n.263 del 13.08.2014 periodico (Parte Seconda)

Approvazione dello schema di protocollo operativo riguardante l'ottimizzazione dell'uso dei fanghi di depurazione provenienti dall'industria di lavorazione del pomodoro

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Visti: 

- la direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione di fanghi di depurazione in agricoltura;

- la direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque;

- il DLgs 27 gennaio 1992, n. 99 “Attuazione della direttiva 86/278/CEE, concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura”;

- il DLgs. 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”;

- la deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2004, n. 2773 “Primi indirizzi alle Province per la gestione e l’autorizzazione all’uso dei fanghi di depurazione in agricoltura”, come modificata con la deliberazione della Giunta regionale 14 febbraio 2005 n. 285;

- deliberazione della Giunta Regionale 7 novembre 2005, n. 1801 “Integrazione delle disposizioni in materia di gestione dei fanghi di depurazione in agricoltura”;

- la deliberazione della Giunta regionale 23 aprile 2007, n. 550 “Programma di approfondimento delle caratteristiche di qualità dei fanghi di depurazione utilizzati in agricoltura”;

- deliberazione della Giunta Regionale 11 marzo 2009, n. 297 “Adeguamenti e misure semplificative delle disposizioni in materia di gestione dei fanghi di depurazione in agricoltura”;

Premesso che:

- le strategie di gestione dei fanghi di depurazione devono ispirarsi, in coerenza con le norme comunitarie, ai due fondamentali principi dello "sviluppo sostenibile" e di “precauzione";

- l'applicazione del principio di sostenibilità risponde alla necessità di coniugare l’esigenza di applicare i fanghi al terreno a beneficio dell'agricoltura con quella di evitare effetti nocivi sul suolo, sulla vegetazione, sugli animali e sull'uomo;

- l'applicazione del principio di precauzione richiede la minimizzazione del potenziale rischio legato alle operazioni di recupero dei fanghi attraverso una preliminare valutazione scientifica della loro pericolosità;

- l'impiego come fertilizzanti dei fanghi di depurazione delle acque reflue è previsto dal Codice di Buona Pratica Agricola ogni qual volta ciò sia reso possibile dalle loro caratteristiche;

- la Direttiva 86/278/CEE, il D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 99 e le Deliberazioni della Giunta Regionale sopracitate non prevedono l’analisi del parametro Arsenico nei terreni destinati alla distribuzione dei fanghi a fini agronomici;

- La Regione Emilia-Romagna con Deliberazione della Giunta 2773/04 ha dettato disposizioni in merito alle modalità autorizzative e alle condizioni di utilizzo dei fanghi in relazione alla loro composizione, alle modalità di trattamento, alle caratteristiche dei suoli, alle dosi applicabili ed agli strumenti da adottare per garantire la corretta utilizzazione agronomica dei medesimi sulla base delle colture praticate, nonché le ulteriori limitazioni e divieti di utilizzo;

Preso atto che:

- l’Organizzazione Interprofessionale interregionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia, con nota del 23 aprile 2014, nostro prot. reg.le PG. 2014/208089 del 14 maggio 2014, e l’Unione Parmense degli Industriali, con nota prot. n. III/1999/368/AEIT del 25 giugno 2014, nostro prot. reg.le PG. 2014.0247623 del 27 giugno 2014, hanno chiesto alla Regione di riconsiderare il limite relativo all’Arsenico contenuto nei fanghi di depurazione derivanti dalla lavorazione del pomodoro, idonei all’utilizzo agronomico;

- l’OI Pomodoro Nord Italia con la nota sopracitata ha inoltre trasmesso i risultati dello studio comparativo “Ring Test metalli su fanghi di depurazione – Prove interlaboratorio per la valutazione di metalli e metalloidi sulla matrice fanghi di depurazione delle industrie conserviere del pomodoro” condotto dalla Provincia di Parma con la collaborazione di ARPA Emilia-Romagna e il finanziamento dell’OI;

- sul territorio della provincia di Parma operano 9 stabilimenti di trasformazione del pomodoro da industria di cui 7 in procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), tutti dotati di impianti di depurazione per il trattamento delle acque reflue di processo;

