n. 267 del 05.12.2012 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3381 - Risoluzione proposta dai consiglieri Monari, Naldi, Grillini, Donini, Costi, Piva, Noè, Villani, Marani, Manfredini, Barbati, Luciano Vecchi, Alessandrini, Mazzotti, Carini, Fiammenghi, Zoffoli, Mumolo, Casadei, Barbieri, Pagani, Montanari, Bonaccini, Favia, Bartolini e Alberto Vecchi per invitare il Governo della Repubblica ad attivarsi in sede UE affinché siano accordati a tutti gli Stati membri, le eccezioni riconosciute alla Spagna in merito alla sospensione del recepimento della Bolkestein in relazione alle concessioni demaniali marittime

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

la Direttiva Bolkestein approvata nel 2006 impone che, a partire dal 2015, l’affidamento delle concessioni sul demanio marittimo avvenga attraverso bandi con procedura ad evidenza pubblica;

le Regioni italiane, che in più occasioni hanno espresso preoccupazione rispetto all’impatto di tale previsione su una realtà caratterizzata precipuamente da una dimensione familiare - e dunque difficilmente competitiva su un piano europeo - si sono adoperate presso il Governo affinché il provvedimento legislativo di attuazione della Direttiva favorisse comunque la continuità nella gestione degli stabilimenti ed il loro mantenimento nelle mani della piccola proprietà;

in particolare le Regioni chiedevano al Governo di definire una regolamentazione omogenea dell'uso del territorio costiero dei beni del demanio marittimo, lasciando alle amministrazioni regionali la possibilità di individuare le modalità idonee alla tutela dell'identità del turismo balneare italiano; alla qualificazione dei servizi per la sicurezza della balneazione; alla tutela e valorizzazione dei sistemi di piccole e medie imprese della costa.

Sottolineato che

accogliendo tali orientamenti, la bozza del cosiddetto "Ddl Gnudi" di recepimento della Direttiva prevede che siano le Regioni ad emanare i bandi e stabilire eventuali deroghe, nei limiti di una durata delle concessioni da mettere a gara non inferiore a 6 anni né superiore a 25 anni per le spiagge e non inferiore a 30 anni e non superiore a 50 per i porti turistici;

essa riconosce inoltre una corsia preferenziale per gli attuali concessionari in regola con il fisco, accertata la "professionalità acquisita relativamente all'area alla quale si riferisce la procedura" da valutare nel limite del 40% del punteggio complessivo e prevede un riconoscimento pecuniario alla scadenza della concessione nei confronti degli attuali concessionari per i beni aziendali non ammortizzabili sui quali sono stati effettuati investimenti negli anni.

Evidenziato che

nel frattempo il recepimento da parte di alcuni Paesi europei è avvenuto con modalità che paiono contrastare con le previsioni della Bolkestein, ottenendo tuttavia il placet dell’UE;

in particolare la Spagna ha prorogato di 75 anni le concessioni demaniali marittime in scadenza nel 2018 per ragioni di tutela ambientale e per la salvaguardia del patrimonio immobiliare e imprenditoriale, evitando così l’asta pubblica prevista dalla direttiva UE.

Ribadito che

una deroga di questo genere all’applicazione della Bolkestein mette in seria discussione il principio stesso di apertura al libero mercato su tutto il territorio UE che è a fondamento della Norma;

il caso spagnolo richiede un confronto immediato fra Governo italiano e vertici europei al fine di verificare anche per l’Italia il sussistere dei presupposti che hanno consentito alla Spagna di agire in deroga all’indizione di aste pubbliche, con una proroga temporale estremamente consistente delle concessioni in essere.

Invita il Governo

- ad attivarsi in sede UE affinché le medesime eccezioni riconosciute alla Spagna siano accordate a tutti gli Stati membri al fine di evitare disparità di trattamento;

- a sospendere l’iter di recepimento della Bolkestein in attesa dei chiarimenti necessari.

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta pomeridiana del 20 novembre 2012

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