n. 113 del 04.07.2012 periodico (Parte Seconda)

Parere in merito alla valutazione d'impatto ambientale sul progetto di variante alla S.S. 16 "Adriatica" nel tratto compreso tra il comune di Bellaria e il comune di Misano Adriatico, provincia di Rimini (art. 25, comma 2, DLgs 152/06)

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

(omissis)

delibera:

a) di esprimere, ai sensi dell'art. 25 del decreto legislativo 152/06, in merito alla Valutazione di Impatto Ambientale, il parere che il progetto della Variante alla S.S. 16 “Adriatica” nel tratto compreso tra il comune di Bellaria Igea Marina e il comune di Misano Adriatico è ambientalmente compatibile a condizione che siano realizzate le prescrizioni specifi­cate nel punto 10 della parte narrativa e di seguito riportate; 

1. si prescrive di adeguare il progetto del raccordo tra la nuova SS16 e il casello della A14 Rimini nord, come indicato nell’ottimizzazione progettuale presentata da ANAS (prot. CBO – 5998 –P del 22/02/2012) al fine di limitare il consumo di suolo, ridurre l’impatto sulla consistenza dei fondi agricoli e minimizzare l’impatto sul paesaggio;

2. si prescrive di adeguare il progetto del raccordo tra la nuova SS16 e il casello della A14 Rimini nord, come indicato nell’ottimizzazione progettuale presentata da ANAS (prot. CBO – 5998 –P del 22/2/2012) al fine di limitare il consumo di suolo, ridurre l’impatto sulla consistenza dei fondi agricoli e minimizzare l’impatto sul paesaggio;

3. in merito allo svincolo della variante alla S.S. n. 16 presso il comune di Riccione, in corrispondenza di Via Venezia (svincolo Riccione – centro), deve essere coordinata la soluzione progettuale prevista nel presente studio, con gli accordi già intercorsi tra Regione Emilia-Romagna e soc. ANAS, nei quali si prevede una bretella di collegamento tra la via Venezia e via Udine, la quale deve essere raccordata con lo svincolo di progetto contenuto nel SIA;

4. in merito allo svincolo della variante alla S.S. n. 16 presso il comune di Riccione, in corrispondenza di Via Ascoli Piceno (svincolo Riccione - Oltremare), si chiede uno studio alternativo alla viabilità proposta, in quanto andrebbe ad interessare il piede collinare del parco “Castello degli Agolanti”; con un raccordo diretto sulla via Ascoli Piceno, ed un parziale adeguamento della stessa permetterebbe la riduzione di suolo interessato dall’intervento;

5. si prescrive che, in prossimità dell’abitato di Belvedere, Comune di Misano, le due gallerie artificiali di lunghezza 176 metri la prima e 80 metri vengano unite in un’unica galleria artificiale (circa 500 metri);

6. in fase di progettazione esecutiva e di redazione del PMA dovranno essere indicate le D.P.A. da linee elettriche di Alta tensione e Media tensione, e da cabine di trasformazione elettrica e relative reti di alimentazione; nel merito si fa presente che alcune delle aree di cantiere sono poste nei pressi di linee elettriche ad alta tensione; i locali (es.dormitori, uffici, ecc.) ed aree ove è prevista la sosta per periodi di tempo superiori alle 4 ore giornaliere dovranno essere posizionati al di fuori delle aree ricadenti all’interno delle D.P.A. delle linee elettriche di cui al D.P.C.M.08/7/2003 e D.M.29/5/2008;

7. il piano di monitoraggio, redatto in coordinamento con Società Autostrade per l’Italia, sulla qualità dell’aria, dovrà predisporre tutte le iniziative necessarie per il rispetto dei limiti normativi, compresa la imposizione temporanea di limiti di velocità adeguati; tale piano sarà condiviso con la Provincia di Rimini e con le Amministrazioni comunali territorialmente interessate, le quali possono avvalersi delle strutture di ARPA;

8. di concordare, in fase di redazione del progetto esecutivo, con le Amministrazioni comunali territorialmente interessate, con la Provincia di Rimini e con ARPA, anche a seguito degli esiti del monitoraggio effettuato da Società Autostrade per l’Italia, la necessità di utilizzare, come previsto dal Piano per la qualità e risanamento dell’aria della provincia di Rimini, di tipologie di asfalti nei quali a fianco delle tecniche tradizionali di posa, quali il “bitume schiumato”, si associa, l’uso di conglomerati “ecoefficienti” o comunque ad alto assorbimento di polveri sottili, compatibili con i costi e le prestazioni, e che riducono le emissioni inquinanti sia in fase di posa che di esercizio; nonché la necessità di prevedere “pavimentazioni pedonali o di spazi di sosta con “autobloccanti” realizzati con materiali cementizi fotoattivi, finalizzati in particolare alla fotocatalisi degli Nox”;