- l’attività produttiva si svolge a ciclo continuo concentrandosi nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre con relativa produzione di fanghi di depurazione;

Tenuto conto che:

- ai sensi dell’art. 6, comma 1. Punto elenco 2) del D. Lgs. n. 99/92 le regioni: “2) stabiliscono ulteriori limiti e condizioni di utilizzazione in agricoltura per i diversi tipi di fanghi in relazione alle caratteristiche dei suoli, ai tipi di colture praticate, alla composizione dei fanghi, alle modalità di trattamento”;

- il limite fissato dalla Regione Emilia-Romagna per il parametro Arsenico nei fanghi di depurazione destinati all’utilizzo agronomico è di 10 mg/Kgss pari a quello per il compost, come fissato dal Decreto del Comitato Interministeriale di cui all’art.5 del DPR 915/1982 concernente lo smaltimento dei rifiuti;

- i 2/3 dei fanghi prodotti dall’industria conserviera sono costituiti da materiale terroso;

- l’Organizzazione Interprofessionale interregionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia nella propria nota mette in luce che i terreni di provenienza della materia prima, ovvero i territori del nord Italia, presentano concentrazioni di Arsenico prossime al valore di 10 mg/Kgss, come attestato dalla Carta del contenuto di fondo naturale-antropico, realizzata dalla Regione Emilia-Romagna nel 2013;

Tenuto altresì conto che:

- è emersa una notevole variabilità dei contenuti analitici di Arsenico misurati dai laboratori accreditati in conseguenza delle diverse metodiche di estrazione e di determinazione consentite per legge e dei diversi periodi di prelievo dei campioni;

- ai fini di individuare e limitare le cause della variabilità delle determinazioni analitiche del parametro Arsenico nei fanghi, sono stati condotti approfondimenti tecnici fra Regione, ARPA Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Università Cattolica, Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari (SSICA) e l’Organizzazione Interprofessionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia, dai quali è emerso che:

  • l’Arsenico non è utilizzato nelle coltivazioni e nei processi di trasformazione del pomodoro;
  • l’Arsenico contenuto nei fanghi di depurazione deriva dal materiale terroso conferito col pomodoro all’industria conserviera, in particolare dalle fasi di lavorazione preliminari (pulizia, lavaggio e trasporto idraulico della materia prima);
  • il risultato della determinazione analitica dell’Arsenico presenta una variabilità legata all’utilizzo dei vari metodi di analisi e, in particolare, alle tecniche di estrazione che, in alcuni casi, incidono per oltre il 90% sulla variabilità totale della misura;
  • la concentrazione di Arsenico nei terreni varia notevolmente a seconda dell’areale di provenienza del pomodoro in ragione del diverso contenuto dell’elemento chimico nel terreno stesso;

Dato atto che la Deliberazione G.R. 1801/05 al punto 4.6.2.c ha previsto la possibilità di lavorare in collaborazione con le Associazioni delle Imprese del comparto agro-alimentare operanti nel territorio regionale comprese le Centrali Cooperative e la Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari di Parma (SSICA) per la realizzazione di una sperimentazione volta a migliorare le condizioni di utilizzo e le caratteristiche agronomiche dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione delle acque di scarico;

Considerato che:

- il settore agroalimentare della trasformazione del pomodoro rappresenta un ambito produttivo significativo per il territorio della provincia di Parma e in generale per il territorio emiliano-romagnolo;

- sul territorio opera, con l’obiettivo del miglioramento della competitività e della sostenibilità della filiera del pomodoro, l’Organizzazione Interprofessionale interregionale “OI Pomodoro da Industria Nord Italia” che rappresenta il comparto agricolo e il comparto della trasformazione con la partecipazione di soci consultivi pubblici;

