n.234 del 27.07.2016 periodico (Parte Seconda)

Indirizzi di programmazione degli interventi per il consolidamento e la qualificazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie - Anno 2016. (Proposta della Giunta regionale in data 6 giugno 2016, n. 821)

L'ASSEMBLEA LEGISLATIVA

Richiamata la deliberazione della Giunta regionale, progr. n. 821 del 6 giugno 2016, recante ad oggetto “Indirizzi di programmazione degli interventi per il consolidamento e la qualificazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie - Anno 2016";

Preso atto:

- del favorevole parere espresso dalla commissione referente "Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità" di questa Assemblea legislativa, giusta nota prot. AL/2016/33025 in data 30 giugno 2016,

- del parere favorevole espresso dal Consiglio delle Autonomie locali (CAL) sulla proposta della Giunta regionale n. 821 del 6 giugno 2016 (qui allegato);

Previa votazione palese, a maggioranza dei presenti,

delibera

- di approvare le proposte contenute nella deliberazione della Giunta regionale, progr. n. 821 del 6 giugno 2016, sopra citata e qui allegata quale parte integrante e sostanziale;

- di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale Telematico della Regione Emilia-Romagna.

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Viste:

- la legge 13 luglio 2015, n. 107 “Riforma del sistema nazionale d’istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” che al comma 180 prevede che il Governo è delegato ad adottare uno o più decreti attuativi al fine di provvedere al riordino e alla semplificazione della materia e al comma 181, lettera e), prevede - fra l’altro - l’istituzione del sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino a 6 anni;

- la Legge 7 aprile 2014, n. 56 “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”;

- il DPCM 7 agosto 2015 relativo a riparto di una quota del fondo di cui all’art. 1, comma 131, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (legge di stabilità 2015) per il rilancio del piano per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia;

- la L.R. 10 gennaio 2000, n.1 “Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia” ed in particolare all’articolo 10 laddove è previsto che l’Assemblea legislativa, su proposta della Giunta, approvi il programma regionale dei servizi educativi per la prima infanzia come indicato alle lettere a), b) c) del comma 1;

- la legge regionale 30 luglio 2015, n. 13 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni” all’art. 65, comma 2, lettera a) la quale prevede:

  • al comma 1, che “La Regione esercita le funzioni in materia sociale ed educativa già spettanti alle Province e non ricomprese nell’art.1, comma 85, della legge n. 56 del 2014”;
  • al comma 2, che “Con successive leggi regionali finalizzate a completare il processo di riordino normativo, in conformità con il comma 1, si provvede alla riforma delle leggi nei settori sociale ed educativo, con particolare riferimento alle seguenti:

a) legge regionale 10 gennaio 2000, n. 1 “Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia”;

- la Legge regionale n. 22 del 29/12/2015, ed in particolare l’art. 23 Assegnazione dei fondi regionali di cui alla legge regionale n. 1 del 2000 che al comma 1., stabilisce “In coerenza con quanto stabilito dall'articolo 65, comma 2, della legge regionale n. 13 del 2015, fino alla riforma organica della legge regionale 10 gennaio 2000, n. 1 (Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia), le risorse regionali e statali di cui alla legge regionale n. 1 del 2000 sono assegnate agli enti locali e loro forme associative.”;

Ritenuto opportuno, al fine di garantire la continuità dell’erogazione dei finanziamenti a sostegno del sistema integrato dei servizi educativi per l’infanzia e in considerazione del processo attualmente in corso di riordino istituzionale ai sensi della LR 13/2015, di definire per l’anno in corso gli indirizzi regionali di programmazione al fine di consentire alla Giunta di procedere con il riparto delle risorse;

Preso atto che:

- nell'attuale contesto in cui permangono scenari in evoluzione riguardanti la normativa nazionale e regionale di settore, al momento non pare opportuna l'elaborazione di un nuovo strumento di indirizzo e programmazione pluriennale;

- è comunque urgente definire alcune scelte di riferimento per orientare la programmazione territoriale dall'anno finanziario 2016 consentendo alla Giunta Regionale di dare attuazione ai presenti indirizzi regionali;

Valutato altresì di stabilire che gli indirizzi allegati alla presente deliberazione avranno validità fino al 31 dicembre 2016, fatta salva la possibilità di estendere la validità annuale, per consentire il recepimento delle innovazioni normative introdotte a livello nazionale dai previsti decreti attuativi di cui all’art.1, comma 180, della Legge 107/2015 per la realizzazione del “Sistema Integrato 0-6” di cui al comma 181, e comunque fino a nuova programmazione regionale con la quale si specificheranno gli obiettivi ed i relativi criteri;

