n.43 del 22.02.2017 periodico Parte Seconda

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3886 - Risoluzione per impegnare la Giunta a proseguire, con il coinvolgimento di tutti gli attori, nel porre in essere buone pratiche per la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi, nonché nell’attuare il Patto per il lavoro e la Conferenza per la Montagna al fine di rilanciare i territori appenninici. A firma dei Consiglieri: Taruffi, Torri, Caliandro, Paruolo, Poli, Marchetti Francesca, Prodi (Prot.DOC/2017/0000054 dell’8 febbraio 2017)

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

negli ultimi anni, quelli contrassegnati dalla grave crisi economica e finanziaria, e segnatamente negli ultimi mesi, il tessuto produttivo dell’Appennino bolognese ha subito un progressivo processo di de-industrializzazione con la chiusura o il ridimensionamento di diversi stabilimenti produttivi con pesanti ricadute in termini occupazionali;

la chiusura del polo cartiario di Lama di Reno a Marzabotto nel quale trovavano occupazione oltre 500 lavoratori, la durissima vertenza Philips-Saeco di Gaggio Montano che ha comportato la perdita di 243 posti di lavoro, l’incredibile vicenda della Stampi Group di Monghidoro in cui per diversi mesi 82 lavoratori sono rimasti senza stipendio e qualsiasi tipo di ammortizzatore sociale, la preoccupante situazione in cui versa la Dismeco a Marzabotto con oltre 20 lavoratori coinvolti; la crisi di Giletta a Gaggio Montano che ha comportato la perdita di 40 posti di lavoro e infine la crisi finanziaria che ha travolto il Gruppo Paritel di cui fa parte la Demm s.p.a di Alto Reno Terme in cui trovano occupazione 221 lavoratori sono solo alcuni esempi concreti di questo drammatico processo;

complessivamente, dal 2008 ad oggi, nel solo comparto industriale della valle del Reno, sull’Appennino bolognese, realtà che conta circa 50 mila abitanti, sono andati persi quasi 1.000 posti di lavoro.

Considerato che

la Regione si è sempre fatta portatrice degli interessi dei lavoratori delle imprese in crisi;

nel caso della Saeco si è ottenuto per i lavoratori in mobilità di poter usufruire di specifici corsi di formazione, attività di orientamento, tirocini, come piano di accompagnamento e sostegno per la loro ricollocazione e ciò grazie alle azioni di collocazione dei lavoratori in mobilità, sostenute con uno specifico stanziamento di 1 milione di euro, previsti dall’apposito bando della Regione e destinato ai casi di crisi aziendali che si concludono con accordi che prevedono esuberi superiori a 50 unità di personale;

per Stampi Group, dopo il fallimento, si è ottenuta la cassa integrazione in deroga fino all’11 febbraio 2017 e si è comunque alla ricerca di potenziali acquirenti;

congiuntamente anche il comparto termale, altro polo che ha storicamente garantito al territorio dell’Alto Appennino bolognese un importante sbocco occupazionale, ha conosciuto il susseguirsi di una lunga scia di crisi e fallimenti che hanno comportato la perdita di oltre 80 posti di lavoro;

il Patto per il Lavoro, sottoscritto dalla Regione con le istituzioni locali, le Università, le parti sociali datoriali e sindacali, il forum del terzo settore, individua fra i suoi obiettivi fondamentali quello di mettere in campo una nuova generazione di politiche per lo sviluppo fondate sul riconoscimento del valore del territorio, della produzione, del lavoro e delle persone, su una sistematica interazione fra i diversi livelli istituzionali e su un coordinamento strategico dell’azione regionale;

il bilancio 2017 della Regione ha previsto uno stanziamento di 700.000 euro a favore delle politiche di sviluppo di imprese in tutto il territorio dell’Appennino regionale;

nell’ambito delle specifiche azioni di politiche attive per l’Appennino bolognese, ed in attuazione e coerenza con il Patto per il Lavoro, lo scorso 22 novembre è stato siglato dalle istituzioni, compresa la Regione Emilia-Romagna, dai sindacati e dalle associazioni di categoria il “Patto per l’occupazione e le opportunità economiche del territorio delle Valli del Reno e del Setta”, quale strumento operativo per favorire l’incontro di domanda e offerta in quel territorio.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

1. a proseguire sulla strada del coinvolgimento di tutti gli attori, le istituzioni, le imprese, i sindacati, l’Agenzia per il lavoro, dando vita a buone pratiche che possano rappresentare il miglior metodo per la ricollocazione dei lavoratori delle aziende in crisi, per la loro partecipazione ai corsi di formazione e per il più veloce ed efficiente incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro;

2. a predisporre, all’interno del Piano per la Montagna, un vero e proprio piano di politica industriale per il rilancio dei territori appenninici, anche prevedendo incentivi ad hoc e operando per riconvertire alcuni stabilimenti produttivi, dando così corpo e sostanza al Patto per il lavoro e alla Conferenza per la Montagna.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 7 febbraio 2017

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