Ravvisata la necessità di: 

a) approfondire la problematica relativa alle caratteristiche dei fanghi in rapporto al contenuto dell’elemento Arsenico;

b) valutare le procedure analitiche attualmente utilizzate per la determinazione dell’Arsenico nei fanghi, al fine di individuare quelle che presentano una variabilità di misura più contenuta;

c) indagare la tematica relativa alla caratterizzazione dei suoli rispetto a tale parametro, al fine di verificarne l’eventuale accumulo nei suoli a seguito dello spandimento;

d) procedere all’ottimizzazione gestionale, all’adeguamento delle modalità di controllo dei fanghi provenienti dalle industrie conserviere ed individuare indirizzi per l’aggiornamento delle disposizioni regionali in materia;

Ritenuto necessario attivare un Protocollo Operativo tra la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Parma, l’Organizzazione Interprofessionale “Distretto del pomodoro da Industria – Nord Italia”, l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente al fine di avviare un triennio di sperimentazione per l’ottimizzazione dell’utilizzo del fango di depurazione da industria conserviera con particolare riferimento al parametro Arsenico;

Richiamati:

- il DLgs 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”;

- la propria deliberazione n. 1621 dell’11 novembre 2013 recante “Indirizzi interpretativi per l’applicazione degli obblighi di pubblicazione previsti dal DLgs 14 marzo 2013, n. 33”;

Dato atto del parere allegato; 

Su proposta dell'Assessore Agricoltura, Economia ittica, Attività faunistico-venatoria;

a voti unanimi e palesi 

delibera: 

per i motivi esposti in premessa e da intendersi qui integralmente richiamati 

1. di approvare lo schema di “Protocollo Operativo riguardante l’ottimizzazione dell’uso dei fanghi di depurazione provenienti dall’industria di lavorazione del pomodoro”, tra la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Parma, l’Organizzazione Interprofessionale “Distretto del pomodoro da Industria – Nord Italia” e l'Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente, allegato alla presente deliberazione quale parte integrante e sostanziale; 

2. di dare atto che attraverso la sottoscrizione di tale Protocollo Operativo si intendono perseguire gli obiettivi di qualità ambientale richiamati dai DLgs. 99/92 e dal DLgs 152/06, assicurando, nel contempo, la salvaguardia delle produzioni dell’industria conserviera; 

3. di stabilire che alla sottoscrizione del Protocollo Operativo provvederà il Direttore Generale all'Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, autorizzando lo stesso ad apportare al protocollo medesimo le modifiche non sostanziali che si rendessero eventualmente necessarie; 

4. di dare atto che il presente atto è soggetto agli obblighi di pubblicazione di cui all’art. 23, comma 1, del DLgs 14 marzo 2013, n. 33 secondo gli indirizzi interpretativi di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 1621/13; 

5. di pubblicare la presente deliberazione nel Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna. 

ALLEGATO

Schema di “Protocollo operativo riguardante l’ottimizzazione dell'uso dei fanghi di depurazione provenienti dall'industria di lavorazione del pomodoro”  tra Regione Emilia-Romagna, Amministrazione provinciale di Parma, ARPA Emilia-Romagna, Organizzazione interprofessionale “Distretto del Pomodoro da Industria – Nord Italia”

tra

la Regione Emilia-Romagna – con sede in Bologna, Viale della Fiera, 8 (C.F. 80062590379) – di seguito “Regione Emilia-Romagna” – nella persona del Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, dott. Giuseppe Bortone

e

la Provincia di Parma, con sede in Parma, Piazzale della Pace n.1, (C.F. 80015230347), nella persona del Coordinatore dell’Area Ambiente e Agricoltura, ing. Gabriele Alifraco; 

ARPA Emilia-Romagna Direzione Tecnica, con sede a Bologna, Largo Caduti del Lavoro, 6 (Partita IVA 04290860370), nella persona del Direttore Tecnico, Dott. Franco Zinoni; 

Organizzazione Interprofessionale interregionale “OI Pomodoro da Industria Nord Italia”, con sede a Parma, Via del Taglio 5/a, (C.F. 92144750343) nella persona del Presidente Sig. Pier Luigi Ferrari; 

Visti: 

- direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell'ambiente, in particolare del suolo, nell'utilizzazione di fanghi di depurazione in agricoltura; 

- la direttiva 2000/60/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque;