Dato atto che la presente proposta è stata esaminata dalla Conferenza regionale del terzo settore il 06/6/2016 e dal C.A.L. il 25/05/2016;

Richiamate:

- la L.R. n. 43 del 26/11/2001 “Testo unico in materia di organizzazione e di rapporti di lavoro nella Regione Emilia-Romagna” e ss.mm.ii;

- la deliberazione di Giunta regionale n. 2416 del 29 dicembre 2008, e ss.mm.ii recante “Indirizzi in ordine alle relazioni organizzative e funzionali tra le strutture e sull'esercizio delle funzioni dirigenziali. Adempimenti conseguenti alla delibera 999/2008. Adeguamento e aggiornamento della delibera 450/2007” e ss.mm.ii;

Richiamati:

 - il D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” e in particolare l’art. 26, comma 1;

- la propria Deliberazione n. 66 del 25 gennaio 2016 “Approvazione del piano triennale di prevenzione della corruzione e del programma per la Trasparenza e l’Integrità. Aggiornamenti 2016-2018”;

Richiamate le seguenti deliberazioni della Giunta Regionale: n.113 del 9/2/2015 n.193 del 27/2/2015, n. 2189 del 21/12/2015, n.270 del 29/2/2016, n. 628/2015, n.56 del 25/1/2016, n.619 del 28/4/2016, n. 622 del 28/4/2016 e n. 702 del 16/5/2016;

Dato atto del parere allegato;

Su proposta del Vicepresidente Assessore a Politiche di Welfare e Politiche abitative, Elisabetta Gualmini

a voti unanimi e palesi

delibera

1. di proporre all’Assemblea legislativa regionale, per i motivi sopra elencati e che qui si intendono integralmente riportati, di approvare gli “Indirizzi di programmazione degli interventi per il consolidamento e la qualificazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie - Anno 2016”, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale;

2. di dare atto che la Giunta regionale provvederà con propri e successivi atti alla ripartizione e assegnazione delle risorse, a favore degli Enti locali e loro forme associative, per l’attuazione del programma, secondo i criteri indicati nell’allegato alla presente deliberazione, parte integrante e sostanziale;

3. di dare atto altresì che, qualora si rendessero disponibili ulteriori stanziamenti regionali e statali, destinati ai bambini in età 0-3 anni ed alle famiglie, la Giunta Regionale procederà con specifici atti all'assunzione delle risorse ed al trasferimento ai soggetti beneficiari in coerenza con le caratteristiche del sistema integrato dei servizi regionali per la prima infanzia ed in coerenza con gli indirizzi di programmazione di cui alla presente deliberazione;

4. di stabilire che gli “Indirizzi di programmazione degli interventi per il consolidamento e la qualificazione del sistema integrato dei servizi socio-educativi per i bambini in età 0-3 anni e le famiglie” approvati con il presente atto resteranno in vigore per l’anno 2016, fatta salva la possibilità di estendere la validità annuale, per consentire il recepimento delle innovazioni normative introdotte a livello nazionale dai previsti decreti attuativi di cui all’art.1, comma 180, della Legge 107/2015 per la realizzazione del “Sistema Integrato 0-6” di cui al comma 181, e comunque fino a nuova programmazione regionale con la quale si specificheranno gli obiettivi ed i relativi criteri;

5. di dare atto che, secondo quanto previsto dall’art. 26, comma 1, del D.Lgs n. 33/2013 e dalla delibera di Giunta regionale n. 66/2016, il presente atto è soggetto agli obblighi di pubblicazione ivi previsti;

6. di pubblicare la deliberazione Assembleare nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna Telematico per garantirne la più ampia diffusione.

Allegato

INDIRIZZI DI PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI PER IL CONSOLIDAMENTO E LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI SOCIO-EDUCATIVI PER I BAMBINI IN ETÀ 0-3 ANNI E LE FAMIGLIE - ANNO 2016.

La presente programmazione orienta e sostiene l'azione degli enti locali e contiene elementi utili ad offrire un quadro organico di riferimento in applicazione delle norme regionali ed in connessione con quelle nazionali ed europee, in attesa della revisione della normativa regionale in materia, come prevista dall’art. 65 della L.R. 13/2015.

Il sistema integrato dei servizi per l'infanzia dell'Emilia-Romagna

Con l'approvazione della legge regionale 1/2000 e ss.mm. “Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia” è stato delineato il sistema dei servizi per la prima infanzia e riconosciuti, come parte integrante, i soggetti titolari e gestori privati dell'offerta educativa del territorio regionale. Con successive direttive regionali sono state definite le caratteristiche, i criteri strutturali e organizzativi delle tipologie che compongono il sistema dei servizi socio educativi. 

