n.8 del 09.01.2019 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 7128 - Risoluzione per impegnare la Giunta ad agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato/Regioni per manifestare la ferma e assoluta contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla proliferazione delle armi ed al favore manifestato, dal Governo nazionale, nel recepimento della direttiva (UE) 2017/853, nonché, all'assoggettamento degli interessi pubblici alle istanze della lobby pro-armi. A firma dei Consiglieri: Sassi, Prodi, Taruffi, Torri

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso che

dal 14 settembre prossimo, data dell’entrata in vigore del Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 104 “Attuazione della direttiva (UE) 2017/853 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 maggio 2017, che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi” diventa, di fatto, meno restrittiva la normativa sul possesso e detenzione delle armi;

di fatto la nuova regolamentazione rende meno stringente la normativa sul possesso di armi legalmente detenute;

tra le altre cose sarà più facile detenere armi di derivazione militare (categoria B9/A7) come, per esempio, il noto Kalashnikov AK-47, oppure, il fucile semiautomatico AR15, spesso utilizzati in altre nazioni, in stragi di civili;

il Decreto legislativo, in questione, ha eliminato l’obbligo di avvisare tutti i componenti della famiglia della circostanza che in casa ci sono delle armi oltre ad aumentare, da 6 a 12, il numero delle armi sportive detenibili, inoltre, ha decretato l’aumento, a 10 per le armi lunghe e a 20 per le armi corte, dei colpi consentiti nei caricatori (oggi limitati rispettivamente a 5 e 15), infine ha determinato la nuova modalità della denuncia di detenzione ai Carabinieri o alla Questura anche tramite mail, da un portale certificato;

come se tutto ciò non bastasse si estende la categoria “tiratori sportivi” non più solo agli iscritti alle specifiche federazioni aderenti al Coni, ma anche agli iscritti a federazioni di Paesi UE, agli iscritti alle sezioni del Tiro a segno nazionale, agli appartenenti alle associazioni sportive dilettantistiche affiliate al Coni (perciò anche i campi di tiro privati se gestiti da associazioni affiliate al Coni).

Considerato che

da notizie di stampa emergerebbe come a febbraio, in piena campagna elettorale delle ultime elezioni politiche, all’Hit Show (fiera vicentina di armi e caccia) il leader della Lega, Matteo Salvini, avesse siglato con il Comitato Direttiva 477, la lobby pro-armi, un documento in cui si impegnava a rendere il meno restrittivo possibile il recepimento della direttiva europea;

sembrerebbe che l’accordo prevedesse un impegno del leader della Lega “sul suo onore” a fare “tutto” il possibile affinché la direttiva armi, approvata nel 2017, venisse recepita senza introdurre oneri e restrizioni non espressamente previsti dalla stessa ed, anzi, adeguare la normativa nazionale, in materia, ai criteri minimi previsti dalla direttiva, inoltre, nello stesso documento sembrerebbe che Salvini si sia impegnato anche a “coinvolgere e consultare” il suddetto Comitato ogni qual volta fossero in discussione provvedimenti sulle armi;

si tratterebbe di un impegno politico pubblico di consultazione, preso nei confronti di portatori di interessi legittimi, reso da un capo di partito che, ovviamente, resta libero di onorarlo o meno, nel caso di specie è stato pienamente onorato, e che però delinea una visione politica, un intento politico chiaro a favore di una maggiore libertà e facilità nella detenzione di armi, con tutti i rischi e pericoli che da tale scelta derivano, ben esemplificati, per esempio, dalle continue notizie di stragi che avvengono nelle scuole americane;

Piergiulio Biatta, presidente dell’osservatorio permanente sulle armi leggere di Brescia ha affermato, in una dichiarazione pubblica, come “più che alle esigenze di sicurezza pubblica ma anche alle reali necessità dei veri sportivi, le modifiche introdotte rispondano alle pressioni della lobby delle armi”.

Impegna la Giunta regionale

ad agire in tutte le sedi istituzionali di confronto Stato/Regioni per manifestare la ferma e assoluta contrarietà della Regione Emilia-Romagna alla proliferazione delle armi ed al favore manifestato, dal Governo nazionale, nel recepimento della direttiva (UE) 2017/853, nonché, all’assoggettamento degli interessi pubblici alle istanze della lobby pro-armi.

Approvata maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 17 dicembre 2018

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