n.158 del 30.05.2016 (Parte Prima)

Oggetto n. 2649 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo affinché promuova un rafforzamento in senso federale dell’UE ed in particolare per quanto riguarda l’Eurozona, ad operare nell’ambito delle realtà associative e degli organi istituzionali di cui la Regione fa parte per favorire i legami tra i paesi dell’UE, la consapevolezza della cittadinanza europea e la realizzazione di una federazione europea, promuovendo inoltre la sensibilizzazione circa tali tematiche. A firma dei Consiglieri: Prodi, Rontini, Montalti, Ravaioli, Tarasconi, Zappaterra, Campedelli, Marchetti Francesca, Cardinali, Mori, Mumolo, Zoffoli, Caliandro, Poli, Paruolo, Pruccoli, Calvano, Sabattini, Serri, Iotti

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

in occasione della Sessione comunitaria di quest’anno ritiene opportuno formulare una breve riflessione sulle prospettive di sviluppo del processo di integrazione europea, in quanto i temi principali che investono l’esigenza di politiche europee incidono fortemente sulle realtà regionali, in particolare su di una regione con una forte tradizione europeista ed economicamente dinamica come l’Emilia-Romagna.

Tenuto conto che

la mancata creazione di un soggetto europeo politicamente coeso e democraticamente legittimato non solo impedisce all’Europa di farsi promotrice di un nuovo ordine del sistema internazionale, ma genera un vuoto di potere che rende le aree ai suoi confini tra le più instabili ed insicure;

la crisi economica, pur non essendo sorta in Europa, ha finito per scaricarsi più pesantemente sul Vecchio Continente per la mancanza di un governo federale europeo in grado di realizzare politiche adeguate;

le politiche intergovernative adottate in situazione di emergenza per garantire la tenuta dell’euro hanno però aggravato il deficit democratico e creato nuove divisioni tra i Paesi europei, favorito la recessione e la deflazione, impoverito molti cittadini e ridotto le protezioni sociali;

le importanti decisioni assunte a più riprese nell’interesse comune dalla Banca centrale europea, unico organo di stampo federale dell’Eurozona, hanno dato buoni risultati, ma non sono in grado da sole di salvare l’Unione monetaria e rilanciare l’economia, come sottolineato in varie occasioni dallo stesso Presidente Draghi il quale ha evidenziato l’esigenza che la BCE abbia un interlocutore politico allo stesso livello.

Considerato che

la fuoriuscita dalla crisi economica può essere raggiunta soltanto consolidando l’Unione economica e monetaria sulla quale la crisi finanziaria, scoppiata nel 2008 negli Stati Uniti d’America, si è abbattuta in un momento di estrema debolezza.

Ritiene che

il consolidamento dell’Unione economica e monetaria, attraverso la realizzazione di un’unione bancaria fiscale e politica, almeno tra i paesi dell’Eurozona, con una politica di investimenti fondata su un bilancio comune aggiuntivo alimentato da risorse proprie, sia essenziale per garantire una solida ripresa in tutte le economie del continente, con un aumento strutturale dell’occupazione;

un piano europeo di sviluppo (più ampio del c.d. piano Juncker, che pure va nella giusta direzione) porterebbe risorse nuove ai territori capaci di mettere in campo progetti credibili.

Considerato altresì che

l’assenza di competenze, istituzioni e strumenti effettivamente sovranazionali nel campo della politica estera e della sicurezza a livello europeo, anche per ciò che riguarda il diritto d'asilo ed un’efficiente gestione dell'immigrazione, impedisce di governare fenomeni che sfuggono al controllo dei singoli governi nazionali mettendo a repentaglio la libera circolazione all’interno dell’area Schengen, che oltre ad un forte valore in termini di libertà individuali ha un’enorme valenza economica, suscitando pericolose e sterili contrapposizioni tra gli stati europei.

Ritiene che

sia necessario che l’Europa si doti di una politica dell’immigrazione comune e compia rapidi passi verso un’unica politica estera, a partire dall’istituzione di una cooperazione strutturata permanente per la difesa e la sicurezza, già possibile a trattati vigenti, innanzi tutto cominciando dall’istituzione di una guardia europea di frontiera che abbia il potere di agire negli Stati membri anche senza bisogno del loro consenso;

sia necessario, a questo proposito, dotare l’Unione europea di adeguate risorse proprie, per non fare pesare la gestione delle frontiere comuni solo sugli stati di confine nonché per promuovere e finanziare politiche europee di governo dei flussi migratori e di partnership con i Paesi d'origine o di transito degli immigrati.

È consapevole che

questi obiettivi possono in parte essere conseguiti rapidamente, a Trattati europei invariati, mentre per conseguirli pienamente sarà necessario avviare un più articolato processo di riforma degli stessi volto a trasformare l’Unione europea in senso federale;

sia necessario rafforzare la legittimazione democratica delle istituzioni europee chiamate ad assumere decisioni comuni in questi settori mediante l’istituzione, per quanto riguarda l’Unione economico monetaria, di un Ministro delle finanze europeo, legittimato dinanzi al Parlamento europeo e di una figura analoga relativamente al controllo delle frontiere e delle politiche migratorie, nella prospettiva della formazione di un effettivo governo federale europeo.

In questo senso apprezza e sostiene

le proposte avanzate dal Governo nel febbraio scorso col documento del Ministero dell’economia e delle finanze intitolato "Una strategia europea condivisa per crescita, lavoro e stabilità" e, di recente, col c.d. "Migration compact", considerandole funzionali ad un avanzamento in senso federale dell’Unione europea.

Tutto ciò premesso e considerato

impegna la Giunta

ad attivarsi nei confronti del Governo affinché promuova un rafforzamento in senso federale dell’UE, in particolare per quanto riguarda l’Eurozona;

ad operare, nel quadro delle sue competenze, anche nell’ambito delle realtà associative (CCRE) e degli organi istituzionali (Conferenza delle regioni e Comitato delle regioni) di cui la Regione fa parte per consolidare i legami tra i paesi e le autonomie territoriali dell’UE, la consapevolezza della cittadinanza europea e per sostenere la realizzazione di una federazione europea.

Impegna altresì l’Assemblea legislativa

a promuovere i menzionati obiettivi attraverso un’opera di sensibilizzazione della pubblica opinione e di stimolo degli organi di governo competenti;

a farsi promotrice di queste istanze presso altri consigli regionali italiani, e presso istituzioni omologhe di altre nazioni dell'Unione europea.

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 25 maggio 2016

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