n.111 del 24.04.2013 periodico (Parte Seconda)

ORDINE DEL GIORNO - Oggetto 3790/1 - Ordine del giorno, proposto dai consiglieri Monari, Sconciaforni, Mandini, Naldi e Barbati sul documento preliminare al Piano regionale di gestione dei rifiuti (deliberazione di Giunta n. 325 del 25 marzo 2013)

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

Vista

la deliberazione di Giunta regionale n. 325 del 25 marzo 2013 "Documento preliminare al Piano regionale di gestione dei rifiuti" che rappresenta lo strumento di definizione delle scelte strategiche di area vasta con riferimento alla gestione dei rifiuti in linea con la normativa nazionale e comunitaria;

la risoluzione del Parlamento Europeo del 24 maggio 2012 (A7-0161/2012) che detta nuovi e più avanzati indirizzi di gestione dei rifiuti, indirizzi da trasformare in una nuova direttiva prevista per il 2014.

Condividendo

che i principi fondamentali cui orientare le politiche in materia di rifiuti sono rappresentati dalla tutela della salute umana, dell’ambiente e che sia possibile raggiungere gli obiettivi individuando una precisa gerarchia per la gestione dei rifiuti che veda, al primo posto, la prevenzione seguita dalla preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero di altro tipo e, per ultimo, lo smaltimento e tenendo conto della necessità di ridurre i rifiuti residui fino a raggiungere livelli prossimi allo zero;

che si possa promuovere lo sviluppo di una c.d. "società del riciclaggio", finalizzata a ridurre la produzione di rifiuti ed a utilizzare i rifiuti come risorse;

che fra gli obiettivi prioritari contenuti nelle linee programmatiche del settimo Programma comunitario di azione ambientale venga ribadito, in particolare, quello relativo alla trasformazione dei rifiuti in risorsa attraverso la rigorosa applicazione della gerarchia di gestione dei rifiuti;

che, nel rispetto della gerarchia del trattamento dei rifiuti, le misure dirette al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio o ogni altra operazione di recupero di materia sono adottate con priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia, conformemente a quanto stabilito dalla normativa nazionale e comunitaria;

che sono necessari ulteriori sforzi per ridurre la produzione dei rifiuti pro capite, per limitare il recupero energetico ai materiali non riciclabili e non compostabili, per garantire un riciclaggio di elevata qualità e per sviluppare i mercati per le materie derivanti dal recupero dei rifiuti e per dismettere le discariche;

che i rifiuti pericolosi vengano gestiti in modo tale da minimizzare gli effetti dannosi per la salute umana e l'ambiente;

che nell'Unione Europea si ricorra in maniera più sistematica a strumenti di mercato che favoriscano la prevenzione, il riciclaggio e il riutilizzo, privilegiando gli obiettivi di prevenzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero mettendo in atto metodi alternativi allo smaltimento per progredire verso un'economia "circolare", con un uso senza soluzione di continuità delle risorse e rifiuti residui quasi inesistenti.

Considerato

che la legge regionale 23 dicembre 2011, n. 23 nel riorganizzare le funzioni relative ai servizi pubblici locali dell’ambiente ha ridefinito l’estensione dell’ambito territoriale ottimale di gestione dei rifiuti urbani facendolo coincidere con l’intero territorio regionale;

che l’attuale organizzazione delle funzioni relative ai servizi pubblici locali, che si esercitano per l’intero territorio regionale, richiedono l’allineamento dei comportamenti e il riferimento delle strategie ed azioni che facciano riferimento al nuovo ambito così come costituito;

che in attuazione della richiamata legge n. 23/2011 è necessario che il piano regionale declini gli obiettivi di ottimale gestione dei rifiuti urbani e conseguentemente i flussi dei medesimi, tenendo conto dell’impiantistica esistente sul territorio regionale, nonché della necessità di fare fronte alla produzione dei rifiuti complessivamente prodotti nel territorio regionale anche ai fini dello smaltimento nei luoghi più prossimi.