Le politiche per l'infanzia in Emilia-Romagna hanno tradizionalmente accolto le problematiche complesse che investono il nostro tessuto sociale ed economico quindi le azioni sono state promosse con una prospettiva ampia che comprende:

- i diritti dei bambini ad avere servizi che esprimano un buon livello di qualità;

- la conciliazione degli impegni lavorativi con le responsabilità familiari, anche con riferimento alle pari opportunità per le donne-madri-lavoratrici;

- la necessità dei soggetti titolari e gestori, pubblici e privati, di mantenere l'offerta educativa adeguata in termini qualitativi e quantitativi.

È in questa logica che si inscrivono le diverse modifiche operate alla normativa di riferimento, in una costante attenzione al patrimonio dei servizi e delle esperienze di notevole valore. Un sistema di servizi, pubblici e privati, orientato alla promozione del benessere del bambino e alla realizzazione di una pluralità di offerte tali da consentire la scelta delle famiglie verso tipologie di servizi più adeguate alle rispettive scelte educative e organizzative.

I servizi educativi attivi in Emilia-Romagna (dati a.e. 2014/2015) sono 1214 così articolati:

- n. 997 nidi d'infanzia (con varie modalità organizzative ovvero a tempo pieno o part-time, sezioni aggregate a scuole dell'infanzia, nidi aziendali), n. 71 servizi domiciliari; n. 137 servizi integrativi (n. 59 spazi bambino e n. 78 centri per bambini e genitori), n. 9 servizi sperimentali.

Le risorse regionali, a supporto di una lunga tradizione di investimento costante dei Comuni, hanno consentito la realizzazione dell'Obiettivo della Raccomandazione del Consiglio d'Europa n. 8/2002: l'offerta educativa per i bambini in età 0-3 anni in Emilia-Romagna, è infatti pari al 35,5% (Fonte dei dati: Sistema Informativo Regionale “SPI-ER” al 31/12/2014).

La Regione Emilia-Romagna, in seguito alle emergenti problematiche che hanno visto anche un andamento discontinuo dei trasferimenti delle risorse statali, dall’anno 2011 ha scelto di orientare gli indirizzi su due aspetti considerati irrinunciabili: il “consolidamento” e la “qualificazione” dei servizi educativi, creando così una convergenza prioritaria degli obiettivi con le risorse finanziarie.

L'attuale contesto in forte cambiamento è legato:

a) alla situazione socio-economica che esprime nuovi e complessi bisogni:

- sia per quanto riguarda le famiglie con bambini piccoli, ove talora i genitori svolgono attività professionali non stabili e con esigenze orarie diversificate; si registrano casi di perdita del lavoro; famiglie provenienti da altre città o paesi e quindi in assenza di reti parentali di sostegno;

- sia per i titolari e gestori dei servizi che, sono impegnati a mantenere l'offerta educativa per i bambini e le famiglie, ricercando anche soluzioni gestionali innovative e sostenibili senza rinunciare alla qualità;

b) alle disposizioni legislative per la definizione di nuovi assetti istituzionali per il governo regionale e locale e per il riordino delle disposizioni in materia di istruzione e formazione:

- legge regionale 13/2015 “Riforma del sistema di governo regionale e locale e disposizioni su Città metropolitana di Bologna, Province, Comuni e loro Unioni” in attuazione della Legge nazionale 56/2014 “Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni”;

- legge nazionale del 13 luglio 2015, n. 107 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega del riordino delle disposizioni legislative vigenti” con la quale viene istituito (art. 1 – comma 181) il sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni, costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia. In particolare, l’ art. 1 – comma 180 prevede che il Governo adotterà, entro 18 mesi dall’entrata in vigore di tale legge, uno o più decreti legislativi per il riordino e la semplificazione delle disposizioni legislative.

Tutto ciò premesso, in considerazione della funzione strategica dei servizi educativi circa la promozione del benessere per la crescita dei bambini e dell'importante sostegno, svolto dai servizi stessi alle funzioni genitoriali e alla riduzione delle disuguaglianze sociali a favore di processi di inclusione, stante la complessità dei contesti di riferimento in termini istituzionali, finanziari, organizzativi e sociali, si ritiene necessario sostenere il sistema dei servizi per l’infanzia e supportare la continuità degli interventi, confermando i seguenti obiettivi prioritari:

OBIETTIVO 1)

SOSTENERE LA GESTIONE DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

L’obiettivo è finalizzato a garantire un sostegno economico alla gestione dei servizi educativi per la prima infanzia.