9. di concordare, in fase di redazione del progetto esecutivo, con la Provincia di Rimini e con le Amministrazioni comunali territorialmente interessate, la previsione di fasce alberate, adeguatamente dimensionate al fine di mitigare ed assorbire le emissioni in atmosfera;

10. la progettazione di tali fasce non può essere limita alle aree intercluse o agli attraversamenti dei corsi d’acqua, non possono essere costituite da semplici filari, ma devono essere adeguatamente dimensionate per risultare efficaci, poste a protezione sia dei recettori che delle coltivazioni di pregio presenti nella zona;

11. la progettazione delle fasce arboree dovrà essere raccordata con quelle poste in capo a società autostrade per la realizzazione dell’ampliamento della terza corsia della A14;

12. è preferibile che la tipologia e finalità di tali fasce sia di tipo variabile ed in particolare:

  • naturalistico in prossimità dei corsi d’acqua e della rete ecologica provinciale;
  • coltivato e produttivo nelle aree in fregio all’infrastruttura stradale;

13. particolare cura dovrà essere posta nella progettazione delle mitigazioni (fasce arboree, dune ecc.) nella località denominata Villaggio I maggio, anche in considerazione della previsione, negli strumenti urbanistici del Comune di Rimini; di un edificio scolastico in prossimità della nuova arteria;

14. si prescrive che, in prossimità dell’abitato di Belvedere, Comune di Misano, il tratto di variante che va dalla progressiva Km 219+00 sino all'innesto con la SS16 venga provvisto di fasce di ambientazione e mitigazione ovvero di piantumazione e rinaturalizzazione al fine di mitigare e/o compensare gli impatti di inquinamento acustico ed atmosferico derivanti dall’infrastruttura in esame; 

15. il sistema dei “fossi filtro” andranno adeguatamente sovradimensionati, in quanto a volume di contenimento, e dotati di apposito manufatto regolatore di scarico con funzione di laminazione delle portate con conseguimento dell’invarianza idraulica; tale manufatto dovrà essere dotato di saracinesca di chiusura da azionarsi nel caso di sversamento concentrato di sostanze pericolose, al fine del confinamento delle stesse all’interno dei fossi filtro;

16. sull’areale della conoide del Marecchia i “fossi filtro” dovranno essere del tipo impermeabilizzato a prevenire infiltrazioni di inquinanti in falda;

17. il progetto deve prevedere opere di presidio idraulico tali da perseguire quantomeno, il principio dell’invarianza idraulica, secondo il quale le maggiori portate conferite al reticolo idrografico, conseguenti alle acque di pioggia raccolte dalla piattaforma stradale, devono essere laminate fino a riprodurre gli stessi deflussi nel reticolo idrografico che si avrebbero in presenza di superfici ad uso agricolo non impermeabilizzate;

18. relativamente alle interferenze con i canali del reticolo idrografico minore, gestiti dal Consorzio di Bonifica della Romagna, si fa presente che il dimensionamento delle opere di laminazione andrà condotto in conformità alle indicazioni del vigente Regolamento di Polizia Idraulica Consorziale, prevedendo il limite specifico di 10 l/s per ettaro di superficie drenata;

19. si prescrive che ogni modificazione morfologica dei suoli in zone d’alveo, compresi la copertura di tratti appartenenti al reticolo idrografico minore, minuto e di bonifica, non deve comunque alterare il regime idraulico delle acque, né alterare eventuali elementi naturali fisici e biologici che conferiscono tipicità o funzionalità all’ecosistema fluviale; si prescrive, inoltre, che ogni modificazione morfologica sia subordinata al parere favorevole dell'Autorità idraulica competente;

20. il progetto esecutivo del sistema di raccolta e trattamento delle acque di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali dovrà essere approvato dall’amministrazione provinciale e, nel caso recapitino in fognatura, dalle Amministrazioni comunali territorialmente competenti;

21. la gestione e la manutenzione degli impianti di trat­tamento (presidi idrici), così come del siste­ma di raccolta e drenaggio, sarà a carico di ANAS; il progetto esecutivo dovrà, quindi, contenere il "piano di gestione, manu­tenzione e verifica di funzio­nalità del sistema di drenaggio, invaso e trattamento delle acque di origine meteorica e degli eventuali sversamenti accidentali";

