n.195 del 26.09.2012 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2281 - Risoluzione proposta dai consiglieri Alessandrini, Monari, Pariani, Mazzotti, Zoffoli, Mori, Ferrari, Pagani, Bonaccini, Cevenini, Piva, Montanari, Luciano Vecchi, Costi, Barbieri, Mumolo, Casadei, Moriconi e Riva per impegnare la Giunta ad adoperarsi in tutte le sedi più opportune perché gli immobili agricoli siano esentati totalmente dall'IMU

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 Premesso che

l’agricoltura emiliano-romagnola è caratterizzata da una diminuzione strutturale del numero delle aziende attive cui si aggiungono periodiche crisi di commercializzazione e di mercato, che trovano un indicatore nella costante riduzione dei consumi, nella remunerazione insufficiente dei prodotti e nel rilevante aggravio dei costi di produzione.

La fotografia dell’agricoltura emiliano-romagnola rispetto al 2000 registra un calo delle aziende attive del 31% a fronte del -32,2% in Italia per un totale di 73.441 aziende attive, mentre la superficie agricola utile totale è di 1.066.773 ettari e, nonostante la perdita di oltre 62 mila ettari, la capacità produttiva media annuale delle aziende agricole regionali è rimasta pressoché inalterata mantenendo agli stessi livelli le produzioni regionali.

In forza delle peculiari caratteristiche e della rilevanza sociale del settore primario occorre adottare provvedimenti in materia fiscale e di sviluppo economico capaci di sostenere e favorire il settore.

La legge n. 214 del 2011 “Disposizioni urgenti per la crescita l’equità e il consolidamento dei conti pubblici” che ha anticipato l’entrata in vigore dell’imposta municipale unica (IMU), prevista dal Decreto legislativo n. 23 del 2011, al 2012, rischia di penalizzare ulteriormente l’agricoltura italiana.

Evidenziato che

il settore agroalimentare rappresenta il secondo comparto manifatturiero a livello nazionale e contribuisce, in modo particolarmente significativo, a caratterizzare il tessuto economico ed occupazionale di importanti distretti produttivi ed a promuovere l’immagine del nostro Paese nel mondo.

Parimenti, l’agricoltura svolge un ruolo insostituibile per contrastare i gravissimi fenomeni di degrado idrogeologico, imputabili in larga misura all’abbandono del territorio e della corretta coltivazione dei terreni, che con frequenza sempre più ravvicinata concorrono a determinare eventi calamitosi di estrema gravità.

Sono quindi necessarie politiche di sviluppo in grado di riconoscere la valenza economica, sociale, ambientale ed occupazionale, del comparto agricolo ed evitare la scomparsa di numerose realtà produttive che rischiano di essere travolte dalla perdurante situazione di difficoltà economica e di sparire definitivamente dal panorama produttivo.

Considerato che

le nuove disposizioni introdotte stravolgono il regime fiscale degli immobili agricoli, siano essi terreni o fabbricati imponendo un aggravio fiscale con evidenti ricadute negative sui costi della produzione e sulla sopravvivenza stessa delle imprese.

La necessità prioritaria per il settore è mitigare l’impatto dell’IMU sia per quanto riguarda gli elementi quantitativi che per le modalità applicative, le quali rischiano di introdurre elementi di incertezza e disparità ulteriori tra i territori comunali.

La commissione agricoltura della Conferenza delle regioni ha approvato la proposta della Toscana di chiedere al Governo di esentare totalmente dall'IMU i fabbricati senza reddito dominicale, presenti solo nel catasto terreni, che costerebbe troppo accatastare all'urbano, rischiando di consumare così il gettito eventualmente prodotto.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta

ad adoperarsi in tutte le sedi più opportune perché gli immobili agricoli, i fabbricati di servizio all'attività agricola, come stalle, fienili, strutture di ricovero per macchine e attrezzi siano esentati totalmente dall'IMU. Questi come d’altra parte i terreni, costituiscono gli strumenti di lavoro dell’agricoltore e non possono, come tali, essere considerati alla stregua di pura e semplice ricchezza accumulata. L’applicazione ai fabbricati rurali ad uso strumentale di aliquota ridotta allo 0,2%, pur combinata con la possibilità che i Comuni applichino una riduzione dello 0,1% della medesima, produrrà comunque effetti devastanti.

A chiedere al Governo l’apertura di un tavolo di confronto con le Regioni volto ad individuare, in subordine, criteri alternativi di applicazione dell’IMU, senza pregiudicare la sussistenza del settore agricolo italiano e nella consapevolezza della gravità della finanza nazionale e degli obiettivi del decreto “Salva Italia”.

A chiedere al Governo di rivedere il meccanismo di calcolo relativo ai terreni condotti dagli agricoltori, in modo da salvaguardare i principi che, sino ad oggi, hanno determinato l’applicazione di specifiche regole fiscali per il settore agricolo, data la particolarità del settore stesso.

Ad adoperarsi per promuovere incontri con l’ANCI E-R per coinvolgere i comuni anche nel processo di applicazione del tributo e per valutare le problematiche legate all’introduzione dell’IMU nel settore agricolo.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 4 settembre 2012.

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