Criterio di ripartizione delle risorse agli Enti locali e loro forme associative.

La Giunta regionale ripartirà le risorse in base al numero dei bambini iscritti ai servizi educativi e, limitatamente ai centri per bambini e genitori, al numero di bambini frequentanti (dati SpiER a.e. 2014/2015). Inoltre, ai fini della determinazione dei contributi, si dovrà prevedere particolare attenzione alle differenti situazioni territoriali, sociali e organizzative.

Per quanto attiene ai centri per bambini e genitori si riconfermano di seguito i requisiti minimi di funzionamento, per l'accesso ai finanziamenti regionali:

- un calendario di funzionamento minimo di 8 mesi;

- un'apertura di minimo 6 ore settimanali;

- una periodicità di apertura di almeno 2 volte la settimana.

OBIETTIVO 2)

SOSTENERE LA QUALIFICAZIONE DEL SISTEMA DEI SERVIZI

L’obiettivo è finalizzato ad affrontare le trasformazioni sociali in atto in un'ottica di qualità e sostenibilità, attraverso la funzione del coordinamento pedagogico e la promozione di iniziative di formazione.

Criterio di ripartizione delle risorse agli Enti locali e loro forme associative:

a) per il coordinamento pedagogico territoriale/provinciale: tenendo in considerazione il numero dei coordinatori presenti in ogni territorio di riferimento oltre ad una quota suddivisa in parti uguali tra gli Enti capofila del suddetto coordinamento pedagogico, individuati con la deliberazione di Giunta regionale relativa all’assegnazione delle relative risorse.

I coordinamenti pedagogici territoriali/provinciali consentono di mettere in dialogo i differenti orientamenti che hanno prodotto modelli organizzativi e pedagogici diversificati, la cui integrazione nel sistema regionale appare indispensabile ai fini di una divulgazione rispettosa delle diverse esperienze. Tale integrazione rappresenta la condizione necessaria per il consolidamento di una cultura della infanzia promossa dall'insieme delle potenzialità presenti nel sistema integrato dei servizi educativi.

b) per la formazione permanente degli operatori dei servizi educativi: in base al numero degli operatori dei servizi per la prima infanzia.

La promozione e il sostegno alle iniziative di formazione permanente degli operatori dei servizi per l'infanzia, pubblici e privati, costituisce un obiettivo ormai consolidato nel tempo poiché la preparazione del personale rappresenta una delle condizioni imprescindibili che determinano la qualità del servizio. Tale obiettivo viene sostenuto con fondi dedicati anche per far fronte alla transizione generazionale che investe il sistema dei servizi all'interno dei quali il ricambio del personale sta assumendo un rilievo significativo. La formazione all'interno dei corsi dovrà essere orientata inoltre alla messa a punto di percorsi nei quali, operatori dei servizi e coordinatori si confronteranno per la messa a punto di una progettazione pedagogica comprendente anche strumenti di valutazione espliciti.

c) per il coordinamento pedagogico sovracomunale/zonale: in base al numero dei servizi coordinati (nidi d'infanzia, servizi domiciliari, integrativi e sperimentali) nei comuni con popolazione inferiore/pari ai 30.000 abitanti).

La Regione sostiene la funzione di coordinamento dei servizi per la prima infanzia, svolta dai coordinatori pedagogici e conferma il sostegno economico per i soggetti gestori pubblici e privati convenzionati che si avvalgono del coordinamento pedagogico sovracomunale o zonale, nei comuni di piccole dimensioni secondo i criteri sopra riportati ed in continuità con gli anni precedenti.

DESTINATARI DEL RIPARTO REGIONALE (OBIETTIVI 1 E 2)

I destinatari diretti dei finanziamenti regionali, relativamente agli Obiettivi 1) e 2), sono i Comuni e loro forme associative, che provvederanno, se del caso, all’assegnazione ai soggetti gestori, così come previsti dall’art. 5 della L.R. 1/00 e ss.mm.:

a) Comuni, singoli o associati;

b) altri soggetti pubblici;

c) soggetti privati, accreditati ai sensi dell'art. 19, convenzionati con i Comuni;

d) soggetti privati scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica.

In attesa della riforma della L.R. 1/2000, gli Enti locali e loro forme associative potranno concedere contributi ai soggetti specificati dalle lettere c), d) che già gestiscono servizi per la prima infanzia, tramite convenzione o appalto, secondo le vigenti disposizioni della L.R. 1/00 e ss.mm., art. 19.

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