Ritenuto che

l’efficace attuazione degli obiettivi del piano e delle normative, di cui il piano è espressione, richiederà, fra altro, che gli indirizzi, le direttive e le prescrizioni in esso contenute siano recepiti nella pianificazione sotto ordinata ed attuati attraverso le autorizzazioni agli impianti, gli atti di affidamento della gestione del servizio dei rifiuti urbani e gli accordi con i consorzi del sistema produttivo e che a tal fine occorrerà rafforzare il ruolo di governo delle funzioni pubbliche spettanti a Regione e sistema delle Autonomie locali.

Valutato che

risulta necessario che sia assunto il criterio della equa distribuzione territoriale dei carichi ambientali derivanti dalla gestione dei rifiuti e contemporaneamente occorra procedere, d’intesa con i Comuni ed ATERSIR, ad un lavoro che porti ad una riduzione del disallineamento dei criteri che regolano i meccanismi di assimilazione dei rifiuti speciali non pericolosi a quelli urbani, oggi molto differenti nei vari Comuni, anche con l’obiettivo di ridurre i valori di produzione pro capite di rifiuti urbani e di incrementare ulteriormente i livelli di riciclaggio e di recupero di materia;

lo slittamento dell’entrata in vigore della TARES può consentire di avviare una revisione complessiva del sistema di copertura dei costi del servizio di gestione rifiuti, che mantenga le caratteristiche di adeguatezza ed equità delle tariffe e promozione dei comportamenti virtuosi di produzione, raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Impegna la Giunta regionale

1) a dare piena attuazione alla normativa comunitaria con particolare riferimento alla gerarchia di gestione dei rifiuti delineando un modello di gestione che consideri le priorità di intervento in base alla sequenza della prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero e infine lo smaltimento;

2) ad implementare in linea con le più recenti indicazioni comunitarie gli obiettivi di prevenzionedella produzione dei rifiuti urbani pro capite e dei rifiuti speciali; a tal fine occorre, tra l’altro, individuare misure per ampliare la durata della vita dei prodotti e per orientare le scelte dei consumatori verso prodotti e servizi che generino meno rifiuti contenendo in tal modo la produzione dei rifiuti alla fonte;

3) ad implementare in linea con le più recenti indicazioni comunitarie gli obiettivi e la qualità del riciclaggio con misure dirette a fare acquisire ai rifiuti sempre più la valenza di risorsa tenendo conto anche delle strategie di seguito elencate:

  • incremento della qualità della raccolta differenziata che porti all’aumento del riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico anche attraverso l’elaborazione di sistemi in grado di ottimizzare il recupero di materiali in termini di quantità e qualità con particolare attenzione alle parti del territorio più densamente popolate ed in particolare alle città capoluogo dell’Emilia-Romagna;
  • sviluppo sul territorio emiliano-romagnolo della filiera del recupero;

4) alla ricerca di tutte le possibili razionalizzazioni gestionali, dei flussi ed impiantistiche derivanti dall’ambito regionale di azione del Piano partendo dalle esperienze positive poste in essere dagli enti locali territoriali;

5) ad avviare i rifiuti urbani non ulteriormente recuperabili come materia, primariamente a recupero energetico, e solo come opzione residuale a incenerimento e in discariche con conseguente minimizzazione dello smaltimento, prevedendo per questa via di perseguire l’obiettivo dell’autosufficienza territoriale con un graduale e progressivo superamento degli impianti non più necessari, conformemente a quanto stabilito dalla normativa comunitaria e nazionale;

6) a promuovere, in sede di Conferenza Stato-Regioni, la revisione della TARES al fine di promuovere un corretto sistema di copertura del servizio, con tariffe eque, al fine di promuovere la riduzione dei rifiuti prodotti, ed una premialità legata a corretti comportamenti di raccolta differenziata e smaltimento;

7) a sviluppare un ampio ed approfondito confronto su queste tematiche mantenendo informata l’Assemblea, anche attraverso la Commissione preposta, delle risultanze del confronto che si aprirà con i diversi interlocutori, al fine di meglio contribuire alla costruzione del piano dei rifiuti.

Approvato a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana del 9 aprile 2013

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