22. l’infrastruttura non deve interferire con la zona di tutela assoluta dei pozzi dell’acquedotto (10 m di raggio) che deve essere assolutamente protetta (recintata) ed adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio del pozzo;

23. dall’esame degli elaborati risultano possibili interferenze tra le zone di tutela dei pozzi ad uso idropotabile e la nuova infrastruttura viaria; in particolare nei pressi della via Tolemaide a Rimini Nord; in considerazione del fatto che, ai sensi dell’art. 96, del DLgs 152706, la zona di tutela assoluta del pozzo dell’acquedotto (10 m di raggio) deve essere assolutamente protetta (recintata) ed adibita esclusivamente ad opere di captazione o presa e ad infrastrutture di servizio del pozzo, e che nella zona di rispetto (200 m di raggio dalla testata del pozzo) non è ammessa “la dispersione nel suolo di acque meteoriche provenienti da piazzali e strade”; si ritiene necessario eliminare tali interferenze;

24. per la sola zona di rispetto (200 m di raggio dalla testata del pozzo), nel caso in cui non sia assolutamente possibile spostare l’infrastruttura stradale, dovranno essere adottate tutte le cautele per evitare contaminazioni della risorsa idrica in caso di dispersioni accidentali di sostanze pericolose (incidenti stradali, ecc); pertanto i fossati di scolo dell’infrastruttura dovranno ricadere al di fuori di tali aree di rispetto;

25. per quanto attiene alle interferenze dirette tra i manufatti e le aree appartenenti al demanio idraulico dei corsi d'acqua pubblici, prima della esecuzione dei lavori dovranno essere ottenute le autorizzazioni necessarie in base alle vigenti norma­tive in materia di polizia idraulica, previa verifica dei relativi pro­getti definitivi da parte dell'Autorità competente;

26. si ricorda che per il rilascio della concessione da parte del Servizio Tecnico di Bacino Romagna, per le occupazioni delle aree demaniali sono necessari i seguenti elaborati grafici, datati ed a firma di tecnico abilitato:

  • stralcio della planimetria C.T.R. con individuazione dell’attraversamento e dell’eventuale area richiesta in concessione;
  • rilievo plano altimetrico dell’area in scala opportuna a consentire la determinazione della superficie complessiva richiesta e delle opere progettate;
  • restituzione del rilievo dell’area richiesta in concessione su base catastale in scala 1:2.000 con l’individuazione del comune, del foglio e delle particelle antistanti, in cui siano riportati le superfici e gli attraversamenti previsti; 

27. si prescrive la realizzazione degli interventi a verde, in corrispondenza della fascia ripariale come previsti dal progetto; mediante la sistemazione di formazioni arboreo – arbustive di tipo igrofilo, al fine di ricucire i nuclei di vegetazione preesistente e garantire la continuità della fascia di vegetazione ripariale, dovrà essere integrata con la progettazione delle fasce arboree finalizzate al contenimento e mitigazione delle emissioni in atmosfera;

27. in relazione all’attraversamento dell’area boscata, nell’attraversamento del fiume Marano, si ritiene necessario siano progettate adeguate forme di compensazione, che andranno raccordate con la progettazione delle fasce arboree finalizzate al contenimento e mitigazione delle emissioni in atmosfera;

29. si ritiene adeguato piantumare 5 volte il quantitativo di essenze abbattute; la tipologia di essenze da piantumare sarà concordata con i competenti uffici della provincia di Rimini;

30. si prescrive, in fase di redazione del progetto esecutivo, di approfondire lo studio dei casi che, risultano al di sopra dei limiti normativi, tenendo conto delle evoluzioni del tessuto urbanizzato e di pianificazioni urbanistiche già approvate o attuate, adeguando la progettazione delle mitigazioni al raggiungimento di tali limiti, anche ipotizzando l’uso di barriere provviste di piani inclinati, la realizzazione di dune e la collaborazione delle fasce arboree di mitigazione ed assorbimento delle emissioni in atmosfera;

31. particolare cura dovrà essere posta al rispetto dei limiti dei recettori sensibili;

32. si prescrive che il piano di monitoraggio, della fase di cantiere e della fase di esercizio, con l’individuazione dei punti e delle modalità di monitoraggio, sia concordato con la provincia di Rimini e le amministrazioni comunali, le quali possono avvalersi delle strutture di ARPA; dovrà essere previsto, inoltre, anche il monitoraggio dell’efficacia delle misure di mitigazione realizzate;

33. nelle aree indicate nello Studio Archeologico a rischio alto, medio alto e nelle aree di possibile interferenza tra l’opera in progetto e le presenze archeologiche individuate dovranno essere programmati saggi lineari, da effettuare con mezzo meccanico previsto di benna liscia, seguiti da archeologi;