- il DLgs 27 gennaio 1992, n. 99 “Attuazione della direttiva 86/278/CEE, concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura”;

- il DLgs 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”;

- la deliberazione della Giunta regionale 30 dicembre 2004, n. 2773 “Primi indirizzi alle Province per la gestione e l’autorizzazione all’uso dei fanghi di depurazione in agricoltura”, come modificata con la deliberazione della Giunta regionale 14 febbraio 2005 n. 285;

- la deliberazione della Giunta regionale 7 novembre 2005, n. 1801 “Integrazione delle disposizioni in materia di gestione dei fanghi di depurazione in agricoltura”;

- la deliberazione della Giunta regionale 23 aprile 2007, n. 550 “Programma di approfondimento delle caratteristiche di qualità dei fanghi di depurazione utilizzati in agricoltura”;

- la deliberazione della Giunta regionale 11 marzo 2009, n. 297 “Adeguamenti e misure semplificative delle disposizioni in materia di gestione dei fanghi di depurazione in agricoltura”;

- la deliberazione della Giunta provinciale 316/05 “Atto di indirizzo per la gestione e autorizzazione all’uso dei fanghi di depurazione in agricoltura”;

Premesso che:

- le strategie di gestione dei fanghi di depurazione devono ispirarsi, in coerenza con le norme comunitarie, ai due fondamentali principi dello "sviluppo sostenibile" e di “precauzione";

- l'applicazione del principio di sostenibilità risponde alla necessità di coniugare l’esigenza di applicare i fanghi al terreno a beneficio dell'agricoltura con quella di evitare effetti nocivi sul suolo, sulla vegetazione, sugli animali e sull'uomo;

- l'applicazione del principio di precauzione richiede la minimizzazione del potenziale rischio legato alle operazioni di recupero dei fanghi attraverso una preliminare valutazione scientifica della loro pericolosità;

- l'impiego come fertilizzanti dei fanghi di depurazione delle acque reflue è previsto dal Codice di Buona Pratica Agricola ogni qual volta ciò sia reso possibile dalle loro caratteristiche;

- la Direttiva 86/278/CEE, il D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 99 e le Deliberazioni della Giunta Regionale sopracitate non prevedono l’analisi del parametro Arsenico nei terreni destinati alla distribuzione dei fanghi a fini agronomici;

- La Regione Emilia-Romagna con Deliberazione della Giunta 2773/2004 ha dettato disposizioni in merito alle modalità autorizzative e alle condizioni di utilizzo dei fanghi in relazione alla loro composizione, alle modalità di trattamento, alle caratteristiche dei suoli, alle dosi applicabili ed agli strumenti da adottare per garantire la corretta utilizzazione agronomica dei medesimi sulla base delle colture praticate, nonché le ulteriori limitazioni e divieti di utilizzo;

Preso atto che:

- l’Organizzazione Interprofessionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia, con nota del 23 aprile 2014, nostro prot. reg.le PG. 2014/208089 del 14 maggio 2014, e l’Unione Parmense degli Industriali, con nota prot. n. III/1999/368/AEIT del 25 giugno 2014, nostro prot. reg.le PG. 2014.0247623 del 27 giugno 2014, hanno chiesto alla Regione di riconsiderare il limite relativo all’Arsenico contenuto nei fanghi di depurazione derivanti dalla lavorazione del pomodoro, idonei all’utilizzo agronomico;

- l’OI Pomodoro da Industria Nord Italia con la nota sopracitata ha inoltre trasmesso i risultati dello studio comparativo “Ring Test metalli su fanghi di depurazione – Prove interlaboratorio per la valutazione di metalli e metalloidi sulla matrice fanghi di depurazione delle industrie conserviere del pomodoro” condotto dalla Provincia di Parma con la collaborazione di ARPA Emilia-Romagna e il finanziamento dell’OI;

- sul territorio della provincia di Parma operano 9 stabilimenti di trasformazione del pomodoro da industria di cui 7 in procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), tutti dotati di impianti di depurazione per il trattamento delle acque reflue di processo;

