n.212 del 13.07.2016 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 2621 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni di monitoraggio costanti e analisi sul ricorso allo strumento del voucher per il lavoro accessorio, promuovere intese per rafforzare strumenti e modalità di vigilanza sul lavoro, anche tramite i servizi ispettivi, per incrementare la sicurezza della società e la legalità delle attività economiche, valutando inoltre norme volte ad evitare l'uso improprio dei voucher. A firma dei Consiglieri: Sensoli, Bertani, Sassi

L’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna

Premesso che

dalla lettura dei dati INPS relativi all’anno 2015, emerge il forte incremento del ricorso all'utilizzo dei buoni (i voucher INPS) utilizzati per il cosiddetto lavoro accessorio, soprattutto nel comparto turistico, del commercio e dei servizi; lettura confermata dalle forti preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali; 

l’aumento del ricorso ai voucher è seguito, in particolare, alle modifiche apportate dalla legge 92 del 2012, che ha eliminato l'elenco di attività previste dalla disciplina previgente ed il riferimento alla natura meramente occasionale della prestazione; 

il ricorso a questo strumento sembra particolarmente rilevante in alcune aree della regione contrassegnate dalla stagionalità, come nel caso del ravennate, ove nel 2015 i buoni lavoro sono stati più di 1.561.000: più della metà di quelli impiegati nella provincia di Bologna, che, comunque, sul piano demografico e della numerosità di imprese ne costituisce quasi il triplo e può contare su una massiccia presenza di giovani universitari, uno dei naturali bacini di questa forma di partecipazione al lavoro;

analogo il peso dei voucher nel riminese (1.532.555) e nella provincia di Forlì-Cesena (1.317.711), che assieme superano i voucher modenesi, quasi corrispondente sul piano demografico, ma con un tessuto economico contrassegnata dal manifatturiero e dalla compresenza di più distretti industriali; 

considerato che

lo strumento è nato per contrastare parte dell’imponente fenomeno del lavoro nero introducendo una risposta flessibile e funzionale di picchi di lavoro diurni o stagionali, e per regolarizzare fenomeni marginali del mercato del lavoro, come nel caso delle lezioni private o di attività di supporto alla gestione domestica; 

tuttavia la vastità e la ricorrenza dell’impiego lascia ipotizzare un uso improprio, tale da coprire solo una parte di prestazioni invece connotate da durata e continuità tali da essere classificabili entro i consueti rapporti di lavoro; ciò con evidenti conseguenze negative sia sul piano dell’evasione contributiva, che dei vuoti previdenziali per i lavoratori coinvolti, che della stessa sicurezza e protezione del lavoratore durante il servizio e senza alcun effettivo contributo alla ripresa del sistema economico del Paese; 

proprio al fine di evitare ogni possibile elusione della disciplina, con la L. 81/2015 è stato previsto l'obbligo per le imprese di comunicare preventivamente e per via telematica, alla Direzione territoriale competente, i dati anagrafici e il codice fiscale del lavoratore, nonché la data ed il luogo della prestazione lavorativa; 

pochi giorni fa il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare un decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive ai cinque decreti legislativi emanati in attuazione del Jobs Act, che prevedono una piena tracciabilità del voucher mutuando la procedura già utilizzata per tracciare il lavoro intermittente e compensi annui non superiori a 2.000 euro per ciascun committente, con esclusione del settore agricolo; 

valutato che

la Regione, sebbene non abbia competenze in materia ispettiva, svolge un ruolo importante nella programmazione delle politiche attive del lavoro, nella gestione dei centri per l'impiego e nel confronto interistituzionale e si è impegnata nell'ambito del “Patto per il lavoro”, sottoscritto in luglio 2015 con tutti i principali attori sociali, economici ed istituzionali del territorio regionale, al fine di garantire condizioni di legalità nel lavoro. In tale ambito si collocano iniziative di collaborazione interistituzionale con gli organi ispettivi di vigilanza sulla regolarità dei rapporti di lavoro e sulla corretta gestione in particolare degli istituti di sostegno al reddito e delle transizioni al lavoro quali tirocini; 

la complessiva legalità e sicurezza di un territorio è assicurata anche da adeguata strutturazione dei servizi di vigilanza, fra quelli connessi al lavoro rivestono particolare importanza, alla luce delle dirette interconnessioni con le attività economiche; 

corrispondenti al reale impegno della prestazione, favorendo le imprese e i datori di lavoro che si muovono in un contesto di piena legalità; 

impegna la Giunta

a rafforzare ed incrementare le intese e gli accordi con gli enti preposti alla vigilanza, al fine di garantire un monitoraggio costante ed efficace dell’utilizzo dello strumento nel territorio regionale; 

a richiedere al Governo di rafforzare ulteriormente, nel processo di revisione dello strumento, soluzioni tali da scongiurare usi impropri ed illeciti e contestualmente di rafforzare l’azione ispettiva come condizione indispensabile per le complessive condizioni di sicurezza della società emiliano-romagnola e di legalità delle attività economiche; A tale proposito, a prevedere un aumento del personale addetto alla vigilanza, specialmente nei momenti di alta stagione dei settori caratterizzati da andamento stagionale, quali quello turistico e agricolo;

a promuovere, anche attraverso le sedi di confronto interistituzionale, un’analisi accurata sull’esperienza dei voucher 

Approvata a maggioranza dalla Commissione V “Cultura, Scuola, Formazione, Lavoro, Sport e Legalità” nella seduta del 16 giugno 2016.

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