversi livelli (europeo, nazionale, regionale e locale) in considerazione del profondo impatto che tali fenomeni determinano a livello territoriale;

considerato che la Regione Emilia-Romagna ha adottato la legge regionale n. 5 del 2004 “Norme per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati” che prevede come strumento chiave di programmazione il Programma Triennale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati e che attualmente è vigore il Programma 2014-2016 denominato “Per una comunità interculturale”, approvato dall’ Assemblea legislativa con delibera n. 156 del 2 aprile 2014, che è suddiviso in quattro assi strategici (Inclusione, Equità e diritti, Cittadinanza, Antidiscriminazione) e individua come strumenti trasversali di intervento, tre aree di azione prioritarie: apprendimento e alfabetizzazione alla lingua italiana; mediazione e formazione interculturale e informazione e conoscenza diffusa dei diritti e dei doveri;

considerata, infine, l’opportunità di partecipare, già in fase ascendente, al processo decisionale dell’Unione europea, e ai negoziati che seguiranno sulla presente Comunicazione attraverso la formulazione di osservazioni e l’attivazione di tutti gli strumenti a disposizione delle regioni;

a) si esprime osservando quanto segue:

- premesso che il Piano presentato dalla Commissione europea si configura come un atto di indirizzo, che non impone di per sé obblighi giuridici ai destinatari, pur non ritenendo necessario proporre modifiche o integrazioni specifiche, ritiene utile formulare alcune considerazioni sulla strategia complessiva così come emerge dal documento, evidenziando da subito che la proposta appare correttamente strutturata secondo una visione multidimensionale del fenomeno migratorio;

- condivide, in particolare, l’approccio generale del Piano che sembra evidenziare l’esigenza di un’accelerazione non solo nella gestione dei flussi migratori, ma anche sul versante delle politiche di integrazione; appare orientato ad una impostazione trasversale, che implica la necessità di tener conto del tema dell’integrazione dei cittadini di Paesi terzi nella costruzione di tutte le politiche, senza, però, trascurare la necessità di adottare misure mirate per specifici gruppi e target (come i neo-arrivati, i richiedenti asilo e rifugiati, i minori non accompagnati, le vittime di tratta ecc..); appare orientato ad una concezione di integrazione che deve ancorarsi ai valori di fondo delle società europee: democrazia, stato di diritto, rispetto dei diritti fondamentali come la libertà di espressione e di culto, il diritto alla parità e alla non discriminazione, e sembra basarsi sulla consapevolezza che le società europee saranno sempre più caratterizzate da elementi di pluralità e diversità culturali, evidenziando l’importanza di rafforzare un processo di dialogo interculturale e interreligioso che veda protagonisti l’insieme dei cittadini europei;

- evidenzia che in più parti del documento viene correttamente sottolineata la necessità di una forte attenzione nei confronti dei richiedenti asilo e rifugiati arrivati consistentemente negli ultimi anni in Europa, spesso portatori di vulnerabilità, privi di documenti (compresi quelli che comprovano le loro qualifiche), inattivi per periodi molto lunghi durante la procedura di asilo, con evidenti difficoltà linguistiche, di accesso nel mercato del lavoro e nella ricerca di una soluzione abitativa. Tuttavia, rileva che dall’impostazione del Piano sembra trasparire una lettura eccessivamente basata sulla dicotomia “neo-arrivati e società che accoglie” che rischia di non prendere sufficientemente in considerazione una parte significativa di migranti, cioè coloro che risiedono in Europa da più tempo e che rappresentano anch’essi una sfida e un’opportunità fondamentale per le politiche di integrazione dei prossimi anni. In quest’ottica, si richiamano i consistenti processi di disoccupazione che hanno investito lavoratori stranieri di lungo corso, che necessitano di piani di riconversione e riqualificazione professionale, e le potenzialità delle nuove generazioni nate o cresciute in Europa, che rappresentano una domanda inedita di protagonismo sociale, culturale e politico;

- sottolinea positivamente la previsione nel Piano di un approccio di governance multilivello, che dovrà però essere declinata ponendo particolare attenzione alle Regioni e agli enti locali, in quanto esposti in modo diretto alle sfide, alle opportunità ed alle problematiche collegate ai processi di integrazione nei territori;

- con riferimento alle diverse azioni indicate dal Piano in ciascun settore chiave, concorda con il quadro di interventi prefigurato, rispetto al quale il vigente Programma Triennale Regionale 2014-2016 per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri appare in sintonia sia per l’impostazione di fondo che per le priorità in esso previste (inclusione, equità e diritti, cittadinanza, antidiscriminazione);

- evidenzia, tuttavia, che le singole iniziative previste dal Piano dovrebbero essere maggiormente connesse ed inserite nel contesto più ampio costituito dalle principali proposte di riforma presentate dalla Commissione europea, a partire dalla riforma del sistema comune di asilo, ed in tal senso, con riferimento specifico al tema delle “Misure precedenti la partenza/arrivo”, richiama la necessità di porre attenzione non solo ai programmi di reinsediamento, ma anche alle politiche di relocation (ricollocazione) di richiedenti asilo e rifugiati, così come definite dalla stessa Agenda Europea sulla Migrazione del 2015;

- concorda, in conclusione, sulla necessità di potenziare una rete europea sull’integrazione per la diffusione di buone pratiche e dei conseguenti punti nazionali di contatto per l’integrazione, avendo cura di prevedere un maggiore coinvolgimento delle Regioni e degli enti locali nelle fasi di coordinamento nazionale e di interfaccia con la rete europea.

b) Dispone l’invio della presente Risoluzione alla Giunta della Regione Emilia-Romagna, per garantire il massimo raccordo tra gli organi della Regione nello svolgimento delle rispettive attività e competenze, assegnate dalla legge e dal regolamento e invita la Giunta a trasmettere la presente Risoluzione al Governo e alla Conferenza delle regioni e delle province autonome, quali osservazioni ai fini della formazione della posizione italiana, ai sensi dell’articolo 24, comma 3 della legge n. 234 del 2012.

c) Dispone l’invio della presente Risoluzione al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati, per l’inoltro alle competenti Commissioni parlamentari anche ai fini della formulazione dei documenti delle Camere nell’ambito della partecipazione al dialogo politico con le istituzioni dell’Unione europea ai sensi dell’articolo 9 della legge n. 234 del 2012.

d) Impegna la Giunta ad informare l’Assemblea legislativa sul seguito dato alle osservazioni della Regione Emilia-Romagna sulla Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Piano d'azione sull'integrazione dei cittadini di paesi terzi - COM(2016) 377 final del 7 giugno 2016, sulle eventuali posizioni assunte dalla Regione a livello europeo e nazionale, con particolare attenzione a quelle assunte in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nonché sugli ulteriori contributi della Regione al processo decisionale europeo.

e) Dispone inoltre l’invio della presente Risoluzione alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e, per favorire la massima circolazione delle informazioni sulle attività di partecipazione alla fase ascendente, ai parlamentari europei eletti in Emilia-Romagna e ai membri emiliano-romagnoli del Comitato delle Regioni, al Network sussidiarietà del Comitato delle Regioni e alle Assemblee legislative regionali italiane ed europee.

Approvata a maggioranza dalla Commissione I Bilancio Affari generali ed istituzionali nella seduta del 18 ottobre 2016.

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