- l’attività produttiva si svolge a ciclo continuo concentrandosi nei mesi di luglio, agosto, settembre, ottobre con relativa produzione di fanghi di depurazione;

Tenuto conto che:

- ai sensi dell’art. 6, comma 1. Punto elenco 2) del D. Lgs. n. 99/92 le regioni: “2) stabiliscono ulteriori limiti e condizioni di utilizzazione in agricoltura per i diversi tipi di fanghi in relazione alle caratteristiche dei suoli, ai tipi di colture praticate, alla composizione dei fanghi, alle modalità di trattamento”;

- il limite fissato dalla Regione Emilia-Romagna per il parametro Arsenico nei fanghi di depurazione destinati all’utilizzo agronomico è di 10 mg/Kgss pari a quello per il compost, come fissato dal Decreto del Comitato Interministeriale di cui all’art.5 del D.P.R. 915/1982 concernente lo smaltimento dei rifiuti;

- i 2/3 dei fanghi prodotti dall’industria conserviera sono costituiti da materiale terroso;

- l’Organizzazione Interprofessionale “Distretto del pomodoro da Industria – Nord Italia” nella propria nota afferma che i terreni di provenienza della materia prima, ovvero i territori del nord Italia, presentano concentrazioni di Arsenico prossime al valore di 10 mg/Kgss, come attestato dalla Carta del contenuto di fondo naturale-antropico, realizzata dalla Regione Emilia-Romagna nel 2013;

Tenuto altresì conto che:

- è emersa una notevole variabilità dei contenuti analitici di Arsenico misurati dai laboratori accreditati in conseguenza delle diverse metodiche di estrazione e di determinazione consentite per legge e dei diversi periodi di prelievo dei campioni;

- ai fini di individuare e limitare le cause della variabilità delle determinazioni analitiche del parametro Arsenico nei fanghi, sono stati condotti approfondimenti tecnici fra Regione, ARPA Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Università Cattolica, Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari (SSICA) e l’Organizzazione Interprofessionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia, dai quali è emerso che:

  •  l’Arsenico non è utilizzato nelle coltivazioni e nei processi di trasformazione del pomodoro;
  •  l’Arsenico contenuto nei fanghi di depurazione deriva dal materiale terroso conferito col pomodoro all’industria conserviera, in particolare dalle fasi di lavorazione preliminari (pulizia, lavaggio e trasporto idraulico della materia prima);
  • il risultato della determinazione analitica dell’Arsenico presenta una variabilità legata all’utilizzo dei vari metodi di analisi e, in particolare, alle tecniche di estrazione che, in alcuni casi, incidono per oltre il 90% sulla variabilità totale della misura;
  • la concentrazione di Arsenico nei terreni varia notevolmente a seconda dell’areale di provenienza del pomodoro in ragione del diverso contenuto dell’elemento chimico nel terreno stesso;

Dato atto che la Deliberazione G.R. 1801/2005 al punto 4.6.2.c ha previsto la possibilità di lavorare in collaborazione con le Associazioni delle Imprese del comparto agro-alimentare operanti nel territorio regionale comprese le Centrali Cooperative e la Stazione Sperimentale per l'Industria delle Conserve Alimentari di Parma (SSICA) per la realizzazione di una sperimentazione volta a migliorare le condizioni di utilizzo e le caratteristiche agronomiche dei fanghi prodotti dagli impianti di depurazione delle acque di scarico;

Considerato che:

- settore agroalimentare della trasformazione del pomodoro rappresenta un ambito produttivo significativo per il territorio della provincia di Parma e in generale per il territorio emiliano-romagnolo;

- sul territorio opera, con l’obiettivo del miglioramento della competitività e della sostenibilità della filiera del pomodoro, l’Organizzazione Interprofessionale interregionale “OI Pomodoro da Industria Nord Italia” che rappresenta il comparto agricolo e il comparto della trasformazione con la partecipazione di soci consultivi pubblici;

Ravvisata la necessità di:

a) approfondire la problematica relativa alle caratteristiche dei fanghi in rapporto al contenuto dell’elemento Arsenico;

b) valutare le procedure analitiche attualmente utilizzate per la determinazione dell’Arsenico nei fanghi, al fine di individuare quelle che presentano una variabilità di misura più contenuta;

c) indagare la tematica relativa alla caratterizzazione dei suoli rispetto a tale parametro, al fine di verificarne l’eventuale accumulo nei suoli a seguito dello spandimento;

d) procedere all’ottimizzazione gestionale, all’adeguamento delle modalità di controllo dei fanghi provenienti dalle industrie conserviere ed individuare indirizzi per l’aggiornamento delle disposizioni regionali in materia.

