n.104 del 06.05.2015 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 289 - Risoluzione per impegnare la Giunta a porre in essere azioni volte alla discussione, presso l'Assemblea legislativa regionale, delle problematiche del settore lattiero-caseario, al fine di valorizzare il latte italiano, tutelando i prodotti agroalimentari italiani e le relative filiere produttive. A firma dei Consiglieri: Bignami, Bessi, Calvano, Rontini, Gibertoni, Fabbri, Aimi, Foti

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Preso atto che

dal prossimo aprile, in seguito alla cessazione del sistema quote produttive, il settore lattiero-caseario sarà al centro di una nuova e delicata fase di gestione dell'offerta produttiva;

le misure in materia di relazioni contrattuali nella filiera lattiero-casearia introdotte dall'Unione Europea con il regolamento (UE) N. 261/2012 ("pacchetto latte"), hanno in parte tradito le aspettative degli operatori così come si evince dal rapporto della Commissione Europea "Sull'andamento del mercato dei prodotti lattiero-caseari e sull'implementazione del pacchetto latte";

il Parlamento europeo è attualmente impegnato nella fase di definizione della propria relazione sul futuro del settore lattiero-caseario con l'obiettivo di individuare possibili soluzioni che da un lato possano consentire la gestione del periodo post-quote in termini di sostenibilità dell'offerta e dall'altro possano introdurre strumenti efficaci per gestire la sempre più intensa e ricorrente volatilità che caratterizza il mercato;

le difficoltà nelle relazioni contrattuali e nella distribuzione del valore ed i conseguenti squilibri nella filiera sono un fenomeno, purtroppo, ricorrente;

d'altra parte, sulla base della normativa che disciplina le relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e alimentari (articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012, n.1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 e D.M. 19 ottobre 2012, n. 199), i contratti devono essere informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni;

ogni comportamento del contraente che, abusando della propria maggior forza commerciale, imponga condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose, costituisce un'ipotesi tipica di pratica abusiva, che rientra di diritto nella definizione di "condotta commerciale sleale";

gli squilibri evidenziati non costituiscono un problema soltanto per le imprese, quanto anche per i consumatori, considerando che - secondo le rilevazioni ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico sul prezzo del latte alimentare fresco al consumo in Italia - rispetto alla diminuzione del corrispettivo riconosciuto agli allevatori, non risultano corrispondenti cali di prezzo al litro del latte fresco venduto sui banchi della distribuzione agli utenti;

a fronte dell'aumento delle importazioni di latte e di prodotti caseari, la normativa di riferimento in materia di etichettatura non obbliga, tuttavia, a riportare l'indicazione del Paese di origine e della zona di mungitura dei prodotti limitando la possibilità di scelte consapevoli del consumatore. Infatti, la mancanza di informazioni sull'origine del prodotto, fatta eccezione per il latte fresco e per i formaggi DOP, non traccia il latte importato dall'estero e trasformato in prodotto "italiano", rendendo indistinta oltre il 40% della produzione nazionale;

dai dati risulta che in Italia si importano ogni anno 8,6 milioni di tonnellate in equivalente latte, tra cui: latte in cisterna, formaggi similgrana, cagliate anche congelate, polvere di latte, caseine e caseinati, prevalentemente destinati ad essere trasformati e commercializzati in prodotti caseari in competizione con quelli nazionali;

le criticità indicate concorrono a determinare un progressivo impoverimento ed indebolimento del settore, con la conseguente chiusura di molte stalle che, soprattutto nelle aree interne e montane, determina un mancato presidio del territorio, causa di dissesto idrogeologico, di perdita di biodiversità e di qualità alimentare nonché di una significativa diminuzione occupazionale;

è ritenuta necessaria un'azione comune per la valorizzazione del latte italiano, a sostegno della trasparenza e dell'equità della filiera a difesa dell'agricoltura distintiva.

Impegna la Giunta

a riferire nella prima Assemblea legislativa regionale circa le problematiche precedentemente richiamate, al fine di individuare un percorso condiviso per la valorizzazione del latte italiano, a tutela del "Made in Italy" agroalimentare, della trasparenza delle etichettature e della equità della filiera.

Approvata all'unanimità dei presenti nella seduta antimeridiana del 14 aprile 2015

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