n.182 del 28.06.2017 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3892 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni nei confronti dello Stato, in materia di tutela del territorio, al fine di prevedere una normativa nazionale che, nelle ipotesi in cui non vi sia uno specifico interesse pubblico che imponga di procedere alla repressione dell'abuso, e di abusi di lieve entità, consenta di ritenere sostanzialmente irrilevanti alcuni abusi minori ormai storicizzati, allineando la situazione di fatto a quella di diritto, e permettendo dunque di usufruire delle agevolazioni per il ripristino degli edifici esistenti, anche in relazione al provvedimento cosiddetto "Casa Italia". A firma dei Consiglieri: Pruccoli, Rontini, Tarasconi, Campedelli, Cardinali, Zoffoli, Rossi Nadia

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

premesso che

dopo i recenti eventi catastrofici delle Marche, del Lazio e dell’Umbria, di cui gli ultimi risalenti solo a pochissimi giorni fa, il Parlamento ed il Governo stanno predisponendo nuove norme ed incentivi per la diagnostica degli edifici e la loro messa in sicurezza;

la maggior parte degli edifici esistenti in Italia risalgono infatti a periodi non recenti, durante i quali le norme antisismiche o non esistevano o se anche esistenti spesso venivano disattese;

il tessuto edilizio esistente in Italia è dunque assolutamente datato, senza sicurezza statica, senza attenzione alle norme sulle barriere architettoniche e al tema delle prestazioni energetiche degli edifici;

rilevato che

è all’esame del Governo in particolare uno specifico provvedimento, il cosiddetto Casa Italia, che dovrebbe comprendere una serie di misure tecniche, fiscali ed economiche dirette da un lato ad incentivare l’adeguamento di tutte le strutture edilizie, al fine di perseguire la sicurezza dei cittadini e la riduzione dei danni economici, ambientali e culturali dovuti agli eventi calamitosi, dall’altro alla eliminazione delle barriere architettoniche, al miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, al recupero e alla riqualificazione del tessuto edilizio urbanistico;

considerato che

per poter procedere con qualsiasi intervento edilizio su manufatti esistenti è condizione necessaria la dimostrazione del cosiddetto stato legittimo, per cui l’immobile sul quale si interviene è esistente per l’ordinamento giuridico, ovvero è stato edificato e realizzato legittimamente; se così non fosse, gli interventi eseguiti su opere abusive rappresenterebbero una ripresa dell’attività abusiva;

molti degli edifici del patrimonio immobiliare italiano presentano piccole difformità, anche datate nel tempo, o mai rilevate, che costituiscono però abusi, la cui presenza renderebbe dunque impossibile poter fruire delle agevolazioni del cosiddetto Casa Italia, se non a seguito di sanatorie lunghe e con costi spesso proibitivi;

la mancanza preliminare della certificazione dello stato legittimo dell’immobile impedirebbe dunque la presentazione della pratica edilizia contemplata dal cosiddetto “Casa Italia”, pena l’autodenuncia in sede penale ed amministrativa, anche a fronte di lievi difformità quali il maggiore o minore dimensionamento dell’edificio; l’inesatta collocazione sul lotto per effetto di traslazioni o rotazioni dell’edificio; la mancata o difforme realizzazione di elementi architettonici non strutturali; la inesatta ubicazione di murature, pareti interne, aperture, balconi o simili; l’esecuzione di opere in assenza di titolo, oggi rientranti nella manutenzione ordinaria e straordinaria; l’erronea rappresentazione grafica o l’erronea indicazione dei necessari elementi dimensionali;

tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta regionale

a farsi portatrice nei confronti dello Stato, titolare della funzione legislativa in materia di tutela del territorio, della opportunità di una normativa statale che, nelle ipotesi in cui non vi sia uno specifico interesse pubblico che imponga di procedere alla repressione dell’abuso, e di abusi di lieve entità, consenta di ritenere sostanzialmente irrilevanti alcuni abusi minori ormai storicizzati, allineando la situazione di fatto a quella di diritto, e permettendo dunque di usufruire delle agevolazioni per il ripristino degli edifici esistenti.

Approvata a maggioranza dalla Commissione III Territorio, Ambiente, Mobilità nella seduta dell’8 giugno 2017.

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