Tutto ciò premesso e considerato

si conviene e si sottoscrive il presente Protocollo Operativo

Art. 1 Finalità e obiettivi

1. Il presente Protocollo Operativo riguardante l’ottimizzazione dell’uso dei fanghi di depurazione provenienti dall’industria di lavorazione del pomodoro, disciplina i rapporti tra la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Parma, l’ARPA Emilia-Romagna, l’Organizzazione Interprofessionale interregionale “OI Pomodoro da Industria Nord Italia”, ponendosi come finalità:

a) l’approfondimento della problematica relativa alle caratteristiche dei fanghi in rapporto al contenuto dell’elemento Arsenico;

b) l’analisi delle procedure analitiche attualmente utilizzate per la determinazione della concentrazione di Arsenico nei fanghi, al fine di individuare quelle che presentano una variabilità di misura più contenuta;

c) l’approfondimento della caratterizzazione dei suoli rispetto al parametro Arsenico, finalizzato a verificarne l’eventuale accumulo nei suoli a seguito di utilizzo agronomico;

d) l’ottimizzazione gestionale, l’adeguamento delle modalità di controllo dei fanghi provenienti dalle industrie conserviere e gli indirizzi per l’aggiornamento delle disposizioni regionali in materia.

Art. 2 Oggetto

1. Oggetto del presente Protocollo Operativo sono le attività previste per la realizzazione degli obiettivi di cui all’art. 1, di seguito specificate:

a) l’approfondimento e l’aggiornamento degli studi finora svolti in materia;

b) l’individuazione delle metodiche analitiche per la valutazione (estrazione e determinazione) del parametro Arsenico al fine di ridurre la variabilità dei risultati d’analisi svolte presso differenti laboratori;

c) la raccolta e l’elaborazione di dati sulla concentrazione di Arsenico nei suoli di destinazione dei fanghi nel territorio provinciale;

d) il monitoraggio delle attività svolte e della loro efficacia, l’individuazione delle modalità gestionali dei fanghi e di controllo degli stessi, nonché gli eventuali aggiornamenti normativi conseguenti. 

Art. 3 Impegni dei soggetti sottoscrittori

1. Ciascun soggetto sottoscrittore del presente Protocollo Operativo, si impegna a:

a) mettere a disposizione le proprie conoscenze, competenze e strutture per il raggiungimento degli obiettivi del presente Protocollo Operativo;

b) applicare il regime transitorio così come specificato all’art. 4;

c) procedere periodicamente alla verifica del Protocollo, per la parte di competenza e, se necessario, proporre gli eventuali aggiornamenti al Comitato di cui all’art. 5;

d) prestare la propria collaborazione secondo la tempistica che sarà definita in base all’art.5.4 e comunque nel termine ultimo previsto all’art. 6.

2. Gli impegni specifici per i singoli soggetti sottoscrittori sono i seguenti.

La Regione si impegna a coordinare le attività, a valutare i risultati e ad orientare la propria azione amministrativa coerentemente agli esiti del presente Protocollo Operativo;

La Provincia si impegna a:

  • svolgere una attività di coordinamento locale;
  • fornire i dati già disponibili in merito alle caratteristiche dei fanghi di depurazione provenienti dalla lavorazione del pomodoro e dei terreni sui quali viene effettuata l’utilizzazione agronomica;
  • curare la relazione tecnica contenente gli elementi riepilogativi ad oggi disponibili da presentare al Comitato durante la prima seduta;
  • applicare il regime transitorio alle procedure di autorizzazione dei fanghi di depurazione provenienti dalla lavorazione del pomodoro;

L’ARPA si impegna a:

  • ottimizzare i tempi dell’invio dei risultati delle analisi di controllo agli enti competenti;
  • le elaborazioni necessarie ai fini dell’approfondimento scientifico della tematica.