34. i saggi lineari saranno realizzati della lunghezza di circa m 50 fino alle profondità di progetto, con eventuali approfondimenti di quota ove sarà ritenuto necessario; il numero dei saggi, da prevedere a distanza di circa 30 m l’uno dall’altro, varierà a seconda dell’estensione delle aree oggetto di indagine; nel caso in cui le verifiche o i controlli diano esito positivo (presenza di stratificazioni e/o resti strutturali) sarà necessario procedere ad uno scavo estensivo di quanto emerso e prevedere ampliamenti di contenute dimensioni, al fine di definire e comprendere la natura di quanto emergerà;

35. nelle aree indicate nello Studio Archeologico a rischio medio, dovrà essere prevista un’assistenza in corso d’opera nell’ambito delle attività connesse all’intervento, con particolare riguardo allo scotico della coltre erbosa; nel caso in cui le verifiche o i controlli diano esito positivo sarà necessario procedere ad uno scavo estensivo di quanto emerso;

36. nelle zone interessate dalla fondazione dei sostegni dei viadotti, nelle rotatorie, ove è prevista una viabilità secondaria e nelle aree in cui saranno previste eventuali opere di cantierizzazione, devono essere programmati saggi di più ridotte dimensioni cui potranno seguire approfondimenti di contenuta estensione, ove sarà ritenuto necessario, al fine di definire e comprendere la natura di quanto emergerà;

37. in riferimento al cantiere si prescrive la realizzazione di uno studio di impatto acustico di dettaglio, finalizzato ad esplicitare per quali ricettori non saranno rispettati i limiti previsti nella DGR 45 del 21/1/2002 per le attività di cantiere e quale sarà la durata temporale prevista dei superamenti e la loro entità, e per i quali dovrà essere richiesta deroga al comune territorialmente interessato;

38. si dovrà definire la presenza di ricettori prossimi alle zone operative ed alle piste di cantiere; si precisa in generale che, se tecnicamente possibile, dovrà essere sempre presa in considerazione la possibilità di installare barriere antirumore definitive o provvisorie e reti antipolvere, in particolare in presenza di situazione di particolare criticità (ad es. trattamenti a calce, demolizioni, etc);

39. per quanto attiene le aree dei cantieri, al fine della protezione dagli inquinamenti accidentali, dovrà essere evitato l'interramento di contenitori destinati all'immagazzinamento di sostanze o preparati pericolosi, carburanti e rifiuti, preferendo l'installazione di depositi epigei; qualora l'interra­mento fosse necessario dovrà essere prodotta la rela­zione descrittiva e quella idrogeologica per i manu­fatti;

40. qualora accidentalmente si dovessero verificare sversamenti di so­stanze inquinanti nel suolo, si dovrà darne immediata comunicazio­ne ai comuni territorialmente interessati e all’ARPA territorialmente competente;

41. per eventuali trattamenti a calce, devono essere indicati dove verranno ubicati i depositi della calce e le loro caratteristiche, ed individuati i mezzi spandi calce che verranno utilizzati e gli accorgimenti e/o precauzioni che saranno adottati laddove tali trattamenti siano effettuati in prossimità di abitazioni;

42. è necessario caratterizzare i fanghi di decantazione, depurazione e disoleazione al fine di scegliere le idonee modalità di stoccaggio, pretrattamento e smal­timento; la gestione e la manutenzione sarà a carico di Autostrade per l’Italia SpA.;

43. il progetto esecutivo dovrà contenere il "piano di gestione, manu­tenzione e verifica di funzionalità del sistema di smaltimento dei reflui"; in particolare la manutenzione degli impianti dovrà essere garantita con una cadenza minima di 4 volte all'anno;

44. per l'approvvigionamento di acqua non potabile è da evitarsi la perforazione di nuovi pozzi e si ritiene quindi neces­sario prevedere l'uso di acque superficiali previa concessione da richiedere al Servizio Tecnico di Bacino Romagna;

45. per limitare le emissioni diffuse e puntuali di polveri derivanti dalla movimentazione dei materiali di co­struzione, dall'esercizio di impianti fissi e dalla movimentazione dei mezzi su strada di cantiere sterrata, è necessario:

