n.340 del 20.11.2013 periodico (Parte Seconda)

RISOLUZIONE - Oggetto n. 3919 - Risoluzione proposta dai consiglieri Casadei, Monari, Mazzotti, Pagani, Carini e Luciano Vecchi per impegnare la Giunta e l'Assemblea legislativa a presentare un progetto culturale, costituito da varie specifiche iniziative, volto a stimolare un'ampia riflessione sull'importanza assunta dalla Grande Guerra nella storia del Novecento, con particolare riferimento al contesto regionale

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Premesso

che nel 2014 ricorrerà il centenario dello scoppio della prima guerra mondiale;

che in data 3 agosto 2012 con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (12A09575, G.U. n. 205 del 3 settembre 2012) è stato istituito il Comitato storico scientifico per il "Centenario della prima guerra mondiale";

che altre regioni (Veneto, Trentino Alto Adige) hanno già proceduto con la definizione di un piano di lavoro pluriennale di progetti culturali, di studi, di ricerche, di interventi nel campo della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico relativo alla Grande guerra.

Considerato

che la prima Guerra mondiale a cui hanno partecipato circa 6 milioni di italiani, ha segnato profondamente la storia sociale, politica, economica e culturale del nostro Paese con 750.000 morti tra caduti in guerra (680.000) e civili;

che con lo scoppio della Grande guerra, si è assistito a un inedito processo di "massificazione" della guerra, riscontrabile non solo nel numero delle vittime, straordinariamente alto (ca 15 milioni di morti), e nelle modalità di organizzazione della produzione, ma anche negli effetti che l'evento bellico ha determinato su ogni aspetto della vita quotidiana di milioni di persone, giungendo a mutare la dialettica interna alle famiglie, nel rapporto tra le generazioni e i generi;

che questi processi e dinamiche hanno riguardato anche la comunità regionale dell'Emilia-Romagna, interamente e pesantemente coinvolta in questo evento, ed in particolare:

- per l'altissimo numero di mobilitati (quasi 500.000), caduti (oltre 50.000) e decorati (1.837), ricordati in lapidi e monumenti presenti, in modo capillare, su tutto il territorio regionale;

- per il coinvolgimento in operazioni militari (bombardamenti) di Rimini, Ravenna e di alcuni centri della provincia di Ferrara, provocando morti e feriti;

- per l'attivazione di una vasta e ramificata rete assistenziale e sanitaria, importantissima per l'aiuto alla popolazione civile emiliano-romagnola e per la cura dei soldati provenienti dal fronte;

- per lo sviluppo che grazie all'esperienza maturata nel conflitto ebbero la medicina, in particolare l'ortopedia e la psichiatria; e, più in generale, la ricerca scientifica negli ospedali e negli atenei della regione;

- per il ruolo nella strutturazione di associazioni nazionali come l'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra e la Lega Proletaria;

- per la peculiare declinazione degli ideali nazionali, sia nella Romagna repubblicana che nell'Emilia socialista;

- per la notevole diffusione di voci, pratiche e movimenti internazionalisti e pacifisti;

- per lo sviluppo dell'opinione pubblica, attraverso vecchie e nuove forme di comunicazione;

- per le avanzate politiche di gestione dei consumi che, come nel caso di Bologna con il Sindaco Zanardi e di Reggio Emilia con Roversi, vennero precocemente attivate per far fronte al rincaro dei generi di prima necessità, configurando i prodromi di un più moderno welfare locale;

- per la presenza di importanti industrie belliche, come le Omi Reggiane;

- per il copioso afflusso di profughi da Veneto e Friuli, fin dal 1916 e poi soprattutto nel 1917, che esercitarono un'inedita pressione sul territorio regionale, creando una situazione di emergenza che le amministrazioni locali dovettero affrontare sperimentando e innovando;

- per le drammatiche conseguenze della sconfitta di Caporetto (ottobre 1917), che con l'abbassamento del fronte fino alla linea del Piave, fecero sì che anche le province emiliane di Parma, Reggio Emilia e Modena fossero ufficialmente dichiarate in "stato di guerra";

- per la presenza di importanti istituzioni e presidi militari, in qualche caso tuttora esistenti, che formarono ufficiali e sottufficiali dell'Esercito, e che ebbero un importante ruolo ai fini della riorganizzazione delle forze armate italiane negli ultimi decisivi mesi di guerra;

- per la creazione di campi di prigionia destinati ai soldati degli Imperi centrali;

- per l'allestimento, immediatamente dopo la fine del conflitto, di centri di raccolta per gli ex prigionieri italiani liberati dal nemico, diffusi su tutto il territorio emiliano-romagnolo ed aventi sede di comando nei comuni di Gossolengo (Piacenza), Castelfranco Emilia (Modena, ma all'epoca in provincia di Bologna) e Mirandola (Modena);

- per la diffusione nel 1918 dell'"influenza spagnola", che provocò un numero elevato di vittime tra i militari e la popolazione civile, e che venne affrontata da medici, infermiere e rappresentanti del clero dell'Emilia-Romagna con straordinaria abnegazione, fino al costo della vita.

Preso atto

che ad oggi nessun Ente statale o Istituto culturale privato attivo sul territorio regionale ha provveduto alla presentazione di un progetto complessivo in grado di programmare in maniera adeguata l'avvicinamento alle celebrazioni del centenario;

che localmente è presente uno straordinario patrimonio di documenti soggettivi inediti (diari, lettere, memorie) che rappresentano una testimonianza preziosa sul come la guerra è stata vissuta e subita da parte dei cittadini comuni;

che localmente esiste un altrettanto ricco patrimonio monumentale a ricordo del conflitto, che non appare adeguatamente conosciuto dai cittadini;

che in ambito scolastico la prima guerra mondiale viene generalmente trattata come evento militare senza adeguati approfondimenti sugli effetti economici e sociali che la guerra ha generato all'interno del contesto nazionale.

Impegna la Giunta e l’Assemblea legislativa a

presentare un progetto culturale che, attraverso una serie di iniziative puntuali, sia in grado di stimolare un'ampia riflessione sull'importanza assunta dalla Grande guerra nella storia del Novecento, con particolare riferimento al contesto regionale;

supportare tale progetto, nell'ambito dei programmi operativi del 2014. 

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta antimeridiana del 5 novembre 2013

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