L’OI Pomodoro da Industria Nord Italia si impegna a:

coordinare le aziende del territorio parmense nell’attuazione del Protocollo Operativo; promuovere presso i propri associati l’adempimento di quanto previsto per le imprese di trasformazione dal regime transitorio (di cui all’art. 4), in particolare la trasmissione agli uffici competenti, in sede di presentazione della notifica per l’utilizzazione agronomica dei fanghi, delle analisi dei terreni destinati allo spandimento degli stessi, comprensiva del parametro Arsenico come parametro aggiuntivo.

Art. 4 Regime transitorio

In attesa delle valutazioni che si svilupperanno nel corso del presente Protocollo, vige un regime transitorio, da applicarsi da parte degli enti sottoscrittori, nonché dalle imprese di trasformazione conserviera del territorio parmense, per il periodo di durata dello stesso Protocollo. 

Il regime transitorio prevede che:

a) le imprese di trasformazione del pomodoro del parmense provvedano all’invio, nel rispetto della normativa vigente, delle analisi di tutti i terreni destinati all’utilizzo agronomico, comprensive del parametro Arsenico;

b) le imprese provvedano a conservare presso le proprie strutture un’aliquota del campione di fango prelevato ai fini dell’autocontrollo. Tale aliquota dovrà essere tenuta a disposizione dell’Arpa territorialmente competente ai fini dell’analisi comparata;

c) Arpa ha facoltà di procedere anche in contradditorio con la ditta, ad ulteriori campionamenti previsti dalle autorizzazioni e/o dai propri programmi di vigilanza;

d) la verifica del rispetto dei limiti tabellari attualmente vigenti, ottenuta mediando ogni volta il risultato dell’analisi con quella del campione precedente e, al termine della annualità, attraverso l’elaborazione statistica dei dati analitici, come stabilito dal Comitato di cui all’art. 5. 

Art. 5 Comitato di attuazione e monitoraggio del Protocollo Operativo

1. Al fine di fornire il necessario supporto tecnico per l’attuazione del presente Protocollo Operativo, i soggetti sottoscrittori concordano sull’opportunità di istituire un Comitato di attuazione composto da rappresentanti degli enti/organismi sottoscrittori;

2. Il Comitato è nominato con atto del Direttore Generale all’Ambiente e Difesa del suolo della Regione entro 30 giorni dalla sottoscrizione del presente Protocollo;

3. Il Comitato si riunisce entro 15 giorni dalla sua istituzione ed è presieduto dal rappresentante della Regione che funge da presidente del Comitato e che provvede alle convocazioni, anche su richiesta dei singoli membri;

4. Il Comitato durante la prima seduta stabilirà la tempistica di sviluppo delle varie attività e delle fasi attuative richiamate all’art. 2 del presente Protocollo;

5. Il Comitato, a seguito delle valutazioni tecniche, potrà definire delle proposte da sottoporre ai soggetti competenti per materia;

6. tutti gli atti sono depositati presso il Presidente del Comitato. 

Art. 6 Durata dell’Accordo

Il presente Protocollo ha una durata di anni 3 a decorrere dalla data di sottoscrizione e può essere eventualmente prorogato di un ulteriore anno qualora, su proposta del Comitato, se ne ravveda la necessità. 

Bologna, li

Regione Emilia-Romagna

Direttore Generale Ambiente e Difesa del Suolo e della Costa, Dott. Giuseppe Bortone

_______________________

Provincia di Parma

Coordinatore dell’Area Ambiente e Agricoltura,

Ing. Gabriele Alifraco

_________________

ARPA Emilia-Romagna Direzione Tecnica

Direttore Tecnico

Dott. Franco Zinoni

________________________

Organizzazione Interprofessionale interregionale “OI Pomodoro da Industria Nord Italia”

Presidente

Sig. Pier Luigi Ferrari

___________________

 

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