  • per l'impianto di betonaggio e altri impianti fissi, prevedere sistemi di abbattimento per le polveri in corrispondenza degli sfiati da serbatoi e miscelatori durante il carico, lo scarico e la lavorazione;
  • qualora nella composizione del calcestruzzo rientri come materia prima il polistirolo, il ciclo delle acque usate, provenienti anche dal lavaggio delle autobetoniere, non dovrà essere svolta a cielo aperto e comunque, prima dello scarico delle ac­que usate, dovranno essere interposte griglie di trattenimento del materiale plastico;
  • prevedere, come descritto nel SIA, la umidificazione dei depositi tempora­nei di terre, dei depositi di materie prime ed inerti e delle vie di transito da e per i cantie­ri, soprattutto quando queste si trovino nelle vicinanze dell’aggregato urbano;
  • per il trasporto degli inerti prevedere un sistema di ricoper­tura dei cassoni con teloni;

46. il piano di monitoraggio dovrà contenere una sezione specifica relativa alla cantierizzazione dell’opera; tale sezione dovrà contenere il piano di gestione delle aree di cantiere e la modalità di trasmissione delle informazioni agli enti locali interessati: amministrazioni comunali ARPA e Provincia di Rimini;

47. il monitoraggio in fase di cantiere deve definire il protocollo con il quale si provvederà (oltre alle matrici investigate, ai punti e alla periodicità di campionamento, etc.) ai tempi di elaborazione dei dati ed ai destinatari delle informazioni e dei risultati nonché alla definizione dei criteri che verranno adottati affinché il monitoraggio, durante l’opera, possa essere efficace sia a rilevare criticità che ad intervenire immediatamente a rimuoverne le cause; resta inteso che il monitoraggio dovrà essere predisposto in maniera tale da potere essere utilizzato anche come fonte di informazione per la popolazione interessata;

48. come indicato nel SIA si prescrive:

  • la predisposizione dello Studio idraulico di verifica dell’interferenza sull’estensione delle aree d’esondazione e sulla dinamica fluviale dei corsi d’acqua principali attraversati;
  • il progetto di sistemazione idraulica per la ricalibratura dell’alveo e delle golene dei medesimi corsi d’acqua;
  • lo studio idraulico di verifica dell’interferenza sulla dinamica fluviale per i corsi d’acqua minori;
  • nei casi in cui la profondità dello scavo si mantenga per tratti abbastanza lunghi ad una quota tale da interferire con la falda superficiale, si dovrà valutare sia l’interazione di questa con quella profonda, sia gli effetti di tale interferenza con il regime cosiddetto di subalveo, usualmente connesso con le falde più superficiali (la profondità, per tale analisi può assumersi, pari a 10 m dal piano campagna);
  • la valutazione degli effetti comporta la necessità di svolgere un approfondimento progettuale per le successive fasi di progettazione, consistente in uno studio di modellazione idrogeologica degli acquiferi, onde determinare sia eventuali alterazioni della piezometria, come abbassamenti eccessivi che a loro volta provochino fenomeni di subsidenza, sia gli accorgimenti necessari a mitigare tali impatti;
  • ripristino delle caratteristiche agronomiche mediante ripiantumazioni e riqualificazione delle aree limitrofe alle superfici sottratte,
  • un rafforzamento delle formazioni vegetali a carattere arboreo ed arbustivo presenti, in diverso modo, lungo le sponde dei principali corsi d’acqua;
  • per quanto concerne la viabilità storica, la ricostruzione della continuità percettiva attraverso la previsione di filari arborei o arboreo - arbustivi a seconda che detti assi si trovassero in contesti rispettivamente urbani o agricoli;

49. per l’area di cantiere n. 3 nel territorio di Rimini a ridosso del rio Marano dovrà essere previsto l’adeguamento della viabilità locale via Casalecchio (comune di Rimini) e via Piemonte (comune di Riccione), in quanto attualmente non presentano le sezioni stradali adeguate a supportare il traffico pesante necessario per l’adduzione di materiali all’area di cantiere;

50. resta fermo che tutte le autorizzazioni, necessarie per la realiz­zazione delle opere in oggetto della presente valutazione, dovran­no essere rilasciate dalle autorità competenti ai sensi delle vigenti leggi;

b) di esprimere alle osservazioni presentate (come sintetizzate nell’Allegato A, parte integrante della presente deliberazione) le risposte di cui all’Allegato B, parte integrante della presente deliberazione;

c) di inviare il presente parere al Ministro dell'Ambiente ed al Ministro per i Beni Culturali ed Ambientali, al fine di concorrere alla definizione della compatibilità Valutazione di impatto ambientale sul progetto in oggetto;

d) di inviare il presente parere per conoscenza al proponente ANAS; all’Amministrazione provinciale di Rimini, alle Amministrazioni dei comuni di: Bellaria Igea Marina, Rimini, Riccione, Coriano, Misano Adriatico, ad ARPA sez di Rimini e alla Ausl di Rimini.

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